A nessuno piace perdere: dal punto di vista psicologico il dolore della perdita è quasi il doppio rispetto all’allegria del guadagno. Ecco perché e come proteggersi
Una delle metafore più utilizzate per dipingere i mercati finanziari è senza dubbio quella del mare. Quando le acque sono tranquille e veleggiamo indisturbati sembriamo sicuri di noi stessi e certi del nostro investimento; non appena cambia il tempo, le nuvole diventano più scure e il mare inizia ad agitarsi, tutte le nostre certezze sembrano crollare e quella che dovrebbe essere la nostra parte più razionale ci tende delle trappole.
Gli individui sono tipicamente avversi alle perdite. Lo sappiamo, il denaro e gli investimenti suscitano emozioni forti e mettono subito in gioco la nostra parte irrazionale. Tipicamente gli individui sono, proprio per loro natura, avversi alle perdite. Quando si parla di avversione alle perdite si fa riferimento all’atteggiamento di un investitore davanti alle perdite rispetto ai guadagni. Semplificando possiamo dire che la paura, e quindi la delusione di realizzare una perdita pari a 100 è nettamente superiore rispetto alla soddisfazione di aver ottenuto un guadagno dello stesso ammontare. Secondo alcune ricerche, a parità di valore assoluto, una perdita genera più sofferenza di quanta soddisfazione dia un guadagno di pari importo e il rapporto è circa 2,5 volte.
L’avversione alle perdite “miope”. Una particolare forma di avversione alle perdite è quella “miope” chiamata in gergo tecnico “myopic loss aversion”. In questo caso, la miopia dell’investitore non considera le prospettive di lungo termine ma si concentra quasi esclusivamente su quelle di breve periodo, rispetto alle quali può essere dominante il timore di dover subire forti perdite. È facile incappare in questo tipo di miopia soprattutto quando la performance di un investimento viene controllata troppo spesso, a volte in maniera quasi ossessiva, e il rischio è quello di perdere opportunità di lungo periodo che potrebbero essere importanti per il proprio portafoglio.
Come difendersi da questa trappola mentale. L’avversione alle perdite riguarda un po’ tutti, difficilmente un investitore riesce a esserne immune. Anche se non è particolarmente dannosa può portare a prendere delle decisioni errate quando si costruisce e si valuta l’andamento di un portafoglio di investimento. Cosa fare allora? È importante conoscere se stessi e quello che si vuole ottenere. Nella scelta degli strumenti che andranno a comporre il portafoglio di investimento è importante tenere sempre a mente l’obiettivo del portafoglio, l’orizzonte temporale e la propria propensione al rischio e il livello di diversificazione del portafoglio stesso. Solo così è possibile avere un portafoglio “adatto”. I mercati sono sistemi complessi e soggetti per loro natura a momenti di volatilità. Se l’obiettivo del nostro portafoglio è di medio-lungo periodo è inutile focalizzarsi sulle performance solamente di breve periodo. In caso di mare in tempesta è importante riuscire a guardare oltre, all’obiettivo per cui si è intrapreso l’investimento senza farsi prendere dal panico.
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