Con le elezioni in Germania si concludono gli appuntamenti elettorali per l’Europa. Ecco come hanno votato i cittadini tedeschi e la reazione dei mercati
Con le elezioni in Germania possiamo dichiarare concluso il 2017 “elettorale” che ha dovuto affrontare l’Europa. Gli appuntamenti alle urne infatti erano iniziati nello scorso febbraio con le elezioni in Olanda, seguite da quelle francesi di maggio e le inglesi di giugno. L’ultima fermata riguardava proprio i cittadini tedeschi che dovevano scegliere il Cancelliere dei prossimi quattro anni per il loro paese.
La vittoria della Merkel non è una sorpresa. Come ampiamente atteso dal mercato e dai sondaggi, la sfida tra Angela Merkel, leader della CDU (Unione Cristiano-Democratica di Germania), e Martin Schulz, leader del Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), ha visto uscire vittoriosa Angela Merkel che si appresta così ad iniziare il suo quarto mandato di fila come Cancelliere della Germania. Un risultato sicuramente atteso, ma che non convince: infatti, sebbene la CDU si sia confermato come primo partito della Germania, ha ottenuto “solamente” il 33% delle preferenze, in calo di 8 punti rispetto alle ultime elezioni, quando raggiunse il 41%. Negativo anche il dato per l’SPD di Schulz, che ottiene il 20,5% delle preferenze, in calo del 6% rispetto alle elezioni del 2013. Si tratta del risultato politico peggiore per entrambi i principali partiti tedeschi dalle elezioni del 1950.
Il partito euroscettico si rafforza. Il partito che esce “rafforzato” da questo appuntamento elettorale è l’AFD (Alternativa per la Germania), partito euroscettico di estrema destra che, raggiungendo il 12,6% delle preferenze, si è aggiudicato il terzo posto alle elezioni conquistando 95 seggi al Parlamento (nel 2013 raggiunse la quota del 4,7%, senza nemmeno superare la soglia si sbarramento per ottenere i seggi in Parlamento).
Come leggere il risultato. Questo risultato inevitabilmente può essere letto in due modi: se da un lato è arrivata la quarta conferma per la CDU di Angela Merkel, che così facendo diventa il terzo Cancelliere più longevo di sempre, dall’altro il Bundestag (il Parlamento tedesco) risulta più spaccato. Questa realtà comporterà per la Merkel la ricerca (entro fine anno) di una alleanza, una coalizione, con alcuni partiti minori, in modo da colmare il gap di 8 punti che si è creato rispetto al risultato delle elezioni del 2013. La coalizione che verrà a formarsi inevitabilmente vedrà indebolita la posizione di Angela Merkel, a cui ora spetta il compito di “scendere a compromessi” con i Liberali e i Verdi, cioè i due partiti considerati più vicini al fronte conservatore della CDU; tra gli obiettivi ricercati dal partito della Merkel emerge la volontà di aumentare la spesa e gli investimenti in infrastrutture, oltreché ridurre l’imposizione fiscale sui privati, in modo da rafforzare la crescita della domanda interna. Tuttavia questo programma della CDU dovrà scontrarsi proprio con l’FDP, i “Liberali” tedeschi, decisamente meno flessibili in relazione ad una maggiore spesa pubblica e dichiaratamente meno restìi ad accettare una maggiore cooperazione in tema di politiche europee, proclamate e ricercate in questi mesi proprio dalla coppia Merkel-Macron.
La reazione dei mercati. Nel mentre che veniva effettuato lo spoglio e si ufficializzavano i risultati delle elezioni, sui mercati finanziari non si sono registrati movimenti significativi. Il tasso di cambio euro/dollaro nella giornata di lunedì ha aperto le quotazioni in calo dello 0,3%, aggravando la perdita di fine giornata fino al -0,9%; dal fronte obbligazionario si segnala il calo di 5 punti base del decennale tedesco, il Bund, passato dall’offrire un rendimento dello 0,45% allo 0,4%. Stabile invece il DAX, il principale indice azionario della Germania. Al contrario è risalito il rendimento del nostro titolo di Stato decennale, portando così lo Spread fino a quota 168 punti, ai massimi dell’ultimo mese: a contribuire a questi movimenti troviamo proprio l’indebolimento della CDU e la visione meno europeista dei partiti con cui la Merkel cercherà di creare una coalizione tramite cui governare. È ancora presto per tracciare gli effetti sui mercati; il vero impatto lo vedremo nel corso dei prossimi mesi, in base a come la Merkel riuscirà a formare il nuovo Parlamento, e a come verranno prese le decisioni più importanti per l’Europa e l’Eurozona. É proprio la Germania a essere considerata la “locomotiva” del Vecchio continente.
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