Dopo sei lunghi mesi è stato siglato l’accordo tra tra Atene e l’Europa sulla concessione di fondi per rimborsare il debito in scadenza a luglio. Scongiurata (almeno per il momento) la crisi Grecia
La Grecia può finalmente tirare un sospiro di sollievo: una nuova crisi di liquidità è scongiurata, almeno per il momento, ancora una volta a fronte di qualche sacrificio per i cittadini del Paese.
Un accordo durato 6 mesi. Dopo sei lunghi mesi di trattative, all’inizio di maggio Atene ha raggiunto un accordo preliminare con i creditori internazionali, in forza del quale potrà ricevere gli aiuti necessari a rimborsare i 7,2 miliardi di euro di debito in scadenza a luglio. Come contropartita, il Paese Ellenico ha promesso nuovi aumenti delle tasse e tagli alle pensioni e alle spese sociali. Nel dettaglio, La nuova austerity prevede l’abbassamento della soglia di reddito esentasse da 8.636 a circa 6.000 euro e il taglio alle pensioni per circa l’1% del Pil entro il 2019, oltre alla liberalizzazione di alcuni settori dell’economia e in particolare del mercato elettrico. Parte degli interventi però scatterà solo se Atene non rispetterà gli obiettivi di budget imposti da Ue, Bce e Fmi.
Qualche concessione in arrivo. Il Governo Tsipras da parte sua ha strappato qualche concessione: da settembre 2018 potrà ripartire la contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici e, se gli impegni saranno rispettati, l’esecutivo potrà stanziare fondi per il sostegno all’istruzione e aiuti per lefamiglie con reddito più basso.
Un accordo che rassicura i mercati temporaneamente. L’accordo, siglato pochi giorni prima del ballottaggio per l’elezione del nuovo presidente francese, in un momento in cui l’Europa è particolarmente attenta a gettare acqua sul fuoco per evitare l’insorgere di nuove correnti populiste, permette ai Paesi europei di rassicurare i mercati. Ma soprattutto getta le basi affinché i creditori possano avviare la discussione per la riduzione del debito di Atene, condizione che il FMI ha definito imprescindibile per continuare a far parte del programma di assistenza. Sono passati sette anni dalla prima richiesta di aiuti esterni da parte della Grecia, che ha innescato una crisi del debito in grado di contagiare l’intera Europa. Oggi Atene è ancora pesantemente indebitata e necessita di costanti aiuti per ripagare i creditori. Ma alcuni governi, tra cui quello tedesco, rifiutano di concedere i finanziamenti se il Fmi non prometterà di rimanere a bordo. Il Fondo Monetario a sua volta, ha dichiarato che non parteciperà all’ultimo programma di bailout finché, oltre alle riforme promesse con l’accordo del 2 maggio, non si riuscirà ad alleggerire il debito della Grecia.
La palla dunque passa ora ai creditori. I creditori, infatti, dovranno stabilire i target di avanzo primario dei prossimi anni e concordare il piano di taglio al debito della Grecia, necessario proprio per convincere lo scettico FMI a rimanere nel piano di salvataggio. L’intero pacchetto dovrà essere approvato dall’Eurogruppo il prossimo 22 maggio. I mercati restano in attesa, la questione greca qualora venisse approvato l’accordo, questo potrebbe portare a movimenti al ribasso sui mercati.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.