Startup, il club delle miliardarie

: Nel Billion dollar startup Club del Wall Street Journal vincono le aziende che operano sul web. Sul podio Xiaomi, Dropbox e Palantir che hanno scommesso sulla rete. Zalando la prima tra le europee...

“Bilion Dollar Startup Club”, il club delle startup più ricche al mondo. Il Wall Street Journal ha pubblicato la classifica delle trenta startup mondiali valutate più di un miliardo di dollari. Delle aziende presenti nel “Bilion Dollar Startup Club”, 25 sono americane, otto cinesi, tre europee. Le prime due posizioni della classifica sono occupate a pari merito dalla cinese Xiaomi e dall’americana Dropbox. La prima azienda europea, la tedesca Zalando, è quinta. Nel club dei miliardari non c’è alcuna startup italiana.

Xiaomi, Dropbox e Palantir sul podio. Fondata nel 2010, Xiaomi, produttore di cellulari low-cost ma di alta qualità, è una delle aziende emergenti più dinamiche, diventata, in soli quattro anni, la terza compagnia di e-commerce in tutta la Cina capace, solo nel 2012, di vendere sette milioni di smartphone. A pari merito c’è l’americana Dropbox, uno dei più popolari servizi di cloud storage al mondo,  in pratica una specie di hard-disk online che permette di conservare qualsiasi tipo di file e cartelle su uno spazio web e di sincronizzarlo automaticamente su più dispositivi. Con un recente investimento di 250 milioni di dollari, Dropbox ha visto la sua valorizzazione salire a più di dieci miliardi di dollari. In terza posizione si piazza Palantir. Specializzata nell’analisi di dati, Palantir è stata creata nel 2004..

Anche nel Vecchio Continente vince il web. Anche in Europa la classifica è dominata dall’online. La prima azienda del Vecchio Continente è Zalando, gigante di e-commerce specializzato nella vendita online di scarpe, vestiti ed accessori. Fondata nel 2008, sede a Berlino, Zalando opera in 12 paesi europei (Germania, Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Polonia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Inghilterra). I suoi numeri sono in costante crescita: il fatturato del 2010, poco più di cento milioni di euro, ha raggiunto quota un miliardo appena due anni dopo. Sempre all’interno dei confini europei troviamo Spotify, servizio svedese di ascolto di musica in streaming con 24 milioni di utenti liberi e più di sei che pagano un abbonamento, in settima posizione e l’olandese Mobileye, proprietaria di uno sistema di allarme anticollisione incorporato in alcuni veicoli della BMW e della General Motors, diciannovesima.

Pinterest, il social network delle immagini, è nono. In nona posizione, , c’è Pinterest. Nato nell’estate del 2010, Pinterest è un social network basato sulle immagini e sulla loro condivisione. Il nome è una crasi delle parole inglesi “pin”, spilletta o puntina, e “interest”, interessante. Il senso del social sta nella scoperta di immagini – non solo foto, ma anche rendering, artwork ecc. – sulla bacheca di altri utenti e la loro condivisione sulla propria bacheca.

Snapchat, appena entrata in classifica. Da novembre a oggi tre nuove società sono entrate in classifica. Tra queste la più nota è Snapchat, l’app che ha detto no alle offerte miliardarie di Google e di Facebook di cui, secondo gli esperti, sta insidiando il primato tra gli adolescenti (e non solo). Snapchat permette la condivisione di immagini per un tempo limitato, da uno a dieci secondi. Al momento Snapchat vive di finanziamenti: ha ottenuto i primi 485 mila dollari dalla Lightspeed Venture Partners nel maggio 2012, dopo che uno dei suoi partner aveva scoperto che era le tre applicazioni più popolari della classe del liceo di sua figlia.

La startup dell’anno fuori dalla classifica. Fuori dalla classifica l’azienda che solo a novembre il Wall Street Journal aveva nominato startup dell’anno negli Stati Uniti, la Rebellion Photonics, società con sede a Houston specializzata in tecnologie per la rilevazione di fughe di gas tossici ed esplosivi nelle settore dell’energia, in particolare le raffinerie e i pozzi di petrolio. Le apparecchiature messe a punto dalla Rebellion sono delle specie di “telecamere” in grado di vedere almeno venti diversi gas in contemporanea e in tempo reale. Rebellion Photonics è stata fondata nel 2010 dalla 28enne Allison Lamy Sawyer e dal 32enne Robert Kester e ha effettuato le prime istallazioni complete delle proprie tecnologie quest’anno.

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