Mettere da parte le lattine per vivere meglio: 371mila tonnellate di Co2 in meno nell'aria. Ecco perché dobbiamo dobbiamo fare la differenziata...
31 milioni di tonnellate. Nel mondo si producono 31 milioni di tonnellate di alluminio all’anno, di queste 7 milioni di tonnellate vengono dal riciclo.
Terzi. Dopo Stati Uniti e Giappone, l’Italia è il terzo paese al mondo per il riciclo dell’alluminio.
Meno 371 tonnellate di Co2. Nel 2010, nel nostro Paese, sono state raccolte oltre 46.500 tonnellate di alluminio da avviare al riciclo, una quota pari al 72,4% dell’immesso sul mercato (dati CiAl) che ha consentito di evitare l’emissione di 371mila tonnellate di CO2 e 160mila tep (tonnellate equivalenti petrolio).
Vantaggi. Il riciclo dell’alluminio consente un risparmio del 95% dell’energia che sarebbe necessaria per produrre nuovo materiale dalla materia prima, la bauxite. Recuperarlo, oltre ad un risparmio di risorse, garantisce un vantaggio ecologico: la mancata estrazione e lavorazione di una tonnellata di materiale fa risparmiare 9,9 tonnellate di CO2.
Una lattina. Per produrre l’alluminio necessario per una lattina da 33 cl del peso di 16 grammi vengono inquinati 38 metri cubi di aria (quanto una stanza); 18 litri di acqua (53 volte la sua capienza); 30 centimetri cubi di suolo e vengono prodotti 24 grammi di anidride carbonica (1,5 volte il proprio peso). (fonte: WWF)
Energia risparmiata. Riciclando una lattina in alluminio si risparmia l’energia necessaria per tenere acceso per 3 ore un televisore da 14″; con un kg di alluminio riciclato, l’energia di 210 lampadine accese per un’ora. Per un chilo di alluminio riciclato servono 71 lattine vuote.
Caratteristiche “green”. L’alluminio è considerato un metallo “green” perché:
• può essere riciclato al 100% e infinite volte senza perdere le sue caratteristiche originarie.
• è leggero. Pesa un terzo di ferro, acciaio, rame, bronzo, ottone e, quindi, è meno costoso da trasportare.
• a parità di costo e di peso, conduce più velocemente calore di qualsiasi altro metallo. Essendo un ottimo conduttore termico, è usato per pentole da cucina, caffettiere, thermos, tostapane, tortiere, scaldabagni, boiler, forni, ferri da stiro, radiatori, caldaie…
• a parità di peso, ha una conducibilità elettrica doppia rispetto al rame. Questo lo rende adatto per i conduttori ad alto voltaggio e per le filettature delle lampadine.
• è resistente al fuoco. Non bruciando, non produce fumi tossici.
• resiste alla corrosione e all’acqua. Non arrugginisce e dura a lungo. Per questo è particolarmente utilizzato nell’industria dei trasporti e nell’edilizia.
• è atossico e igienicamente sicuro. Non altera il gusto e il colore degli alimenti che contiene, li protegge dalla luce, dall’aria, dall’umidità, dagli odori e dai microrganismi.
Due miliardi di lattine. In Italia, ogni anno, si consumano quasi due miliardi di lattine. In Europa se ne producono più di 25 miliardi di lattine (dati 2008). Negli Stati Uniti, 130 miliardi.
Dalla Terra alla Luna. Dal 1985 ad oggi sono stati raccolti e riciclati 4 miliardi e 200 milioni di lattine, che messe una sopra l’altra coprono una volta e mezza circa la distanza che divide la Terra dalla Luna (fonte Cial).
30 lattine pro-capite. Ogni italiano consuma mediamente 30 lattine all’anno.
Tutto parte da noi. Il processo di riciclo inizia nelle nostre abitazioni, con la raccolta differenziata. Lattine, scatolette per alimenti, tappi per bottiglie e vasi, tubetti, vaschette, fogli per alimenti, involucri da cioccolata, coperchietti dello yogurt, blister… tutto finisce nel cassonetto dell’alluminio. Occorre però fare attenzione a non confonderlo con la banda stagnata o il ferro (basta una calamita: la banda stagnata è magnetica, l’alluminio no). Oltre al colore e al tatto, verificare sempre che sia presente sul prodotto la sigla “AL” oppure “ALU” all’interno di un esagono. Non vanno con l’alluminio i contenitori etichettati “T” e “F” perché contengono prodotti chimici.
Lingotti d’alluminio. Tutto quello che buttiamo, una volta raccolto e selezionato, viene fuso in lingotti e venduto. «C’è esportazione dei nostri lingotti: le aziende automobilistiche tedesche acquistano l’alluminio per componenti dei loro modelli. Il riciclo è un percorso industriale e manifatturiero sia a valle, quando pensiamo alla raccolta, alla selezione e al lavoro fatto nelle fonderie, dov’è prodotto il nuovo materiale, sia a monte visto che il fatturato del settore degli imballaggi in alluminio, industrie specializzate in laminati con i quali si fanno, ad esempio, le lattine, è pari a 12 miliardi di euro» (Gino Schiona, direttore del Cial, al Corriere della Sera).
52 euro a tonnellata. Dal 2003 il Cial promuove il recupero dell’alluminio pagandolo 52 euro a tonnellata. Per il ritiro occorre un minimo di 300 chili. Raccogliendolo e rivendendolo, diverse organizzazioni non profit e cooperative sociali (WWF, Legambiente, Mani Tese, Avis ed Aido…) riescono ad autofinanziarsi in parte.
Vuoto a rendere. In Piemonte è attivo da qualche tempo Ecobank, un impianto per la raccolta differenziata che sfrutta il meccanismo del vuoto a rendere: portando le lattine vuote (non schiacciate), si riceve un bonus in euro da spendere nei negozi e nei supermercati convenzionati. Il vantaggio è duplice: le pubbliche amministrazioni abbattono i costi della raccolta differenziata e i cittadini guadagnano dalla differenziazione dei rifiuti. Per ora i punti sono a Torino, Alessandria e Valenza.
Oggetti “riciclati”. Tutte le caffettiere prodotte in Italia sono realizzate con alluminio riciclato, così come il 90% di pentole e padelle. Per una moka da tre occorrono 37 lattine; per una bicicletta, 800; per il cerchione di un’auto, 600; per un paio di occhiali, 3; per una padella, 70; per un monopattino, 130.
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