Quando si tratta di gestire i propri risparmi le persone tendono a ragionare per “conti mentali”. Che cosa sono? Come ci possono essere d’aiuto nella costruzione di un portafoglio di investimento?
Il mondo della finanza non è così razionale come può sembrare. Dietro a numeri, grafici, titoli e classi di investimento spesso si nasconde una forte componente irrazionale. Le scelte di investimento che può compiere un individuo non sono, ahimè, dominate dalla razionalità e questo può indurre il risparmiatore a compiere dei passi falsi.
Che cosa sono i conti mentali. La finanza comportamentale, scienza che indaga i comportamenti dei mercati finanziari includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale, ha evidenziato che quando arriva il momento di gestire i propri soldi le persone comunemente pensano utilizzando dei “conti mentali” (chiamati anche in gergo tecnico “Mental Accounts”). In poche parole, un individuo non è portato a considerare il proprio patrimonio in tutta la sua interezza, ma lo suddivide in tanti sotto conti, per esempio uno per le spese, uno per il risparmio previdenziale e così via.
I conti mentali ci possono aiutare. Se in passato l’idea di suddividere, mentalmente, il proprio patrimonio era vista con un po’ di diffidenza in quanto si pensava potesse danneggiare l’efficienza globale della gestione del patrimonio, in realtà non è più così. Anzi. In alcuni contesti è la nostra mente a metterci i bastoni tra le ruote, facendoci preferire investimenti geograficamente vicini (home bias) oppure portandoci a disinvestire nei momenti meno opportuni in quanto presi dal panico, ma in altri può rivelarsi un valido alleato. Attraverso i conti mentali è invece possibile associare un preciso portafoglio di investimento ad un obiettivo reale e concreto.
Perché l’obiettivo deve essere reale e concreto? Un capitale per i figli, un risparmio per la propria pensione, un reddito integrativo o anche semplicemente un viaggio che sogniamo da tempo. Sono questi delle tipologie di “conti mentali”. Soltanto se l’obiettivo è concreto e ci tocca davvero da vicino saremo in grado di tenere fede a tale obiettivo senza perdere la “rotta dell’investimento”. Questi conti finanziari possono essere realizzati da tutti, con gli strumenti che più si conosce e si preferisce. L’idea resta sempre la stessa: associare ad un obbiettivo un portafoglio e solo riuscendo a dare la giusta motivazione si riusciranno ad evitare le cattive tentazioni, per esempio a non disinvestire nei momenti in cui il mare dei mercati finanziari è un po’ agitato. Definire con chiarezza il proprio obiettivo ci aiuta a disegnare meglio il nostro portafoglio. Se la nostra idea è quella di avere un portafoglio destinato a fornire un reddito integrativo punteremo inevitabilmente su strumenti in grado di generare flussi di cassa periodici e abbastanza costanti, puntando quindi su cedole e dividendi.
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