Come funziona la Naspi, l’indennità di disoccupazione

Grazie alla Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, chi resta senza lavoro può contare su un'indennità di disoccupazione per un massimo di 24 mesi. Vediamo a chi spetta, come funziona e a quanto ammonta

Nonostante una lieve ripresa dell’occupazione giovanile, continuano a preoccupare i dati degli italiani tra i 39 e i 45 anni senza un lavoro. È quanto salta all’occhio dalla fotografia scattata da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea che ci colloca al terzo posto in Europa (dopo Grecia e Spagna) per la cosiddetta disoccupazione di lunga durata. La maggior parte dei lavoratori italiani che rimangono a casa rischia pause lavorative che, spesso, possono superare anche i 24 mesi. Per venire incontro a queste situazioni, dal 2015 è disponibile la cosiddetta Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Si tratta dell’indennità mensile di disoccupazione, un sistema di ammortizzatori sociali introdotto assieme al Jobs Act.

Quali lavoratori possono usufruirne. Hanno diritto alla Naspi tutti i lavoratori con contratto subordinato che hanno perso involontariamente il posto di lavoro. Per richiederla, i lavoratori devono aver versato almeno 13 mensilità di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione e, nei 12 mesi precedenti, devono aver lavorato per almeno 30 giorni effettivi. La Naspi spetta anche agli apprendisti, ai soci lavoratori di cooperative e con rapporto di lavoro subordinato, al personale artistico contrattualizzato e ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni a tempo determinato. Sono invece esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, gli operatori agricoli (sia a tempo determinato che indeterminato), i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, i lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia e i lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità.

Quando e come viene corrisposto. Per usufruire della Naspi è necessario farne richiesta entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. L’assegno viene corrisposto mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Quindi non ha una durata fissa, ma dipende dalle settimane lavorate nei quattro anni precedenti rispetto alla data di licenziamento. Viene considerata la metà delle settimane di contribuzione, per un massimo di 96 settimane e quindi un totale di due anni. Durante il periodo in cui si usufruisce della Naspi, il lavoratore matura i contributi figurativi, sempre sulla base delle retribuzioni degli ultimi quattro anni, utili per il diritto e la misura dei trattamenti pensionistici.

A quanto ammonta. Così come la durata, anche l’importo non è fisso, ma viene calcolato in proporzione allo stipendio percepito negli ultimi quattro anni: l’importo va diviso per le settimane di contribuzione e il risultato deve essere poi moltiplicato per il coefficiente 4,33. La somma varia anche durante i mesi in cui viene percepita: superato il quarto mese di fruizione, infatti, il lavoratore licenziato percepirà il 3% in meno per ciascun mese. L’assegno è pari al 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni ma, se la retribuzione è inferiore rispetto all’importo stabilito dalla legge (1.195 euro) questa viene rivalutata in base agli indici Istat. Al contrario, se la retribuzione media supera la soglia di 1.195 euro, l’assegno sarà pari al 75% dell’importo stabilito dalla legge, a cui si aggiunge il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e l’importo stabilito dalla legge. In tutti i casi l’indennità non può superare i 1.300 euro mensili.

Come presentare la domanda. La domanda di disoccupazione può essere presentata direttamente online sul sito dell’Inps, accedendo al servizio dedicato nella sezione “Disoccupati, inoccupati e lavoratori sospesi”. In alternativa, è possibile farlo telefonicamente al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o allo 06 164164 da cellulare. È inoltre possibile rivolgersi agli Enti di patronato e agli intermediari Inps.

Conoscevate la Naspi? Ne avete già usufruito? Avete trovato difficoltà nel richiederla? Raccontateci la vostra esperienza tra i commenti!

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