Piccoli consumatori responsabili crescono

Educare i bambini al risparmio e al rispetto dell'ambiente con la regola delle "quattro erre": i consigli per trasformarli in cittadini coscienziosi...

L’educazione, un divertimento. «Nei primi anni l’educazione sia una specie di divertimento; vi sarà così più facile scoprire le inclinazioni naturali» (Platone).

I bambini e il rispetto dell’ambiente. Il rispetto della natura è un baluardo dell’essere cittadino e del far parte di una comunità. Ma come educare anche i più piccoli a un consumo ambientale responsabile? Sia la scuola, dove i bimbi iniziano a confrontarsi con alcuni termini (riciclaggio, effetto serra, buco nell’ozono ecc.), sia la famiglia, in questo senso possono, e devono, fare molto.

La regola delle “quattro Erre”. La regola delle “quattro Erre”, introdotta nel 1997 da un decreto dell’allora ministro dell’Ambiente Edoardo Ronchi. Significa “riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero”. Il suo obiettivo, «far perdere ai rifiuti il connotato di “cosa sporca e inutile” per diventare una vera e propria risorsa» (così sul sito del CiAl, Consorzio imballaggi alluminio).

Che cos’è la riduzione. La riduzione, cioè la minore produzione di rifiuti all’origine. Per sensibilizzare i più piccoli, gli educatori devono spiegare loro che è necessario:

–       preferire prodotti con imballaggi costituiti da minor materiale;

–       evitare prodotti in cui le singole porzioni sono a loro volta avvolte in singoli involucri;

–       andare a fare la spesa portando la borsa, preferibilmente di juta o cotone, da casa;

–       scegliere prodotti di uso quotidiano sfusi;

–       preferire le eco-ricariche per i detersivi.

Il riutilizzo. Il secondo passo è indirizzare i piccoli verso il riutilizzo. Il prodotto va utilizzato più volte così da diminuire il bisogno di uno nuovo. Grandi e bambini possono:

–       usare un certo materiale, per esempio un abito o un giocattolo, più volte;

–       optare per i contenitori con vuoto a rendere;

–       riutilizzare gli imballaggi in casa;

–       preferire le pile ricaricabili o gli oggetti alimentati sia a batteria che a rete.

Il riciclo. Il terzo passo è il riciclo: ciò che non serve più viene trasformato per essere poi utilizzato per altri scopi. I consumatori hanno il compito di:

–       selezionare tipi diversi di materiale dai rifiuti;

–       adottare la raccolta differenziata.

Il recupero. Il quarto passo è il recupero, la valorizzazione del rifiuto per ricavare altra materia o energia:

–       i rifiuti non riciclabili possono essere bruciati, attraverso i termovalorizzatori, per produrre energia o utilizzati per creare oggetti completamente diversi da quelli di origine.

Le “quattro Erre” a cartoni animati. Per spiegare tutto questo ai bambini si possono sfruttare le nuove tecnologie e i cartoni animati. Un buon punto di partenza, su YouTube, sono gli episodi della serie Due amici per la Terra, scritta da Marco Gisotti e prodotta da Rai Fiction e Union Contact, in cui il protagonista, Raimondo, spiega al suo piccolo amico, Pietro, che tutti possono fare qualcosa per l’ambiente.

I bambini imparano a riciclare già a tre anni. Già a tre anni i bambini possono imparare a selezionare i rifiuti e l’esempio dei genitori è fondamentale. Dopo, sarà la scuola a insegnare loro a suddividere i materiali e a spiegare in quali contenitori buttarli. Guidagenitori.it consiglia alcuni libri che i genitori possono leggere insieme ai loro figli. Tra le pubblicazioni c’è anche Dove vanno e come si riciclano i rifiuti, di Peter Nielander (La Coccinella Edizioni 2007), adatto dai cinque anni in su.

Rigiochiamo, e il giocattolo si ricicla. Fantambiente.com è un sito che si occupa di sensibilizzazione alla sostenibilità. Quest’anno promuove “Rigiochiamo”, «progetto ecologico solidale rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia e primarie, alle famiglie e al territorio», che lega le “quattro Erre” al tema del giocattolo. Gli istituti scolastici che aderiscono al progetto avranno a disposizione, oltre ai box per la raccolta dei giocattoli, un kit ludico-didattico che spiega ai bambini i concetti basilari del riutilizzo e del riciclo. In questo modo i piccoli sono educati anche alla solidarietà e all’altruismo, imparando a donare oggetti ancora in buono stato ai meno fortunati.

Coltiva il tuo sogno. ING Direct ha lanciato Coltiva il tuo sogno, progetto di educazione al risparmio per la scuola primaria. Obiettivo: assumere un atteggiamento consapevole nelle pratiche di consumo e saper scegliere nel rispetto dell’ambiente e delle risorse. Con il concorso “Semi di futuro”, inoltre, ING Direct ha destinato 30 euro a ING Chances for Children per ogni elaborato inviato dalle classi, somma utile a finanziare un anno di frequenza scolastica di un bambino in Etiopia, India o Zambia.

Consumatori responsabili anche da piccoli. Essere consumatori responsabili vuol dire anche prendere confidenza con il denaro e con il suo valore. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie, che a volte faticano nello spiegare ai propri piccoli l’importanza dei soldi, Altroconsumo.it ha realizzato un gioco interattivo e gratuito che permettere anche ai bambini (suddivisi in fasce di età dai 6 ai 9 anni e dai 10 ai 14) di familiarizzare con il risparmio. Guidati da un folletto, i piccoli imparano così le regole fondamentali per difendersi da una pubblicità troppo invasiva, prendono confidenza con la sicurezza alimentare e scoprono che, in qualità di consumatori, hanno dei diritti.

Gli stratagemmi del risparmio. Stratagemmi del risparmio da spiegare ai bambini anche nel comportamento quotidiano: chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci si lava i denti o mentre ci si insapona sotto la doccia, spegnere la luce quando si esce dalla cameretta ecc.

Educare con la paghetta. Questione sempre molto dibattuta è, infine, la paghetta, quella somma di denaro che molti bambini ricevono con regolarità dai genitori. L’età migliore per iniziare a darla ai propri figli è intorno ai sette anni. Genitoricrescono.com spiega che è uno strumento educativo se:

–       è adeguata all’età, alle esigenze e al reddito della famiglia;

–       è rigida (non ha senso stabilire una somma e poi fare regali ai bambini);

–       è effettivamente utilizzata;

–       è spesa in autonomia. In questo modo i bambini impareranno, anche sbagliando e spendendola tutta in una volta, a dare valore al denaro e a gestirla al meglio nel corso del tempo.

Inoltre è importante insegnare ai più piccoli a custodire una parte della paghetta in un salvadanaio: così sarà possibile poi concedersi qualche spesa extra.

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