La scuola va in rete

In classe si cambia sistema: tutte le novità, dalle iscrizioni online alle pagelle sul web...

Fedeli alla linea. Quindi: meno carta, meno lettere e circolari, basta con i registri di classe e libretto dello studente. Invece, più documenti elettronici e procedure da gestire online.

Cambia tutto. Già da come si presenta, si capisce che è una piccola rivoluzione. Prima di tutto per gli studenti, che non hanno più a che fare con libretti delle assenze e pagelle da portare a casa. Per loro sarà anche molto più difficile, se non impossibile, imboscarsi in qualche bar facendo credere di essere stati a scuola, perché i genitori lo potranno verificare in qualsiasi momento, collegandosi al sito internet della scuola, dopo aver digitato nome e password. E il web sarà anche la strada che dovranno prendere valutazioni, note e altri commenti inseriti dagli insegnanti tramite un pc o un tablet.

Nel nome del risparmio. Tutto più semplice, più veloce ma soprattutto più economico. Dal nuovo sistema scolastico si attendono risparmi consistenti, che sono stati quantificati in 4 milioni di euro per la scuola primaria: l’equivalente di circa due euro ad alunno. Ogni studente di scuola media, invece, costerà alla pubblica amministrazione 6 euro in meno rispetto ai costi previsti dalla legislazione precedente, per un totale risparmiato di 10 milioni di euro, mentre alle superiori si potrà contenere la spesa di altri 16 milioni di euro. In totale, quando il sistema sarà a regime, la somma rimasta in cassa raggiungerà i 30 milioni di euro.

Salviamo gli alberi. Un risultato di tutto rispetto, che si dovrebbe tradurre in meno tasse per i cittadini, meno spostamenti dei genitori per partecipare ai colloqui in classe, e alla fine meno inquinamento. A questi vantaggi, volendo, si può anche aggiungere il minor impatto ambientale dovuto al consumo di carta ridotto. Il che non guasta.

Blocchi di partenza. Il nuovo sistema è già realtà – o almeno così dovrebbe essere – dall’inizio dall’anno scolastico 2012/2013, cioè dallo scorso settembre. Il vero banco di prova, però, l’ha avuto pochi giorni fa, all’apertura delle iscrizioni online il 21 gennaio scorso. Non si tratta di una novità: la possibilità di iscrivere i propri figli a scuola per via telematica, esisteva già e l’anno passato ed è stata scelta da 5.300 famiglie. Ora però è obbligatoria e fino al 28 febbraio, data ultima per presentare le domande, coinvolgerà circa un milione e 700 mila studenti.

Tutto liscio, o quasi. Nonostante i prevedibili intoppi delle prime ore – il sito web del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) è stato letteralmente preso d’assalto – la procedura sembra funzionare, salvando quasi 5 milioni di fogli di carta, mentre le segreterie scolastiche, che non dovranno più trascrivere a mano i dati di ogni iscritto, risparmieranno 84 mila ore di lavoro.

Conti in tasca. Ma, al di là dei grandi numeri,

Per gradi. Tutto bene dunque? Non proprio: anche con un quadro complessivamente positivo, le magagne non mancano. La prima riguarda le scuole, che dopo anni di mancati investimenti, soprattutto in tecnologia, non sono sempre pronte ad adeguarsi ai nuovi metodi. Ma questo, secondo il Miur, sarà un anno di transizione: come dire, alla completa digitalizzazione ci arriveremo per gradi e per un po’ carta e web dovranno per forza convivere. Intanto sono stati stanziati 31 milioni di euro per dotare di pc gli insegnanti di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, mentre altri 24 milioni sono in arrivo.

Digitalmente diversi. Il secondo punto riguarda invece i genitori e si può esprimere con una parola: digital divide. È il divario digitale che colpisce il 45% delle famiglie italiane che non hanno accesso a internet. Quelle con almeno un figlio in età scolare, per fortuna, sono di meno: 350 mila, circa due su dieci. Per loro, assicurano al ministero, sarà disponibile il supporto delle segreterie: in pratica non dovranno fare altro che recarsi nella scuola prescelta e il personale li aiuterà a iscrivere il figlio seguendo la procedura online. Ma la soluzione al problema è solo rimandata: per tenersi aggiornati sui progressi negli studi, scaricare le pagelle (che anche così continuano ad avere valore legale) e controllare i registri di presenza avranno sempre bisogno di un computer e dell’accesso al web.

Un aiuto in casa. E se non è il collegamento alla rete quello che manca ma solo un minimo di dimestichezza con le nuove tecnologie? Beh, è probabile che almeno per questa volta saranno i genitori ad andare a lezione dai figli, i quali li guideranno lungo l’iter da seguire facendogli compiere le mosse giuste. In alternativa si può cercare aiuto online: il portale Scuolamia, curato dal Miur, offre tutte le indicazioni necessarie. Però, evidentemente, almeno in internet bisogna saperci andare.

Senza fretta. Se con il computer non ci si sente a proprio agio, l’ultima cosa da fare è farsi prendere dalla frenesia di completare al più presto l’iscrizione a scuola: per farlo, si diceva, c’è tempo fino al 28 febbraio e se qualche istituto non sarà in grado di accogliere tutte le domande, non saranno certo i primi arrivati ad avere la precedenza. Chi si vuole iscrivere deve prima cercare l’istituto a cui rivolgersi sul sito Scuola in Chiaro. Poi, sul Portale delle Iscrizioni trova tutte le istruzioni per registrarsi e compilare il modulo che andrà inoltrato alla scuola prescelta. A conferma dell’avvenuta iscrizione si riceverà una mail che certifica che tutto è andato per il verso giusto.

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