Cinque per mille, per fare del bene

Strumento di “democrazia fiscale”, permette di aiutare chi si occupa degli altri. Come donare una quota della propria Irpef, passo dopo passo....

Né donazione né imposta. Non è una donazione, non è un’imposta. Introdotto dalla Finanziaria 2006 in via sperimentale e rinnovato anno dopo anno, il cinque per mille consiste nella possibilità di destinare il cinque per mille della propria Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche, la principale che si paga in Italia) a Onlus, associazioni di promozione sociale, associazioni riconosciute, enti dediti alla ricerca scientifica e alla sanità, università, servizi sociali dei comuni e associazioni sportive. Fin dalla sua prima edizione il cinque per mille ha avuto un successo eccezionale, con un’adesione dei contribuenti superiore a qualunque aspettativa: quasi 16 milioni di italiani hanno approfittato di questa misura, definita da tanti vero e proprio strumento di “democrazia fiscale”. Non essendo un’imposta, il cinque per mille non comporta costi aggiuntivi per i contribuenti. Non essendo una donazione, non dà diritto ad agevolazioni fiscali. Con il Decreto Legge 95 del 6 luglio 2012 (il cosiddetto Spending Rewiew 2) il cinque per mille è stato confermato anche per il 2013.

Chi può destinare il cinque per mille. Possono destinare il proprio cinque per mille tutte le persone fisiche residenti in Italia che nell’anno fiscale precedente hanno maturato un reddito soggetto a tassazione. Il cinque per mille si riferisce esclusivamente all’Irpef, non all’Ires, l’imposta sul reddito delle società, quindi le aziende non possono destinarlo. Può, invece, donare il proprio cinque per mille a enti, associazioni o Onlus anche l’extracomunitario con permesso di soggiorno che abbia un contratto di lavoro e produca reddito nel nostro Paese.

Come si fa. Sostenere enti, organizzazioni, Onlus con il cinque per mille è molto semplice, basta firmare nell’apposito riquadro del CUD,  del modello 730 o  del Modello Unico. Chi vuole, può riportare il codice fiscale dell’organizzazione scelta. Si può esprimere soltanto una preferenza: i settori, infatti, sono alternativi tra loro e lo spazio per apporre il codice fiscale è uno solo. Qui alcuni esempi di compilazione del modulo del cinque per mille.

Che succede se… Se non si compila lo spazio, il cinque per mille va allo Stato, che deciderà come utilizzarlo. Se si mette la propria firma su un settore ma non si indica alcun codice fiscale, il contributo viene ripartito tra gli enti e le associazioni che fanno parte della categoria indicata. Se si inserisce un codice fiscale, il contributo va all’ente scelto.

Cinque per mille e otto per mille. Le scelte di destinazione dell’otto per mille e del cinque per mille dell’Irpef non sono alternative fra loro. Anzi, il contribuente, dice l’Agenzia delle Entrate, è tenuto a esprimere entrambe le preferenze. Del cinque per mille beneficiano enti di natura privata e pubblica (quest’ultimi, però, sono meno numerosi) che promuovono attività solidaristiche. L’otto per mille, invece, si riferisce a una normativa del 1985 che prevede la destinazione dell’Irpef a favore delle confessioni religiose o dello Stato.

Le scadenze per i contribuenti. Le scadenze da rispettare per la destinazione del cinque per mille dipendono dal modello che si compila e dalla sua modalità di presentazione.

Modello 730

  • Mercoledì 30 aprile 2013: se il modello è presentato al proprio datore di lavoro.
  • Venerdì 31 maggio 2013: se il modello è presentato a un CAF o a un professionista abilitato.

Unico

  • Lunedì 1 luglio 2013: in caso di presentazione in formato cartaceo presso le poste.
  • Lunedì 30 settembre 2013: in caso di presentazione in formato elettronico per via telematica.

CUD

  • Martedì 30 aprile 2013: consegnando la scheda relativa alla destinazione del cinque per mille allegata al modello Cud agli uffici postali o al Caf entro il 30 aprile 2013.

Le scadenze per gli enti. Per gli enti che vogliono iscriversi agli elenchi dei potenziali beneficiari del cinque per mille 2013 c’è tempo fino al 7 maggio (si può fare soltanto attraverso questo link). Potranno iscriversi Onlus, enti ecclesiastici, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni e fondazioni di diritto privato che operano, senza fini di lucro, negli stessi settori di attività delle Onlus, le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni che svolgono “una rilevante attività di interesse sociale”. Entro il 14 maggio l’Agenzia delle Entrate pubblicherà gli elenchi provvisori degli iscritti, entro il 20 maggio le organizzazioni potranno segnalare eventuali errori. Il 27 maggio saranno pubblicati gli elenchi corretti. Come ogni anno, entro il 30 giugno (che slitta al I luglio, perché il 30 giugno è domenica), il legale rappresentante dell’ente dovrà presentare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione che attesta il possesso dei requisiti per accedere al contributo. Il termine per regolarizzare la domanda di iscrizione o per integrare i documenti, versando una sanzione di 258 euro, è fissato al 30 settembre.

L’elenco non c’è ancora. Poiché le iscrizioni sono aperte, un elenco completo di tutti i potenziali beneficiari del cinque per mille non è ancora disponibile. La lista, comunque, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate (a questo link l’elenco del 2012, con cui comunque è possibile farsi un’idea). Dal 2008 tutte le associazioni che ricevono il cinque per mille devono pubblicare un rendiconto delle attività svolte con i contributi ricevuti.

AIRC e A.F.P.C.I. Gli enti cui si può destinare il cinque per mille dell’Irpef sono numerosissimi. Tra i più noti, per esempio, c’è l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, scelta, negli anni, da oltre un milione di italiani. I fondi raccolti grazie al cinque per mille dal 2007 a oggi stanno finanziando quattro progetti, che dovrebbero fornire nuovi strumenti di diagnosi precoce e analisi del rischio di sviluppare un tumore (info a questo link). Si possono sostenere anche associazioni più piccole come l’A.F.P.C.I. ONLUS, che riunisce le famiglie dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile. Scopo dell’A.F.P.C.I., che mette insieme i genitori di 98 bimbi che soffrono di questa malattia, provocata da un danno irreversibile al sistema nervoso centrale, è migliorare le condizioni di vita delle persone affette da PCI, favorendo la loro partecipazione alla vita della comunità. Tutte le informazioni sull’ A.F.P.C.I. ONLUS sono disponibili sul sito dell’associazione.

Altri enti. La quota della propria Irpef può andare anche a Wikimedia Italia, con l’obiettivo di promuovere Wikipedia e sviluppare iniziative a sostegno della cultura (info qui). Si possono aiutare anche gli animali, per esempio destinando la propria quota all’Enpa, tutte le info qui) o si può finanziare la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, cui l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha deciso di devolvere i contributi che riceverà dall’assegnazione del cinque per mille.

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