Il motore di ricerca più cliccato al mondo sfida ancora Zuckerberg. L'obiettivo, unire amici, chat e gusti degli iscritti. Il tutto, solo su invito...
.Google, un successo dopo l’altro. Google macina novità. Dopo i cambiamenti che ne hanno rivoluzionato la grafica, a giugno sono stati introdotti nuovi metodi per cercare cose (come ricerca vocale e per immagini) ed è stato lanciato il sito What do you love? che è addirittura una sorta di motore di ricerca interno per presentare meglio tutti i servizi offerti. Il successo è immenso, nel secondo trimestre del 2011 Google ha avuto una crescita degli utili del 36% (più 2,51 miliardi di dollari). Con i social network, però, l’azienda di Larry Page ha sempre avuto problemi. Da fine giugno è disponibile Google +, che cerca di invertire questa tendenza negativa.
Google+, l’ultima novità. Google + arriva dopo Google Wave e Google Buzz, due esperimenti praticamente falliti, partiti in pompa magna ma ben presto accantonati dalla maggioranza degli utenti. Per Riccardo Luna, esperto di questioni connesse a internet e nuove tecnologie ed ex direttore di Wired Italia, Google + è «il terzo tentativo in pochi mesi di vincere la partita per la supremazia del web giocando sul terreno di Facebook: quello delle relazioni fra le persone». Le recensioni degli esperti per ora sono buone, e circola una certa soddisfazione anche tra gli utenti.
Si fa presto a dire “amici”. In questa prima fase Beta il nuovo social network segue l’esempio di Gmail e di altre novità digitali (come Quora, di cui vi abbiamo parlato qui), e cioè è disponibile solo su invito. È chiaro che, implicitamente o esplicitamente, Google + si confronta con Facebook, e proprio della creatura di Mark Zuckerberg cerca di migliorare un aspetto fondamentale, cioè il fatto che tutti i contatti siano definiti “amici”. Per quelli di Google ci sono invece delle cerchie, un sistema per definire diversi gruppi di persone così da poterli gestire in maniera più semplice. In questo modo non si va più incontro al problema tipico di scrivere qualcosa che riguarda magari solo un piccolo gruppo di persone e viene letto da tutti i propri “amici”, si sceglie chi può leggere cosa. In pratica, si può limitare ogni cerchia e trascinare all’interno della scheda il contatto che si vuole aggiungere. È una vera novità? Sì e no, nel senso che ad esempio Facebook e Twitter già permettono la creazione di liste e gruppi, solo con Google + dovrebbe essere tutto più semplice e immediato.
Le novità. Come in tutte le cose social, anche su Google + ci sono degli amici, una sorta di status da aggiornare, il facebookiano “like” si chiama + 1. Ma che cos’altro si può fare con il nuovo social network? C’è “Spunti” che ricorda Google Alert, il servizio che segnala gli aggiornamenti su un dato argomento selezionato, c’è una chat che può diventare video-ritrovo (simile a quello che fa Skype, ma sostengono da Google sia più semplice), non mancano neanche il servizio di geolocalizzazione e Huddle, un sistema di messaggistica interno. Inoltre Google + è sempre attivo se è stato fatto il login nell’account di Google: in pratica, non occorre essere sul sito del social network, basta aver aperto una pagina di Gmail. Per quanto riguarda i giochi – punto di forza di Facebook – probabilmente arriveranno, ma non c’è nulla di certo.
Venti milioni di iscritti in un mese. Dopo un mese, il nuovo social network ha 20 milioni di iscritti (a fronte di 750 di Facebook), circa un milione nuovo al giorno. In Italia sono 370 mila.
Poten zialità diverse rispetto a Fb. Come potrebbe fare per avere successo Google +? Quelli del Post provano a dare un’interpretazione interessante: «Ha una caratteristica che gli altri non hanno: lo stretto legame con il motore di ricerca. L’idea alla base di Google + è mettere al centro le ricerche online, i contenuti che vengono poi condivisi con amici e conoscenti. Questo vale per la ricerca di un buon ristorante in cui andare a cena insieme come per il reperimento di particolari documenti, anche per lavoro. Offre quindi potenzialità più grandi e diverse rispetto a Facebook, che per molti sta diventando una sorta di Web parallelo, un recinto dal quale uscire raramente». Ostacoli e problemi? «Per essere utilizzato richiede l’attivazione di un account su Google, cosa che non è molto immediata per gli utenti meno esperti. Altri particolari ostacoli alla diffusione del servizio non ce ne sono, considerato che Google è di gran lunga il motore di ricerca più usato al mondo e che fa parte della vita quotidiana di centinaia di milioni di utenti. Il sistema sarà inoltre integrato negli smartphone Android, le cui vendite viaggiano al ritmo di 500mila nuovi dispositivi attivati ogni giorno, destinato a diventare il sistema operativo per cellulari avanzati più usato».
Due speranze per vincere. Secondo Riccardo Luna, «per vincere Google ha solo due speranze: offrire un prodotto notevolmente superiore al rivale, e aspettare un errore di Zuckerberg (furono gli errori di strategia di MySpace e Friendster a spianare la strada a Facebook)». Anche perché, alla finestra c’è sempre Twitter: «Ha appena superato i 200 milioni di iscritti e viaggia a 350 miliardi di messagg ini al giorno. Saranno pure solo cinguettii ma fanno un rumore assordante».
Mare di Smeraldo. Google + ha avuto una lunga incubazione e ha imparato dall’esperienza degli esperimenti falliti. Il progetto è nato un anno fa circa. Vic Gundotra, Senior Vice-President of Social della società, chiamò il progetto Emerald Sea (Mare di Smeraldo): «Ho pensato: che cosa accadrebbe se Google potesse davvero capire le persone, la loro identità, le loro relazioni e i loro interessi? Che cosa potremmo fare con il nostro software per fare questo? Ho pensato che la possibilità di ripartire da Google fosse aperta ed estesa quanto un magnifico mare».
Zuckerberg, il più popolare anche su Google +. L’11 luglio è uscito sull’Atlantic una lista dei più popolari su Google +. Incredibilmente il profilo con più iscritti risultava essere quello di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, con 110.820 iscritti, seguito – e questo è più prevedibile – da Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google, e poi Robert Scoble, blogger e esperto di nuove tecnologie, e in quinta posizione il già menzionato Vic Gundotra. Il resto dell’elenco è sul sito della rivista The Atlantic.
Più uomini che donne. Per ora Google + sembra esser affare degli uomini. A metà luglio l’87% degli iscritti era di sesso maschile, e l’11,5% di sesso femminile. Il rimanente – le opzioni sono “Uomo”, “Donna” e “Altro” – dovrebbero essere società e organizzazioni.
Obiettivo, più cose contemporaneamente. Il grande sogno di Google + è quello di riuscire veramente a integrare un gran numero di servizi in un solo social network. È un obiettivo simile a quello di Facebook, con la differenza che Google fa molte cose diverse, e in molte (come il motore di ricerca) ha quasi una posizione monopolistica. Se riuscisse ad agganciare un’ampia fetta di utenti anche nell’ambito social sarebbe sempre più dentro le nostre vite digitali. Ci vorrà tempo per sapere se ci riuscirà o meno, la strada è di certo in salita in un settore dove Facebook, dall’alto dei suoi 750 milioni di utenti, è protagonista assoluto e ha mangiato – o sta mangiando – lentamente tutti i competitor (come vi abbiamo raccontato qui).
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