Lettori a confronto

Il servizio di Google per raccogliere e organizzare le notizie sul web sta per chiudere. Ecco le alternative...

Cessata attività. La notizia che da qualche tempo sta agitando il mondo della Rete è questa: dal prossimo 1° luglio il servizio di Google Reader chiuderà i battenti. Un duro colpo per gli internauti, che per convincere l’azienda di Montain View a rinunciare ai suoi progetti hanno dato vita a una petizione sul sito specializzato Change.org: nel momento in cui scriviamo le adesioni sono più di 130 mila. Le buone nuove, invece, sono due: anche quando il servizio non funzionerà più i dati accumulati dagli utenti non andranno persi. E, cosa ancora più importante, esistono valide alternative in grado di non farne rimpiangere le funzioni.

Di cosa si tratta. Detto questo, e tranquillizzati gli animi più apprensivi, resta da capire cos’è Reader e a che cosa serve. Si potrebbe cercarne la definizione in Internet e scoprire che è un “aggregatore di feed”, ma non si farebbero molti passi avanti nella comprensione. Meglio quindi partire da un po’ più lontano e procedere con ordine.

In parole povere. Con un linguaggio più figurato, potremmo dire che Google Reader – come anche gli altri aggregatori di feed: la definizione in sé è corretta – è un contenitore virtuale in cui raccogliere e ordinare siti internet, blog e notizie dal web. Invece di collegarsi, uno alla volta, a ogni indirizzo oggetto della nostra attenzione, ci si ritrova il contenuto che più interessa, e solo quello, già scaricato e ordinato insieme agli altri, pronto per essere letto su computer, tablet o telefonino.

Solo le novità. Non è tutto qui. Gli aggregatori come Reader controllano periodicamente i siti di informazione e i blog preferiti alla ricerca di nuovi contenuti: basta specificare gli indirizzi internet che si vogliono tenere d’occhio e il gioco è fatto. Grazie alla tecnologie Rss (in realtà si tratta di un protocollo di comunicazione) interpretano i feed, cioè i flussi di informazioni che provengono dal web. In questo modo sono sempre aggiornati e scaricano le nuove notizie contrassegnandole con la data di pubblicazione. Non troppo diversamente, in questo, da quanto accade con i messaggi di posta elettronica. In più una volta ottenuti, i contenuti “aggregati” possono essere riordinati per gruppi, condivisi con gli amici, inviati via email eccetera.

Prima della fine. Iscriversi a Google Reader è facile e gratuito, basta registrarsi con nome e password (se si possiede un account Gmail va bene quello) e si può subito iniziare a raccogliere notizie: non serve neppure scaricare un programma perché tutto avviene online. Fino alla fine di giugno, però, perché dal 1° luglio, fa sapere la società di Montain View, il servizio non sarà più attivo. Chi vorrà conservare le proprie impostazioni (elenco dei siti seguiti, elementi condivisi, note e commenti eccetera) lo potrà fare con Takeout, un altro servizio di Big G che permette di scaricare tutti questi dati in un formato aperto, utilizzabile con altri programmi.

Passaggio indolore. Già, perché scattata la fatidica data, l’unica possibilità per continuare a usufruire di un servizio di questo tipo sarà rivolgersi altrove. Ma per fortuna, come si diceva, le alternative non mancano. In pole position c’è Feedly, che dall’annuncio di chiusura di Google Reader ha registrato oltre 500 mila nuovi iscritti in 48 ore. Merito probabilmente della promessa di una transizione automatica e senza scosse di tutti i propri dati: il servizio, che per il momento si basa ancora su Reader per la sincronizzazione dei feed tra i vari dispositivi, in futuro userà l’interfaccia di programmazione (Api) di Google, diventandone una sorta di clone, ma con qualche modalità di visualizzazione in più. È disponibile gratuitamente per iOs, Android, oltre che naturalmente per computer.

Interfaccia lineare. È simile a Reader anche NewsBlur, che si distingue per l’interfaccia pulita e lineare. Anche in questo caso, oltre che per browser web è disponibile nelle versioni per iOS e Android. Gratuitamente ma con alcune limitazioni: per esempio si possono seguire fino a 12 siti internet e e scaricare solo dieci flussi di notizie per volta. Per abbattere queste restrizioni occorre pagare un abbonamento annuale di 24 dollari. Per i veri nostalgici, invece, c’è The Old Reader, un aggregatore che, come dice il nome, si rifà all’aspetto che aveva Reader prima del suo restyling, nel 2011. È gratuito ma non esistono al momento versioni mobile.

A portata di mano. Tra i veterani degli aggregatori c’è anche NetVibes: pensato per le aziende come una sorta di “cruscotto” (dashboard) in cui riunire sullo schermo diverse applicazioni, è anche un potente lettore di feed Rss. In più offre la possibilità di personalizzare la propria homepage come succede con iGoogle. È gratuito nella modalità Basic ma non dispone di versioni per tablet e smartphone.

Magazine elettronico. Chi cerca invece uno strumento tagliato su misura per il mobile, può rivolgersi alle cosiddette applicazioni di social-news, che fra i criteri di scelta e aggregazione delle notizie ammettono anche quelli propri di social network, per esempio gli articoli che hanno ricevuto più “Mi piace” in Facebook o quelli più inoltrati su Twiter. Fra questi c’è Pulse, disponibile gratuitamente per web, iOS e Android, con cui è possibile raccogliere le proprie fonti preferite e condividerle con gli altri utenti della Rete. L’interfaccia in stile magazine è molto accattivante, anche se meno intuitiva di quella dei classici feed Rss.

Da tenere in tasca. È visivamente abbastanza simile Flipboard (gratuito), che a differenza degli strumenti citati in precedenza è destinato alla sola utenza mobile: tablet e smartphone sia iOS che Android. Appena installato chiede di poter accedere agli account Facebook e Twitter e permette di creare una sorta di rivista personalizzata sulla base dei contenuti condivisi. Qualcosa di simile fa anche Zite (gratuito, per tutte le piattaforme mobile) che però tiene traccia degli articoli scelti di volta in volta in modo da configurarsi da solo senza l’intervento del proprietario.

Per uso personale. Per finire resta da citare Google Current e Feedly. Il primo, disponibile gratuitamente per iOS e Android, è una via di mezzo tra Rss reader e una vetrina di magazine simile a quella di Flipboard. Feedly (gratis per iOS, Android, e web), invece, si distingue per le tante possibilità di personalizzazione: dopo aver effettuato l’accesso con un account Facebook o Twitter, si possono personalizzare i feed e sincronizzarli con qualsiasi dispositivo.

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