Come lavorano i cacciatori di teste, come conoscerli e farsi trovare e come sfruttare questa opportunità
Head hunter, cacciatori di teste e recruiter sono un ottimo strumento per avanzare nella tua carriera e trovare nuove opportunità di lavoro. Queste figure selezionano personale per conto delle grandi aziende e sono utili soprattutto per le figure manageriali e dirigenziali, ma possono essere interessanti anche se sei all’inizio di un percorso specializzato e ad alto valore aggiunto professionale. Si tratta di un mercato nel quale può essere complesso imparare a muoversi, che ha codici di comportamento consolidati, a confronto con un mercato del lavoro sempre più digitale e fluido, nel quale è purtroppo facile fare la mossa sbagliata. Questa è una guida per capire come lavorano gli head hunter, come sfruttare questa opportunità, come entrarci in contatto e come farsi trovare.
Getta le basi in anticipo. Il primo passo deve arrivare prima di quanto pensi. Non aspettare di essere senza lavoro per iniziare a cercare un head hunter. La maggior parte dei selezionatori preferisce interagire con profili professionali che stanno attualmente lavorando, perché le aziende stesse sono sempre più interessate a strappare talenti alla concorrenza e tendono a essere diffidenti nei confronti di chi non è occupato. Qui c’è un primo dato importante da ricordare: i cacciatori di teste lavorano con te, ma non per te. I tuoi futuri potenziali datori di lavoro sono i loro clienti, e quindi è a loro – e alle loro esigenze, giuste o sbagliate – che rispondono.
Cacciatori di teste e dove trovarli. Gli head hunter sono molto attivi su LinkedIn ed è questo l’ambiente digitale migliore per instaurare una relazione. Ci sono anche motori di ricerca ad hoc, come quello di Experteer, che raccoglie migliaia di head hunter attivi sul mercato del lavoro italiano. Ti toccherà quindi una fase di scouting: leggi con attenzione i profili, non inviare richieste di contatto a pioggia e, soprattutto prima di muoverti, prova a individuare e circoscrivere la loro area di specializzazione. Gli head hunter lavorano per ambiti professionali specifici, agganciarne uno che opera in settori diversi dal tuo rischia di far perdere tempo a loro e a te.
Il tempo è denaro: sii chiaro e diretto. La richiesta di contatto deve essere personalizzata, breve, sintetica e sobria. Un head hunter gestisce contemporaneamente migliaia di persone e relazioni, il suo tempo e la sua soglia di attenzione sono molto ristretti. Limitati a una descrizione essenziale del tuo profilo, delle tue esperienze e delle tue ambizioni, senza dilungarti e senza inviare messaggi che sono evidenti copia e incolla. Altro dettaglio relazionale importante: non essere pressante, non inviare troppi messaggi e aspetta la risposta mantenendo i nervi saldi. Ogni dettaglio della tua interazione col recruiter finisce nella sua valutazione del tuo profilo: ispirare qualsiasi sfumatura di sgradevolezza e insistenza rischia di penalizzare la sua valutazione della tua professionalità.
Una strategia di lungo termine. Una relazione proficua con un head hunter va al di là della singola candidatura, deve essere produttiva e bi-direzionale. Anche se il contatto che hai stabilito non ti è immediatamente utile, non lasciarlo cadere nel vuoto. Uno scambio di contatti utili o informazioni interessanti sul tuo settore può essere qualcosa che si rivelerà strategico in futuro. Per lo stesso motivo, se vieni contattato da un recruiter professionista non rifiutare un incontro, anche se in quel momento sei soddisfatto di quello che hai e non stai cercando attivamente una nuova occupazione. Come spiega Max Redolfi, Senior Partner di Page Executive, nel suo decalogo per ADNKronos, «È bene affrontare perlomeno una chiacchierata conoscitiva per chiarire desideri ed eventuali futuri spunti professionali».
Occhio alla reputazione digitale. I social network più interessanti per gli head hunter sono il già citato LinkedIn e Twitter. Coltiva la tua presenza online creando un’immagine coerente della tua esperienza e della tua conoscenza. Essere attivi, condividere link e spunti interessanti, scrivere su Pulse (la piattaforma di blogging di LinkedIn) e interagire con i contenuti dei recruiter entrati nel tuo mirino è un modo utile e allo stesso discreto per essere sempre in cima alla lista in caso di apertura di posizioni affini al tuo percorso. La reputazione online vale quanto un curriculum, ormai, e un passaggio su Google è una tappa obbligata in ogni processo di selezione del personale: tieni sempre d’occhio i risultati della ricerca del tuo nome sul motore di ricerca.
Sei mai stato contattato da un head hunter? Come è andata? Raccontaci la tua esperienza.
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