La Grecia torna sul mercato dei capitali con l’emissione di un bond: la crisi si può dire superata?
Il Paese Ellenico, epicentro della crisi dell’Europa del 2009, è in procinto di tornare sul mercato dei capitali, un avvenimento che non accadeva da ben dal 2014.
Il punto della situazione. Proprio lo scorso mese la Grecia è stata la protagonista di un lungo tira e molla con i principali creditori (Fondo monetario Internazionale, Commissione UE e BCE) che, dopo varie discussioni e mancati accordi, hanno concesso una nuova linea di credito permettendo al Paese di respirare almeno nel breve periodo. In totale, ad oggi, i creditori hanno fornito circa 226 miliardi di euro in fondi di salvataggio per tenere a galla la Grecia, in cambio delle ben note politiche di austerity e riforme strutturali. Da un lato, tali riforme non fanno altro che aumentare il malcontento della popolazione che ancora non vede un’uscita concreta alla crisi: molte famiglie vivono con uno stipendio minimo di 480 euro.
Il ritorno sul mercato dei capitali. Dopo le vicende del mese scorso ecco la sorpresa: la Grecia ha recuperato sul mercato dei capitali circa tre miliardi di euro in merito alla vendita del nuovo bond con scadenza cinque anni. Per incentivare maggiormente l’acquisto, il Governo ha invitato i passati detentori delle obbligazioni in scadenza nel 2019 ad utilizzare il proprio titolo di credito per comprare il nuovo bond con una scadenza maggiore. Una manovra che permetterebbe un rendimento agli investitori non di poco conto, considerati gli attuali tassi d’interesse e d’altro canto un respiro più di lunga durata al Paese. Al momento il rendimento a scadenza del nuovo bond a cinque anni si aggira intorno al 4,62% rispetto al 4,95% di un bond simile nel 2014, un segno che il rischio del Paese è calato. Per avere conferma di tale ipotesi basta osservare il problema più in generale. Andando a considerare le obbligazioni a dieci anni si nota come, dal grafico sottostante, il rendimento sia ormai sceso ai minimi:
Dopo che negli anni bollenti tra il 2011 e il 2012 (non si parlava nient’altro che di Grexit e dei possibili effetti sull’Europa) il rendimento delle obbligazioni greche a 10 anni ha toccato circa il 35%, oggi la situazione sembra essere migliorata; i livelli di rendimento dei tassi sono tornati a quelli degli anni pre-crisi del 2009. La diretta conseguenza è che la Grecia è percepita come un Paese che fa meno paura sui mercati e all’Europa.
Perché la Grecia dovrebbe richiedere debito? Con quest’operazione di finanziamento sui mercati, il Governo Tsipras sta provando a costruire una strada che permetta di accelerare l’uscita dalla crisi: impiegando in modo efficiente le poche risorse a disposizione. Con l’emissione di obbligazioni il Paese avrebbe più risorse per l’alimentazione del Paese; basti pensare che nel 2019 la Grecia necessiterebbe un fabbisogno monetario pari a circa 19 miliardi di euro. Anche se la Grecia non è riuscita a ridurre il proprio debito pubblico, che si aggira intorno al 180% del PIL, S&P ha di recente modificato in modo positivo il rating greco, portandolo a B-, un invito in più a rivolgersi al mercato. Il buon collocamento dell’obbligazione in questione, potrebbe portare a una maggiore indipendenza finanziaria, alleggerendo la morsa dei principali creditori istituzionali. La crisi ancora non può considerarsi totalmente superata e il Paese presenta ancora notevoli scricchiolii, si trova tuttavia sulla strada giusta e il peggio potrebbe essere ormai alle spalle.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.