Big G s’è assicurata la società fondata da due ex Apple specializzata in termostati intelligenti e allarmi antifumo: un’operazione che punta a un nuovo sistema di gestione dell’energia domestica...
Per Google una maxi operazione da 3,2 miliardi di dollari. Con una maxi operazione da 3,2 miliardi di dollari in contanti, Google ha rilevato Nest Labs, società americana con trecento dipendenti che produce dispositivi per la casa. L’annuncio è arrivato nel tardo pomeriggio di lunedì 13 gennaio (in Italia era notte) con un tweet, “Nest, Google and you”, di Matt Rogers, cofondatore della società. Per Google si tratta di una delle maggiori acquisizioni mai realizzate. Obiettivo: sfruttare le conoscenze di Nest Labs in diversi ambiti, a partire da quello dell’innovazione dei prodotti per la casa.
Un’idea nata dal termostato. Attualmente Nest è presente nelle case di circa 115 milioni di famiglie americane. La storia di questa società inizia nel 2008: Tony Fadell, considerato il padre della prima versione degli iPod di Apple, lascia Steve Jobs per lanciarsi in nuove avventure. L’intuizione gli viene durante i lavori di costruzione della sua nuova casa, nei pressi del lago Tahoe, in California: tra tutti gli aggeggi domestici, quello che meno si era evoluto era il termostato, cioè lo strumento utilizzato per regolare la temperatura di caldaia e condizionatore. Passano due anni e con Matt Rogers, altro dipendente in uscita da Apple, Fadell fonda Nest Labs. Pochi mesi, è da poco iniziato il 2012, e i due presentano la prima versione di Nest, termostato intelligente per gestire la temperatura domestica.
Nest, ovvero come gestire la temperatura in casa. Formato da una manopola (guardandola, impossibile non pensare alla ruota che nell’iPod permette di selezionare menu e canzoni), Nest permette di impostare temperatura e periodo di attività della propria caldaia. Ma non è tutto. Collegato al web tramite wifi, Nest può essere controllato a distanza dallo smartphone. Un’apposita app, poi, dà ulteriori informazioni sui consumi domestici, e su come, in base alle stagioni, contenerli. Nest, infine,– e questa potrebbe essere la qualità che ha fatto impazzire Larry Page e Sergey Brin – registra le impostazioni inserite giorno dopo giorno e si adatta alle esigenze di chi lo usa.
Nest Protest, per controllare le fughe di gas. Alla trovata di Fadell e Rogers nel 2013 se n’è aggiunta un’altra, Nest Protest, un dispositivo che rileva la presenza di fumo e monossido di carbonio in casa e funziona come sistema di allarme antincendio. Come Nest, anche Nest Protect si collega a un’applicazione che dà informazioni sulla qualità dell’aria e ha un sistema di luci con diversi colori per indicare lo stato di attività.
Google e Nest, che faranno insieme? Nei prossimi giorni Google e Nest dovranno chiarire meglio la loro posizione e spiegare che cosa vorranno fare insieme. Quello che molti analisti si stanno chiedendo, infatti, è in che modo Big G userà conoscenze e progetti di Nest Labs. Annunciando l’acquisizione, Fadell ha spiegato che col sostegno di Google “Nest sarà in una posizione ancora migliore per costruire dispositivi che rendano più semplice la vita in casa e che abbiano un buon impatto sul mondo”. Nest Labs manterrà il proprio marchio e, almeno all’inizio, anche l’autonomia.
Secondo alcuni, privacy a rischio. Dopo l’operazione l’entusiasmo di Larry Page è stato enorme. “Producono prodotti formidabili – ha detto il Ceo di Google – siamo entusiasti all’idea di introdurre queste fenomenali funzionalità in altre case e in altri paesi”. E da queste parole, probabilmente, si è scatenato il timore degli attuali clienti di Nest rispetto alla violazione della loro privacy. Immediato, su questo fronte, è stato l’intervento di Matt Rogers: “La nostra policy sulla privacy chiaramente limita l’utilizzo delle informazioni sui clienti al miglioramento dei prodotti e dei servizi di Nest. Abbiamo sempre preso sul serio la privacy e questo non cambierà”.
I motivi dell’acquisizione. Resta il fatto che, dopo il via libera dalle autorità antitrust, necessario per concludere l’operazione, a Montain View si apriranno nuovi scenari, collegati ai motivi per i quali Google ha voluto a tutti i costi Nest Labs. È da tempo, infatti, che Google mostra grande interesse per il settore energetico, e in particolare per i sistemi di gestione della distribuzione energetica. Secondo alcuni analisti, l’obiettivo a lungo termine di Google sarebbe quello di interconnettere abitazioni vicine in modo che si scambino energia a seconda delle necessità: alla base di questa interconnessione ci potrebbero essere proprio i termostati Nest. Altra interpretazione prevede che Nest sia lo strumento attraverso il quale Google si farà largo tra le aziende che si occupano di domotica e robotica.
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