Hai letto la nota mensile dell’Istat? Ecco cosa ci dice

L’atmosfera generale si è fatta meno cupa, seppur con differenze anche importanti da Paese a Paese. E l’Italia come se la cava?

Si fa presto a dire “economia”. Ma ti sei mai chiesto cosa significhi davvero questa parola? E, di conseguenza, che cosa s’intende per “ripresa economica”? Cos’è che si riprende, quando c’è ripresa? Vediamolo subito. E, subito dopo, andiamo a vedere cosa ci dice l’Istat, l’Istituto di statistica, sull’economia mondiale e italiana ad aprile.

Premessa: che cosa si intende per “economia”?

Ci viene in soccorso la preziosissima Treccani. Come? Spiegandoci innanzitutto che “nella lingua italiana la parola ‘economia’ indica due concetti diversi: un insieme di attività e una scienza”. Per farvela breve, vi diciamo che il primo concetto si riferisce all’insieme delle risorse presenti in una certa area e alle attività svolte per utilizzare tali risorse; il secondo, allo studio di tutte queste attività. Sul palcoscenico dell’economia si muovono tre attori, tutti e tre – come direbbe l’Academy che assegna gli Oscar del cinema – con un “leading role”: famiglie, imprese e Stato.

Si tratta, ovviamente, di tre attori che in scena interagiscono. In particolare:

  • i componenti adulti delle famiglie lavorano per le imprese e in cambio ricevono un salario, che destinano in parte al risparmio e in parte all’acquisto di beni e servizi prodotti dalle imprese stesse; in aggiunta, versano tasse e imposte allo Stato, ottenendo da esso servizi e sussidi (per esempio, sotto forma di pensione);
  • le imprese producono e vendono i beni e i servizi, pagano il salario ai lavoratori e versano tasse e imposte allo Stato; questo, per contro, trasferisce loro quote di denaro (i sussidi, per dirne una);
  • lo Stato percepisce le tasse pagate da famiglie e imprese e provvede a fornire servizi pubblici (istruzione, sanità, strade) e sussidi.

Tutto questo fitto intreccio ha un nome: si chiama, ci dice la Treccani, “sistema economico”. Ai tre attori “in a leading role” se ne aggiungono sul palcoscenico altri non meno importanti: banche e Paesi esteri, per esempio. E la trama, naturalmente, s’infittisce. Ma, tornando all’Istat, la domanda è: cosa ci racconta la trama del mese di aprile?

Nota dell’Istat sui dati di aprile: come siamo messi?

A cadenza mensile, il nostro Istituto di statistica pubblica una nota che fa il punto sull’economia a livello globale e locale. Una nota che ci dice come sono messe le famiglie e le imprese: come se la passano i consumi, la produzione, il mercato del lavoro? Perché è ovvio che se la situazione migliora per le famiglie, le famiglie tornano a spendere, e se spendono le imprese ci guadagnano, e se ci guadagnano possono investire e assumere di più. Insomma, cosa dire a un anno e più dall’esplosione della pandemia di Covid-19?

Lato mondo, ci spiega l’Istat, “la ripresa economica, proseguita nelle ultime settimane grazie ai progressi delle campagne vaccinali e agli stimoli di bilancio, resta caratterizzata da dinamiche molto eterogenee fra Paesi e settori produttivi. Mentre le attività dei servizi legate al turismo e alla cultura stentano ancora a ripartire, il comparto industriale ha continuato a crescere, sostenendo il recupero degli scambi mondiali di merci in volume”.

Ripresa in corso, ma a diverse velocità

In particolare, “la crescita nei primi mesi dell’anno si è consolidata in Cina e negli Stati Uniti mentre nell’area euro la necessità di nuove misure di contenimento per contrastare la terza ondata del Covid-19 ha frenato l’attività economica”. Qui da noi, nella zona della moneta unica, le prospettive per i prossimi trimestri “indicano un miglioramento legato anche all’imminente disponibilità delle prime risorse finanziarie gestite in ambito Recovery and Resilience Facility”.

Nel frattempo, “i provvedimenti nazionali di sostegno all’occupazione hanno contribuito a contenere l’impatto della crisi pandemica sul mercato del lavoro”. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il picco dell’8,7% tra agosto e settembre 2020, dopodiché è tornato a scendere posizionandosi all’8,1% a marzo, sopra i livelli pre-crisi (7,1% a marzo 2020). Altro indicatore che in genere si monitora per capire come se la passano le famiglie è quello dei consumi: anche le vendite al dettaglio, ci dice l’Istat, “hanno continuato la fase di recupero, segnando a marzo un incremento del +2,7% su base congiunturale dopo il +4,2% del mese precedente”.

Come sta l’Italia? Il punto dell’ISTAT sulla nostra economia

La stima preliminare dell’Istituto di statistica ci dice che nel primo trimestre del 2021 il Prodotto Interno Lordo italiano ha segnato un -0,4% rispetto al trimestre precedente, quando la variazione trimestre su trimestre era stata del -1,8%. Un po’ meglio, quindi, grazie all’aumento del valore aggiunto dell’industria. Di segno diverso, invece, il valore aggiunto delle attività dei servizi, condizionato “dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria”. Cosa aspettarsi per i prossimi mesi? Le attese, ci dice l’ISTAT, “suggeriscono un generalizzato miglioramento”.

Il mercato del lavoro, dal canto suo, continua a mostrare moderati segnali di miglioramento, “in un contesto caratterizzato da elevati livelli di incertezza soprattutto sulle tempistiche di rientro delle misure relative al mantenimento dei contratti di lavoro”. A marzo il tasso di occupazione si è attestato al 56,6%, sintesi di un aumento dell’occupazione maschile (+0,3%) e di una flessione di quella femminile (-0,1%). Ad aprile, poi, la stabilizzazione delle vendite al dettaglio e i segnali positivi per la domanda di lavoro “si sono accompagnati a un miglioramento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori diffuso a tutte le componenti”.

L’inflazione che verrà: le attese di aziende e consumatori

E sempre ad aprile è proseguita la crescita dell’inflazione. In base alla stima preliminare, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il NIC) ha registrato un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima pari al +1,1%. Un’accelerazione che “continua a riflettere principalmente gli effetti dei rincari segnati negli ultimi mesi sui mercati internazionali dal petrolio e dalle altre materie prime”. L’inflazione di fondo – tolti energetici e alimentari freschi – ha registrato invece una decisa decelerazione, con un +0,3% anno su anno dal +0,8% su base annua di marzo.

In prospettiva, le imprese prefigurano rincari dei listini in tutti i settori, soprattutto nella manifattura, e tra i consumatori aumenta il numero di quanti, secondo l’Istat, “si aspettano un aumento dei prezzi nei prossimi mesi”.

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