Impara a mangiare ecosostenibile e risparmia

Abbracciare un’alimentazione sostenibile è una scelta intelligente per il futuro del Pianeta. Ma oltre a far bene all’ambiente, i prodotti ecosostenibili ti aiutano a risparmiare: scopri i nostri consigli per iniziare a scegliere con più consapevolezza i prodotti che metti nel carrello

Una delle grandi sfide del futuro sarà garantire cibo sufficiente alle nuove generazioni. Entro il 2050 la popolazione mondiale potrebbe raggiungere il traguardo di 9 miliardi di persone e naturalmente la richiesta di cibo sarà maggiore. Ottenere nutrimento senza impattare in maniera negativa sull’ambiente sarà la risposta a un problema che non può più essere sottovalutato.

Cosa puoi fare, quindi? Inizia da un’alimentazione sostenibile.  Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, è davvero sostenibile l’alimentazione che rispetta la biodiversità e gli ecosistemi, è eticamente corretta, sana e sicura sotto il profilo nutrizionale e, infine, economicamente conveniente. Esistono alcuni accorgimenti che puoi seguire quando acquisti al supermercato e quando scegli cosa portare in tavola per fare la tua parte.

  1. Frutta e verdura di stagione e locale. Scegli sempre frutta e verdura di stagione: oltre ad avere maggior gusto e proprietà nutritive, i prodotti di stagione costano meno rispetto alle primizie o ai prodotti importati dai paesi lontani. Ogni periodo dell’anno ha i suoi frutti: diffida delle fragole in autunno o delle zucche in piena estate. Un aspetto a cui prestare attenzione è la conservazione: esistono infatti prodotti che possono essere conservati per più tempo (come carote o patate) e che quindi sono disponibili sui banchi del fresco per periodi più lunghi, anche fuori stagione. La provenienza di quello che acquisti ha la sua importanza. Scegli frutta e verdura di produzione locale: per farla arrivare la merce sui banchi di supermercati e rivenditori e – non meno importante – darai una grossa mano alle realtà territoriali, aiutando di conseguenza anche l’economia locale e i lavoratori.
  2. La carne? Massimo due volte a settimana. Sul rischio per la salute di consumare grosse quantità di carne, fresca o processata, si sono pronunciati ormai le più autorevoli voci a livello mondiale, non ultime l’Organizzazione Mondiale della Sanità e lo IARC (International Agency for Research on Cancer). Ma dovresti limitare il consumo di questi alimenti anche perché, se provenienti da allevamenti intensivi, hanno un impatto davvero grande sull’ambiente. Cerca di ridurre quindi il consumo a una o due porzioni di carne a settimana, prediligi prodotti provenienti da allevamenti ecologici o da piccoli produttori del territorio. In diverse zone d’Italia esistono ormai i Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS), realtà che incentivano il consumo critico e che promuovono principi di equità, solidarietà e sostenibilità sulla spesa di tutti i giorni.
  3. Uova e latticini, sceglili bio. Le uova sono un’importante fonte proteica, ma per fare un acquisto realmente sostenibile cerca quelle da allevamenti biologici all’aperto: garantiscono le migliori condizioni per gli animali e, di conseguenza, anche per i prodotti. Puoi trovare queste informazioni sulle confezioni, ma anche direttamente sui gusci. Il codice iniziale indica la tipologia di allevamento da cui provengono le uova: 0 sono quelli biologici all’aperto, 1 all’aperto intensivi, 2 allevati a terra e 3 in gabbia. Gli altri numeri riportati sui gusci indicano lo Stato di produzione, il codice Istat del Comune, la provincia e, infine, la data di scadenza. Così come la carne, anche latte e derivati sono cibi che devono essere consumati con moderazione, le linee guida indicano un quantitativo massimo di 600 grammi a settimana. Quando scegli quali prodotti acquistare, fai attenzione che provengano da allevamenti ecologici. Sono l’alternativa più sostenibile perché il latte viene ricavato da allevamenti all’aperto, senza sofferenze per gli animali e in maniera etica. La loro alimentazione è basata principalmente sul pascolo e sui residui agricoli, i mangimi sono prodotti localmente e senza l’uso di pesticidi.
  4. Scegli pesce locale e ricordati di variare. Secondo i dati diffusi dal WWF, il 30% degli stock ittici mondiali è sovrasfruttato. Questo rappresenta un problema serio nel medio termine. Consumare prodotti sostenibili e limitare l’acquisto di prodotti allevati o pescati con metodi distruttivi è l’unica alternativa se hai a cuore il futuro del Pianeta, come suggerisce anche la Guida al consumo responsabile di pesce del WWF. Acquista pesce locale, il Mediterraneo è infatti ricco di prodotti ittici: chiedi aiuto al tuo pescivendolo per sceglierli. Controlla l’etichetta per sapere il nome del prodotto che acquisti, la sua provenienza e se si tratta di prodotti da allevamento o pescati. Per tutelare gli ecosistemi marini diversifica il pesce che porti in tavola: nei nostri mari ci sono oltre 500 specie di pesci commestibili e, in genere, solo una ventina di queste vengono scelte abitualmente. Acquistare specie meno conosciute garantisce gusti diversi e maggiori occasioni di risparmio, il loro prezzo è infatti significativamente inferiore rispetto a quelle più note. Esistono infine anche alcune certificazioni che garantiscono scelte secondo criteri di sostenibilità: MSC (Marine Stewardship Council), ASC (Aquaculture Stewardship Council), ma anche Friends of the Sea. Cercale e sceglile quando ti trovi al banco pescheria.
  5. Limita i frutti esotici, poco sostenibili. Il mercato risponde alle richieste dei consumatori ed è bene considerare che le nostre scelte d’acquisto hanno sempre delle conseguenze. Un esempio sono le mode di consumare cibi esotici provenienti da lontano: non solo frutta, ma anche prodotti ittici o legumi. L’avocado, per esempio, ormai sempre più protagonista nelle nostre tavole, presenta criticità importanti. Per la sua coltivazione sono necessari enormi quantità di acqua (si stima circa 70 litri per ogni singolo frutto), aspetto dalle problematiche notevoli, specie nelle zone in cui questa risorsa scarseggia e dove spesso viene sottratta alle popolazioni locali. Ci sono poi implicazioni anche dal punto di vista etico, di tutela dei lavoratori e ambientali. A questo bisogna poi aggiungere i costi (anche in termini di emissioni di C02) del trasporto per farlo arrivare in Europa dal Sud America. Insomma, meglio limitarne il consumo, oppure dare una chance alle nostre realtà locali: sapevi che da qualche anno l’avocado viene coltivato anche in Sicilia? Le condizioni climatiche di alcune aree dell’isola sono simili a quelle dei paesi tropicali, così alcune aziende come Sicilia avocado hanno deciso di riconvertire i terreni optando per colture innovative come quelle dell’avocado e del mango.

La sostenibilità è un aspetto a cui presti attenzione quando fai la spesa? Come cerchi di aiutare il Pianeta quando vai al supermercato? Raccontaci le tue abitudini nei commenti.

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