Tutti pazzi per le SPAC. Ma cosa sono?

Consentono alle piccole e medie imprese di quotarsi in Borsa con meno tempo e denaro rispetto alla classica IPO: scopri pro e contro per gli investitori

Negli Stati Uniti c’è stata una vera e propria esplosione nel 2020 e anche qui da noi inizierai a sentirle nominare con una certa insistenza. Stiamo parlando delle SPAC, acronimo di Special Purpose Acquisition Company: sai cosa sono? In estrema sintesi, si tratta di un veicolo che permette alle piccole e medie imprese di quotarsi in Borsa risparmiando tempo e denaro rispetto a un’IPO (Initial Public Offering) tradizionale. Ok, ma come funziona?

Ecco come funziona una SPAC

In pratica, una SPAC è una sorta di “scatola vuota” – ovvero una società senza bilanci né attività specifiche – che viene creata da un cosiddetto “sponsor”, di solito noto investitore con esperienze specifiche in determinati settori, con lo scopo di quotarsi tramite IPO. Inizialmente, dunque, lo sponsor si assume tutto il rischio dell’operazione.

Quotandosi, la SPAC raccoglie capitale: solitamente le sue azioni hanno un prezzo convenzionale (10-20 dollari). Con questo capitale, lo sponsor cerca poi un’azienda non quotata e promettente con requisiti adeguati in rapporto al progetto di investimento, da presentare al mercato come obiettivo della successiva “business combination”. Una volta trovata – e dopo tutte le approvazioni del caso – la società prescelta viene acquisita dalla SPAC e, completata l’operazione di fusione, si ritrova quotata in Borsa.

Lo sponsor diventa azionista: e poi?

A questo punto, chi ha acquistato quote della SPAC si ritrova azionista della società target. Va detto che gli investitori possono decidere di ritirarsi una volta scelta la società target, nel caso non credessero nelle sue potenzialità, ottenendo il rimborso di quanto versato: insomma, è un appuntamento al buio, ma con una via d’uscita. Inoltre, onde evitare che lo sponsor ci metta 20 anni per decidersi, la “business combination” deve avvenire entro 24 mesi dall’IPO. Altrimenti la SPAC si scioglie e gli investitori vengono rimborsati.

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La reputazione del manager fa la differenza

Ma perché mai un investitore dovrebbe consegnare un assegno in bianco a uno sponsor? Qui sta uno dei punti cruciali delle SPAC: moltissimo si gioca sulla reputazione del manager che ci sta dietro – dal curriculum alle competenze, fino alla sua notorietà. È lui (o loro) la garanzia dell’intera operazione.

Le caratteristiche fondamentali delle SPAC – un fenomeno che su scala mondiale vale oggi circa 101 miliardi di dollari – sono dunque essenzialmente due: una robusta cassa, ovvero disponibilità liquida, e un discreto fiuto nell’individuare le potenzialità di un’azienda. Per le società target, i vantaggi sono evidenti: la SPAC offre infatti la possibilità di reperire nuove risorse e ricevere un contributo manageriale da parte dei promotori. Ma soprattutto, consente di semplificare enormemente il processo di quotazione, accorciando i tempi e abbattendo i costi.

Ma quali sono i vantaggi per gli investitori?

Come tutte le cose, le SPAC hanno vantaggi e svantaggi.

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A giudicare dai numeri, comunque, i vantaggi superano nettamente gli svantaggi. Negli Stati Uniti per esempio – complice anche una regolamentazione leggermente diversa, che appare ancora più favorevole per gli investitori – solo nel 2020 sono state lanciate circa 250 SPAC, per una raccolta di oltre 35 miliardi di dollari (quasi il triplo rispetto al 2019). Il valore totale delle SPAC americane è salito così a 83 miliardi sui 101 globali. E il 2021 non appare da meno, se si pensa che sono già state quotate 165 SPAC per un totale di circa 50 miliardi di dollari.

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E in Italia?

Anche qui da noi il fenomeno sta ritrovando una certa popolarità. Questi veicoli sono stati introdotti in Italia nel 2011. Da allora, stando ai dati forniti di recente da Borsa Italiana, sono state 29 le SPAC ammesse sui mercati (5 sul Miv e 24 sull’Aim) per un totale di 3,8 miliardi di euro di capitali raccolti. Nello specifico:

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Senza dubbio, una delle SPAC più famose in Italia è Spaxs, lanciata dall’ex CEO di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, che poi ha dato vita alla banca Illimity.

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