Battere la burocrazia… sul tempo

Multe, certificati, autorizzazioni: come sbrigare in fretta le pratiche più comuni...

Si metta in coda. Richieste di certificati e bolli, deposito di atti, iscrizioni, multe da pagare, bollettini postali. Sono solo alcune delle pratiche che ognuno di noi deve sbrigare, spesso trascorrendo ore in coda davanti a sportelli gremiti di gente. Colpa di una burocrazia diventata pachidermica, ma anche della scarsa conoscenza da parte dei cittadini dei sistemi alternativi che, quando esistono, permettono di salvare almeno parte del proprio tempo.

Autocertificatevi. La prima regola è evitare le procedure che non sono necessarie. Da più di dieci anni, grazie alla cosiddetta Legge Bassanini, è possibile attestare fatti relativi alla propria persona semplicemente con una dichiarazione firmata e presentando un documento d’identità. Gli ambiti di applicazione sono tanti: si va dalla residenza alla cittadinanza, dallo stato di famiglia alla professione, dall’assenza di condanne penali all’adempimento degli obblighi militari. Per tutte queste situazioni, e in molti altri casi ancora, non è più necessario recarsi agli uffici della pubblica amministrazione: basta prendere carta e penna e redigere la propria dichiarazione.

Scelta obbligata. Ma c’è di più. Dal 1° gennaio 2012 le pubbliche amministrazioni centrali e locali (quindi Comuni, Province, Regioni, scuole, tribunali, camere di commercio eccetera) così come i gestori di servizi pubblici (Enel, Poste, Ferrovie, Aziende del Gas ecc.) non possono più chiedere e ricevere certificati relativi a stati, fatti e qualità personali, ma devono mettersi direttamente in contatto con il Comune per ottenere le informazioni necessarie. In alternativa, devono accettare le autocertificazioni dei cittadini.

Privati a parte. Tutto bene, dunque: se viene chiesto di esibire un certificato sostituibile con l’autocertificazione basta rifiutare e stilare una dichiarazione in carta semplice. Non proprio, perché se per gli uffici pubblici l’obbligo di accettare una dichiarazione firmata è tassativo, gli istituti privati possono rifiutarla: prima di portare un’autocertificazione in banca o alla propria assicurazione, dunque, è meglio informarsi in proposito.

Ci pensa il web. Le autocertificazioni vanno scritte su carta semplice. I modelli da seguire si trovano online, sul sito del proprio Comune o Regione, oppure sui portali web dedicati a questi argomenti, come Moduli.it. Un breve elenco dei documenti che possono essere sostituiti dall’autocertificazione (anche in questo caso con i relativi moduli) si trova invece su ComuniWeb.it. Chi ha un telefono di nuova generazione, poi, può sfruttarlo anche in questo settore. Per la piattaforma iPhone/iPad è disponibile AutoCertifico che permette di creare i moduli desiderati in pochi minuti: basta inserire i propri dati per avere un database di autocertificazioni pronte da stampare Costa 89 centesimi e consente di proteggere con una password i dati personali. Per chi possiede un telefono basato su Android è invece a disposizione l’app AutoCert (2,99 euro) che consente di produrre 24 diversi certificati: una volta inserite le informazioni, si può scaricare direttamente il certificato in formato Pdf oppure inviare via email un link per farlo successivamente.

L’Agenda Digitale. Per tutto quello che non si può autocertificare, viene in aiuto la semplificazione. Oggetto di un decreto governativo, poi convertito in legge nell’aprile dell’anno scorso, è di fatto il primo vero tentativo di snellimento delle pratiche burocratiche dopo anni di immobilismo. Fulcro di questa piccola rivoluzione è l’Agenda Digitale, ovvero un insieme di misure attraverso le quali sarà progressivamente digitalizzata la pubblica amministrazione e reso più semplice il rapporto tra cittadini e Stato. Si va dall’anagrafe digitale nazionale, al fascicolo sanitario elettronico, dalla cartella clinica, alle prescrizione mediche, fino all’unificazione tra carta d’identità e tessera sanitaria. Per il cittadino significherà non dover più produrre e collezionare tante pratiche diverse: tutti i dati saranno immediatamente incrociabili e disponibili in una sola tessera elettronica Il percorso però è ancora lungo, tanto che si prevede che sarà a pieno regime entro il 2020, e irto di difficoltà.

