Le elettriche fanno il boom anche durante pandemia e lockdown. E se la crisi dovesse rallentare momentaneamente lo sviluppo delle vetture a energia pulita, nel lungo termine la transizione appare irreversibile
Sicuramente anche tu sarai andato a spulciare i cataloghi delle auto elettriche o ibride disponibili oggi sul mercato. Eh sì, perché la spinta verso la sostenibilità attuata dai governi di tutto il mondo si sente: in soli due anni la quota di mercato è passata dal 3% al 15%. Perfino durante la pandemia da Coronavirus le vendite di auto elettriche hanno subito un’impennata, complici gli incentivi per l’acquisto a livello nazionale e gli standard europei sulle emissioni di CO2 appena introdotti. Il settore elettrico sta trainando anche il mercato italiano, contribuendo all’obiettivo dei 6 milioni di elettriche da raggiungere entro il 2030. E la sua corsa a livello globale non accenna a fermarsi.
Economie in affanno, ma l’elettrico tiene. Lo sai già: le economie di tutto il mondo sono in affanno, alle prese con la seconda ondata di contagi e con le nuove misure restrittive. La situazione insomma è tutt’altro che semplice e non sorprende che le risorse da destinare a nuovi investimenti in ricerca e sviluppo scarseggino. Significa che anche un mercato promettente come quello dell’auto elettrica e del “cleantech” sarà trascinato alla deriva dalla crisi? La risposta breve è: no, almeno non su un orizzonte di lungo periodo. Certo, come confermano anche gli esperti del comparto, la recessione innescata dalla pandemia metterà i bastoni tra le ruote alle e-car nel breve termine.
Le difficoltà del settore automobilistico sono evidenti. Pensa solo che Acea, l’associazione dei costruttori europei, ha riportato un crollo del mercato continentale di oltre il 40% nei primi cinque mesi del 2020. Ma sul medio-lungo periodo, la transizione verso la mobilità elettrica non è in discussione. Anzi: paradossalmente, la crisi da Coronavirus ha mostrato al mondo l’urgenza di costruire una “nuova normalità”, ecologicamente più pulita, più sicura e più sana.
I fattori a favore dell’elettrico. Guardando al lungo periodo ci sono diversi fattori che, nonostante la recessione mondiale, giocano a favore delle “clean technologies” in generale[1]. In primis, l’enorme quantità di investimenti messa sul tavolo: l’industria automobilistica mondiale ha investito decine di miliardi e un dietrofront metterebbe a rischio la sua stessa sopravvivenza. Altro fattore decisivo riguarda gli incentivi fiscali introdotti per incentivare l’acquisto di auto ibride o full electric. Senza dimenticare il piano anti-crisi “Next Generation Eu” varato dalla Commissione Europea, che cita esplicitamente tra i suoi obiettivi la transizione “verso un’Europa verde e digitale” – una transizione che coinvolge direttamente le case automobilistiche.
La strada è ancora lunga. In Italia più della metà dei cittadini si dice interessata all’acquisto di un’auto elettrica, ma meno del 10% ha davvero intenzione di comprarne una nei prossimi 12 mesi, il 15% entro tre anni, e poco meno del 50% non ha ancora idea di quando lo farà. Perché? Il motivo di questa discrasia tra sogni e realtà è riconducibile principalmente al costo delle auto elettriche, che non è certamente alla portata di tutti. Anche la scarsità di punti di carica nel nostro Paese non depone a favore della vettura “alla spina”. Inoltre, ancora oggi i modelli elettrici costano decisamente di più rispetto alla media del mercato, un aspetto rilevante in un momento di crisi economica e incertezze reddituali.
La crisi sanitaria può accelerare la crescita. L’emergenza sanitaria – con i cambiamenti che ha innescato nelle abitudini delle persone – potrebbe comunque imprimere un’accelerazione al settore: come ha confermato l’Osservatorio Lockdown di Nomisma, noi italiani ad esempio prevediamo nei prossimi mesi di aumentare gli spostamenti in auto, riducendo drasticamente quelli in treno, aereo e autobus e metropolitane. Una vera e propria rivoluzione per la mobilità urbana, che contribuirà a consacrare le vetture elettriche come protagoniste del terzo millennio. L’assetto urbano non potrà che adeguarsi al nuovo paradigma full electric, magari con un numero molto maggiore di colonnine per la ricarica in giro per le nostre città.
[1] Cosa sono? Sono quelle tecnologie che limitano o eliminano l’impatto ambientale di un determinato processo produttivo.
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