Pellet: il riscaldamento che conviene e riduce le emissioni

L'innovazione tecnologica sta cambiando il mondo dei biocombustibili vegetali. Oggi si può riscaldare tutta la casa tagliando costi ed emissioni

Oggi in Italia un quarto delle famiglie riscalda la propria abitazione usando biomassa vegetale, con 500mila caldaie e 11 milioni di apparecchi domestici, e non si tratta soltanto dell’Italia rurale e montana e delle aree interne. Per fare un esempio, un intero condominio in pieno centro a Milano ha sostituito la vecchia caldaia a gasolio con due generatori con efficienza tecnologica a cinque stelle KWB Pelletfire da 135 kW.
Il riscaldamento da fonti vegetali come il legno ha vissuto un turbinoso processo di innovazione tecnologica, che ha fatto abbassare sensibilmente sia i costi che le emissioni. Lo stesso condominio milanese usato come esempio vedrà il proprio investimento assorbito in una decina di anni, con i costi per il riscaldamento ridotti da 34.757 a 18.700 euro all’anno, per un risparmio del 47%. Sempre più persone stanno apprezzando il pellet, un biocombustibile fatto da piccoli cilindri di legno pressati, di diametro inferiore ai dieci centimetri, leggeri e facili da trasportare, prodotti principalmente dagli scarti della lavorazione nelle segherie. In Italia oggi si consumano 16,1 milioni di tonnellate di legna da ardere e 3,3 milioni di tonnellate di pellet.

Basse emissioni, alto rendimento. L’innovazione tecnologica delle stufe e delle caldaie a pellet è stata decisiva nel ridurre il principale problema del riscaldamento a legna tradizionale: le emissioni di sostanze nocive a causa della cattiva combustione dei camini e delle vecchie stufe, che producevano quella sostanza che chiamiamo fuliggine, il particolato fatto di carbonio, sostanze catramose e inorganiche. Una vecchia stufa a legna produce dai 400 ai 500 milligrammi di queste polveri al metro cubo. Con un apparecchio moderno si scende a 20/30 milligrammi al metro cubo, non più di un kg di cenere all’anno. Per incoraggiare la transizione energetica, esiste anche uno schema di incentivi pubblici, destinato a chi vuole rottamare una vecchia stufa per passare a un apparecchio più moderno. L’ammontare dell’incentivo, dal 40% al 60% del costo sostenuto, non è in base al valore del nuovo impianto ma segue le fasce climatiche in cui è suddivisa l’Italia, si calcola quindi in base all’utilizzo previsto. Il principale punto di forza è però la riduzione dei costi per chi preferisce il pellet al gasolio o al metano. Due chili di pellet generano lo stesso calore di un litro di gasolio o di un metro cubo di metano: i costi sono di circa 0,5 euro per il pellet, 1 euro per il metano e 1,5 euro per il gasolio.

La scelta: stufa o caldaia. Il pellet può entrare nella vostra abitazione con due tipi di impianti. La prima tipologia sono gli apparecchi domestici: le termostufe. Non richiedono nessun tipo di intervento particolare, si possono installare semplicemente in una stanza della casa (di solito l’ambiente ideale è il soggiorno) ed emettono calore sufficiente a riscaldare uno o due ambienti, a seconda delle loro dimensioni. Devo essere ricaricati frequentemente e a mano, il pellet arriva a casa in un sacchetto da caricare nella stufa, senza margini di errore per l’utente finale, standardizzato e facile da usare. Di solito queste stufe possono essere integrate con impianti a gasolio o metano autonomi, da accendere a quel punto soltanto nelle giornate più fredde dell’anno. La seconda tipologia di impianti, invece, sono le caldaie, che sostituiscono del tutto gli impianti a gasolio e a metano. Rispetto alle stufe da soggiorno, questi impianti hanno un costo iniziale più elevato ma sono anche più comodi, una caldaia di questo tipo può essere ricaricata anche solo una o due volte l’anno. L’unica condizione è la necessità di un ambiente separato della casa o del palazzo per installare la caldaia, che funga da locale termico. Sia le stufe che le caldaie a pellet di nuova generazione possono inoltre essere integrate nei sistemi digitali di domotica, per essere controllate e avviate attraverso un’app sullo smartphone.

Tu come riscaldi casa tua? Hai mai preso in considerazione il pellet? Raccontacelo nei commenti.

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