Le multe? Si pagano col pc. Tra i primi atti dettati dall’Agenda Digitale spicca l’obbligo per le amministrazioni di pubblicare sul proprio sito i codici Iban per effettuare i versamenti correlati ad eventuali sanzioni.

Bollettini addio. Sempre grazie al conto corrente online, poi, è possibile accedere alle aree per il pagamento dei bollettini postali. Basta digitare negli appositi campi l’importo e il codice che ciascun bollettino riporta ed eseguire l’operazione convalidandola con il codice di sicurezza fornito dalla banca. Non solo: sempre da casa possiamo effettuare il pagamento con il Modello F24, utilizzato per il versamento della grande maggioranza delle imposte, tasse e contributi.

A portata di click. I bollettini si pagano anche registrandosi con nome e cognome al sito internet delle Poste Italiane, da dove si possono anche mandare lettere normali, raccomandate e telegrammi: basta comporre la lettera al computer, direttamente nell’apposita finestra del sito oppure inviando un file di testo, e il gioco è fatto. Il testo verrà stampato e spedito con il normale servizio di raccomandata (o telegramma) al destinatario, mentre il mittente riceve sul proprio pc una ricevuta elettronica che ha lo stesso valore legale di quella cartacea . Si paga sul web anche il bollo auto, collegandosi al sito dell’Automobile Club d’Italia oppure a quello della propria regione (non tutte hanno stipulato la convenzione con l’Aci). Così come l’abbonamento alla televisione (sul sito di Equitalia) e i contributi dovuti per colf e badanti (sul sito dell’Inps).

Il Comune arriva a casa. Tornando all’Agenda Digitale, i benefici del provvedimento si vedranno se gli enti pubblici sapranno darsi una buona organizzazione. Tra i più vicini alle esigenze quotidiane dei cittadini ci sono senz’altro Comuni e Regioni. Alcuni, come la Regione Lombardia, danno la possibilità di accedere via internet ai propri servizi utilizzando un piccolo lettore di smart card da collegare al pc (acquistabile in qualunque negozio di informatica a circa 25 euro): si inserisce la Carta regionale dei servizi e si possono ottenere tutti i documenti offerti dallo sportello fisico. In più, è anche possibile apporre ai propri documenti una “firma digitale” che ne attesta l’autenticità.

Pagamenti virtuali. I certificati così richiesti si caricano sul pc in formato Pdf, pronti per essere stampati. E se è necessaria la marca da bollo, basta acquistarla da un qualunque tabaccaio. Ma non per molto: tra i punti previsti dal decreto sulla semplificazione c’è anche il pagamento delle imposte di bollo per via telematica, con carte di credito, di debito o prepagate.

Comunicazioni sicure. Perché i nuovi sistemi prendano piede e inizino a funzionare senza intoppi ci vorrà un po’ di tempo. Una cosa però è certa: secondo quanto previsto dallo stesso decreto di semplificazione, a partire dal primo gennaio 2014 nella pubblica amministrazione saranno utilizzati esclusivamente i “canali e i servizi telematici”. Tra questi c’è anche la posta elettronica certificata (Pec), un servizio che permette di dare a un’email lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento. Per i cittadini che vorranno dialogare con la pubblica amministrazione diventerà indispensabile. La buona notizia è che si può avere gratis: basta richiederla al sito governativo Posta Certificata per ricevere un proprio indirizzo da utilizzare per la corrispondenza e l’elenco di tutti i recapiti certificati della Pubblica amministrazione. Perché aspettare allora?

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