Le economie globali a luglio iniziano a tirare le prime somme

Concluso il secondo trimestre è tempo di bilanci per capire i primi effetti del Covid sull’economia globale. Gli Usa toccano un valore – negativo – record e sui mercati finanziari sembra essere ritornata la corsa all’oro

 

Tutti al rifugio. Le settimane del mese di luglio sono state caratterizzate da mercati azionari “ballerini”. I listini europei hanno visto con preoccupazione la crescita dei contagi in Spagna, Belgio, Bulgaria e Romania ed il colpo di grazia è arrivato con il calo record del Pil della Germania e degli Stati Uniti. Sui mercati asiatici si sono abbattute anche le tensioni tra Cina e Usa contribuendo alle vendite sui listini azionari. Alti e bassi durante il mese che ha visto forti cali dell’indice giapponese Nikkei.

Tra i vincitori del mese troviamo sicuramente il bene rifugio per eccellenza: l’oro. Il metallo giallo si trova ai massimi da settembre 2011. Dopo aver sfondato quota 1.900 dollari all’oncia, ha aggiornato un nuovo record a 1,961.50 dollari l’oncia. Si tratta di dislivelli che non si vedevano da settembre 2011. Dall’inizio dell’anno le quotazioni del metallo sono salite di oltre il 25%. Continua il rafforzamento dell’euro: la moneta unica resta sopra quota 1,16 dollari e si posiziona intorno a 1,18, dopo avere raggiunto i massimi da gennaio 2018.

L’economia globale inizia a tirare le prime somme. Nel secondo trimestre dell’anno l’economia americana ha registrato una flessione senza precedenti toccando il valore record di -32,9%. Un dato catastrofico che non si registrava dal secondo dopoguerra. Crollano i consumi, ma anche l’export e gli investimenti. La diffusione della pandemia, che sembra non placarsi, ha sollevato timori sulle prospettive per il resto dell’anno, con i nuovi dati dal mondo del lavoro che mostrano richieste di sussidi alla disoccupazione in crescita. La Commissione europea ha rivisto al ribasso la crescita nell’Ue rispetto alle stime primaverili. Il Pil crollerà quest’anno nell’Eurozona dell’8,7% rispetto al 7,7% stimato e nell’Ue a 27 dell’8,3% rispetto al 7,4%. Anche per il prossimo anno ci si dovrà aspettare una crescita meno robusta. L’Italia è quella con il calo più deciso: -11,2% quest’anno rispetto al -9,5% stimato in primavera, con una ripresa del 6,1% per il 2021 (era 6,5%). Le previsioni sull’inflazione restano invariate. La Cina rema controcorrente; nel secondo trimestre il Pil del Dragone ha segnato un aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, sopra le aspettative degli analisti, ma i consumi gettano un’ombra sulla ripresa. Soprattutto, il calo delle vendite al dettaglio in Cina a giugno (-1,8% mensile) che segue il calo di maggio (-2,8%), un dato nettamente inferiore alle attese. Complessivamente, l’economia cinese resta debole.

 Le Banche centrali non cambiano strategia. La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi d’interesse americani in un intervallo compreso tra lo 0 e lo 0,25%, confermando così le anticipazioni del mercato. Nella nota che accompagna la decisione è stato evidenziato che l’attività economica si è ripresa negli ultimi mesi pur restando sensibilmente al di sotto dei livelli pre-crisi. La BCE a Francoforte ha lasciato invariati tutti gli strumenti di politica monetaria decisi finora per contrastare l’impatto economico della pandemia. Confermato il volume di acquisti temporanei nell’ambito del Pepp a quota 1.350 miliardi complessivi. Lo spread Btp-bund, in seguito alla pubblicazione del comunicato Bce, ha preso la via verso il basso. Anche la Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto i tassi stabili al -0,1% precisando che, in questo esercizio, si aspetta una contrazione dell’economia nazionale pari al 4,7% sotto il peso della pandemia.

Raggiunto finalmente un accordo europeo. I leader dell’Unione europea hanno approvato un bilancio da € 1.100 miliardi e un pacchetto di stimoli da € 750 miliardi. Il fondo per la ripresa è stato messo a punto per rilanciare le economie degli Stati membri messe a dura prova dal COVID-19. “Un giorno storico per l’Europa” ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice. Il programma prevede sussidi per € 390 miliardi, meno dei € 500 miliardi inizialmente proposti, e prestiti che saranno finanziati da un debito comune raccolto sui mercati finanziari dalla Commissione europea.

Le banche superano i test. Sembra migliorare la situazione delle banche. I risultati degli stress test condotti dalla Bce hanno mostrato come gli 86 maggiori istituti dell’eurozona siano in una posizione di sicurezza di fronte ai contraccolpi economici della crisi-Covid. Promossi quindi i vari istituti bancari, tuttavia, l’allerta rimane alta. Quasi contemporaneamente è arrivata la raccomandazione della Bce alle banche dell’eurozona di dare uno stop a dividendi e buyback fino a gennaio. La raccomandazione sui dividendi, spiega una nota di Francoforte, è un provvedimento che si conferma temporaneo ed eccezionale con la finalità di preservare la capacità delle banche di far fronte alle perdite e di sostenere l’economia. Dalla banca centrale arriva anche l’invito alle banche europee ad essere estremamente caute con le retribuzioni variabili.

Le nozze di Intesa e UBI. Dopo tanto parlare finalmente le nozze tra UBI banca e Intesa si sono concretizzate. Dal matrimonio nasce la settima banca in Europa per ricavi. Le adesioni sono arrivate al 75,67%, non solo oltre la soglia minima (50% più una) che Ca’ de Sass aveva posto come condizione per portare a termine l’operazione, ma anche oltre il 66,6%, quota che assicura il controllo dell’assemblea straordinaria.

Cashless society. Continua il percorso verso i pagamenti digitali. Da gennaio raddoppia l’importo per il quale non servirà il PIN. Lo hanno annunciato in una nota congiunta Bancomat, Visa e Mastercard che portano a 50 euro la soglia stabilita. Nel 2019, il mercato dei pagamenti con carta e sistemi di mobile payment – secondo l’Osservatorio Innovative Payments – si è attestato a 270 miliardi di euro, con una crescita annua del +11%.

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