Spread e BPT ai minimi storici: ecco perché

Sai cosa c’è dietro lo spread e i rendimenti dei BTP in discesa? Le misure accomodanti della BCE, i fondi in arrivo dall’UE e la relativa stabilità politica italiana. Ma gli investitori rimangono cauti

I BTP italiani, ossia le obbligazioni sovrane che finanziano sul mercato il nostro debito pubblico nazionale, stanno vivendo un momento molto pop e sono più che mai un “trending topic”. Arrivano da un finale di settimana in cui i loro rendimenti hanno toccato i minimi storici a seguito di un poderoso rally sulla scia di numerosi acquisti. In questo momento tutti li vogliono, tutti li cercano, ma come mai? Fino all’anno scorso non godevano di grande considerazione fra gli investitori internazionali: l’Italia era vista sul mercato come un Paese politicamente instabile, distante dall’Unione europea e con un gran debito pubblico. Non le migliori credenziali per farsi prestate denaro. Ma oggi sembra tutto cambiato; il nostro Paese è ora tra i pochi in Europa a offrire agli investitori sicurezza, stabilità e rendimenti – per quanto bassi – ancora positivi. E lo spread con i Bund tedeschi ai minimi ne è la prova.

BTP: rendimenti ai minimi storici. È da qualche mese che i rendimenti dei titoli di Stato italiani continuano a scendere. Questo significa due cose: che gli investitori stanno comprando molte obbligazioni italiane e che il nostro Paese dovrà pagare meno interessi sul debito. Il tasso sul BTP decennale è infatti sceso questa settimana al di sotto dello 0,7% e il rendimento dei titoli a 30 anni ha raggiunto l’1,75%, altro minimo storico. E Le casse statali ringraziano. Ma perché così tanti investitori stanno puntando sui BTP? Il merito va dato soprattutto alle misure espansive emanate da BCE e Consiglio Europeo con in più l’ottima risposta che il nostro Paese ha dato nel contrasto della pandemia e l’aumento dei contagi in questa nuova fase.

Quantitative easing & co: un’iniezione di fiducia per gli investitori. È la BCE a sostenere la fiducia degli investitori. Francoforte, per contenere gli spread sui mercati obbligazionari ed evitare il collasso delle nazioni più indebitate come l’Italia, dal mese di marzo ha avviato un piano straordinario di acquisti di titoli di Stato legato all’emergenza sanitaria, il cosiddetto PEPP da 1.350 miliardi di euro, che si aggiunge al piano di quantitative easing già avviato in precedenza dall’Eurotower e che prevede acquisti mensili di titoli di Stato ad un ritmo di 20 miliardi di euro. Ma cosa c’entra questo con i rendimenti dei BTP? C’entra, perché gli acquisti della BCE alzano i prezzi dei titoli acquistati e di conseguenza ne riducono i rendimenti, contribuendo così a ridurre lo spread con i titoli di Stato tedeschi ad esempio. Per capirne l’importanza basti pensare che la BCE entro fine anno potrebbe detenere fino al 27% del debito italiano in circolazione.

Il Recovery Fund ha rafforzato la fiducia. L’accordo tra i leader europei per il Recovery Fund non ha fatto altro che rafforzare significativamente l’Unione Europea, fattore che ha supportato il calo di spread e interessi. Il Piano approvato lo scorso 21 luglio da parte del Consiglio Europeo mette infatti a disposizione dell’Italia 209 miliardi di euro per realizzare nuovi investimenti e accelerare sostenibilità e innovazione. Il contributo addizionale per l’economia italiana dovrebbe essere compreso tra l’1,5% e il 3% del PIL entro il 2025.

Anche l’Italia ha fatto la sua parte. Anche noi ci siamo comportati bene: l’esito delle recenti elezioni regionali e del referendum hanno consolidato la coalizione di governo, riducendo ulteriormente l’incertezza. Una situazione ad esempio diametralmente opposta a quella spagnola, dove le elezioni in Catalogna potrebbero ritardare l’accordo sulla legge di bilancio. Per non parlare della gestione della crisi Covid. Stiamo gestendo meglio la “seconda ondata” di contagi rispetto agli altri Paesi colpiti dal virus e la situazione economica sembra in forte ripresa, mentre Spagna e Francia sembrano trovarsi in una situazione di stallo. Tutti questi fattori (BCE, Recovery Fund, buona performance economica, maggiore stabilità politica) spiegano perché i BTP vanno a ruba da una vasta platea di investitori, perfino quelli più cauti come i giapponesi.

Cosa devi aspettarti ora da spread e BTP? Difficile dire fin dove potrebbe arrivare il calo dei tassi d’interesse dei BTP italiani. Le quotazioni sono già sui minimi storici e mancano quindi riferimenti passati sui quali fare affidamento per analizzare una probabile traiettoria futura. L’aumento dei contagi e i dati economici italiani di recente uscita dipingono uno scenario in chiaroscuro: migliora la manifattura, ma peggiorano i servizi. Sarà in capo alla BCE mantenere alta l’attenzione e quindi anche il livello degli acquisti di titoli governativi. Se per problemi inflazionistici la BCE si trovasse costretta a vendere sul mercato i titoli italiani e degli altri Paesi europei per assorbire l’enorme liquidità creata negli ultimi anni, i tassi di interesse sui titoli di Stato italiani tornerebbero a crescere e il peso del maggiore debito pubblico si farebbe sentire in modo più evidente. Con inevitabili ripercussioni negative sullo spread. Inoltre, nonostante l’ottima performance dei titoli di Stato italiani, la sostenibilità fiscale di lungo periodo, l’efficacia degli investimenti e la capacità di innovazione tecnologica rimangono fattori cruciali per la stabilità economica del Paese.

 

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