Il colloquio perfetto in dieci punti

I consigli e i suggerimenti per arrivare preparati all'incontro che può decidere il vostro futuro professionale

Fare un buon colloquio di lavoro è un’arte sottile, che arriviamo a perfezionare grazie all’esperienza e spesso con difficoltà nel corso della carriera. Società di recruitment, esperti di risorse umane e aggregatori digitali di annunci sono tutti miniere di consigli su come giocarsi al meglio le proprie possibilità. Tanti sono i dettagli che contano, c’è chi dice anche il giorno e l’orario. Ad esempio secondo la piattaforma Glassdoor il momento migliore della settimana sono le 10.30 del martedì. Su questo aspetto avrete poco margine di manovra, ecco invece dieci punti da seguire per arrivare davvero pronti (quali che siano il giorno o l’ora).

  1. Studiare il contesto. Il primo passo per affrontare con successo un colloquio è studiare, arrivare preparati sul vostro interlocutore. Dedicate del tempo ad approfondire non solo l’azienda per la quale ambite a lavorare, ma anche il suo settore, il suo mercato, le sue sfide, prospettive o investimenti. Durante la conversazione potrebbe tornarvi utile aver sviluppato un punto di vista incisivo sulle questioni specifiche che potreste trovarvi ad affrontare.
  2. Offrire spunti alla conversazione. Vi tornerà utile anche qualche spunto di conversazione pertinente ma più informale, per mostrarvi sicuri durante le brevi chiacchiere che precedono il colloquio vero e proprio. Se conoscete il nome della persona con la quale parlerete, date uno sguardo anche ai suoi profili social a carattere professionale (Linkedin o Twitter): un commento su un post recente può essere un eccellente modo per partire.
  3. Conoscere se stessi. I recruiter sono sempre molto colpiti dalle persone che riescono a mostrare una visione chiara di se stessi, dei propri punti di forza ma anche delle proprie debolezza. Quest’ultimo è un argomento classico dei colloqui di lavoro: preparate una risposta accurata e sincera, raccontate uno dei vostri limiti sul lavoro e come lo avete affrontato e superato.
  4. Preparare le risposte. Se ci sono dei buchi temporali nel vostro curriculum, come lunghi periodi di non impiego, preparatevi a spiegarne il motivo, stesso discorso se nella vostra carriera c’è stato un vistoso cambio di rotta (da un settore all’altro per esempio).
  5. Mettere a punto una sintesi. Un altro aspetto da preparare prima del colloquio è il cosiddetto «elevator pitch», una versione super sintetica (breve «quanto un viaggio in ascensore») di chi siete, cosa sapete fare e cosa potete portare all’azienda.
  6. Curare i dettagli. Meglio non arrivare troppo in anticipo (è come lanciare un segnale di ansia e insicurezza), ovviamente mai in ritardo. L’ideale è un leggero anticipo (massimo quindici minuti), per avere il margine su ogni imprevisto e dare un’occhiata in giro per acclimatarvi. Informatevi anche sul dress code dell’azienda, se sono tutti vestiti in modo informale può essere imbarazzante presentarsi in giacca e cravatta. Vestitevi in modo sobrio, senza strafare, e non sbaglierete.
  7. Mettere in ordine. Sempre più aziende fanno un primo colloquio online, via chat su Skype o Hangouts. In questo caso, l’ambiente deve consono, pulito, ordinato. Quello che il selezionatore vedrà dall’inquadratura conterà quanto il vostro abbigliamento. Niente cibo, niente bevande, niente posacenere sporchi.
  8. Avere un’idea (di massima) sul salario. C’è una domanda che inevitabilmente vi verrà posta ed è sempre bene arrivare con una strategia: quanto vi aspettate di stipendio? Come idea generale, è meglio provare a non sbilanciarsi troppo inizialmente: si rischia di sparare una cifra troppo alta e pregiudicare le chance, così come una troppo bassa e compromettere le possibilità di un salario adeguato. È comunque bene avere dei parametri, un range tra una cifra minima e una massima, calcolata (al lordo) in base al mercato, alla vostra esperienza e alla storia professionale. Se necessario e richiesto, comunicate il valore più alto di questa forchetta e ribadite che questo aspetto è negoziabile.
  9. Ascoltare. Spesso nei momenti di tensione si fa troppa attenzione a dire la cosa giusta e non abbastanza a quello che vi viene detto. Dare l’idea di essere una persona che non è in grado di ascoltare l’interlocutore depone a vostro sfavore più di una mancanza nel CV. Ormai le aziende guardano a questo tipo di soft skill quanto alle competenze e il colloquio è l’unico momento in cui avete l’occasione di provarle (prima di essere assunti).
  10. Mostrare sicurezza, non arroganza. Lavorate su una postura rilassata e sicura, offrite una stretta di mano salda, mantenete il contatto visivo, sono tutti dettagli che conteranno. È importante non strafare, non esagerare con l’auto celebrazione o l’entusiasmo. Si nota, soprattutto all’occhio esperto di un selezionatore, se state offrendo una versione immaginaria e non reale di voi stessi. Come in ogni relazione umana, indossare una maschera scomoda e fingere di essere qualcosa che non si è nella realtà è quasi sempre un cattivo investimento.

Raccontateci un’esperienza recente di colloquio di lavoro. Come è andata? Cosa avete imparato?

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