L’hotel giusto? Trovalo così

Un ex concierge americano racconta i segreti del mestiere per prenotare un albergo spendendo il meno possibile e senza rinunciare ad alcun comfort. Dalla prenotazione senza intermediari alla mancia, ecco le dritte per trovare l’alloggio perfetto

Trovare l’hotel giusto: la teoria di Jacob Tomsky. Quando si va in vacanza le soluzioni per risparmiare possono essere moltissime: si può prenotare un b&b, si può affittare una casa, si può alloggiare in un ostello. C’è poi chi non vuole rinunciare all’albergo, puntando a ottimizzare le spese e a massimizzare i comfort. Proprio a chi desidera andare in hotel senza spendere troppo risponde Jacob Tomsky, ex concierge in strutture ricettive di New Orleans e New York, che ha spiegato come ottenere il meglio dalla propria prenotazione nel bestseller “Heads in beds”. Punto di partenza, argomenta Tomsky, il fatto che chi sta alla reception non ha solo il potere di consegnare la chiave della camera: il concierge può decidere la qualità del soggiorno di chi ha prenotato, usando l’ampio margine di arbitrio di cui dispone.

Fissare direttamente con l’albergo. Prenotare tramite un’agenzia di viaggi è comodo e veloce ma non sempre conveniente. Scrive Tomsky: “Tenete presente che l’hotel deve versare a siti come Booking o Expedia commissioni che vanno dal 15 al 30% del prezzo della camera. La vendita diretta, invece, è un vantaggio per tutti”. La camera migliore, secondo la teoria di Tomsky, andrà a chi ha prenotato attraverso il sito dell’hotel o telefonando, segnalando una disponibilità alla fedeltà che va incoraggiata. Al telefono, chiedere se la persona con cui si sta parlando sarà al check-in al momento dell’arrivo per ringraziarla personalmente per l’aiuto ricevuto.

 Spiegare di che cosa si ha bisogno. Non dimenticare di segnalare le proprie esigenze specifiche. Spiega l’esperto: “Se prenoti direttamente,  l’albergo può adeguare l’offerta ai tuoi bisogni”. Un esempio? Invece che in due stanze doppie, più costose, una famiglia può sistemarsi in una sola camera a quattro. Fare presenti subito le proprie necessità e non aspettare l’ultimo momento, quando per il personale dell’albergo potrebbe essere più complicato soddisfare il cliente.

Non avere paura di contrattare. Un hotel ha sempre interesse a vendere le camere, anche a un prezzo più basso di quello previsto. Tomsky: “Non farti scrupoli e chiedi uno sconto: a un buon albergo una camera vuota costa dai 20 ai 30 euro al giorno tra elettricità, riscaldamento e pulizie”. L’albergatore nella maggior parte dei casi si mostrerà disponibile a dare la camera anche a un prezzo più basso pur di non tenerla vuota.

La reception è un’àncora di salvezza. Per qualsiasi richiesta – suggerisce Tomsky – la persona cui rivolgersi è il receptionist, non il direttore. La mancia è benvenuta, ma prima di tutto servono le buone maniere: “Quando sei ancora a casa, chiama l’albergo solo nelle ore più tranquille, cioè tra le 17 e le 19, mai al mattino. Chiedi subito il nome della persona con la quale stai parlando e annotatelo, per non dimenticarlo quando arrivi in albergo”.

In caso di disdetta, contenere i costi. Se per qualche ragione si cambia idea dopo aver prenotato, meglio disdire subito: più si avvicina la data prevista per il soggiorno, più sale il costo della penale. Contenere le spese da cancellazione, comunque, si può: “Chiama la  reception e chiedi di spostare la prenotazione di una settimana: avendo solo cambiato data non dovrai pagare nulla, e guadagnerai tempo utile per cancellare riducendo al minimo i costi”.

Non è mai colpa del personale. Tomsky suggerisce di trattare sempre molto bene il personale della reception, anche quando si vuole segnalare un disservizio. La colpa non è mai delle persone che stanno al desk, anzi: sono loro che possono risolvere l’inconveniente. Quando, per esempio, si telefona per segnalare che l’asciugacapelli del bagno non funziona, bisogna essere collaborativi, suggerire una soluzione, chiedere con chi si deve parlare.

La mancia va lasciata all’arrivo, non in partenza. Altro consiglio di Tomsky è una dritta che può tornare utile se si vola negli States. Le mance, abitudine più americana che nostra, vanno date all’arrivo e bisogna farlo come se da questo – scrive l’autore – dipendesse la propria vita. Venti dollari consegnati discretamente a chi riceve al bancone bastano a conquistare l’intera reception. Le camere non sono tutte uguali, anche quelle che hanno la stessa tariffa: “alcune sono un po’ più grandi, altre offrono un bel panorama, altre hanno in bagno due lavandini invece di uno. Ottenerle dipende solo da come si è trattato al proprio arrivo il personale dell’albergo”.

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