Tari, tutto sulla tassa rifiuti da saldare entro il 2019

Proprietari di casa o affittuari devono provvedere al saldo relativo alla Tari 2019. Ecco come calcolarla, come pagarla e tutto quello che c’è da sapere per mettersi in regola

La Tari è la tassa sui rifiuti che, dal 2014, ha preso il posto della vecchia Tares. La tassa è destinata ai servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Ma chi deve pagarla? Spetta a tutti i possessori di locali o a chiunque occupi un immobile, quindi anche a chi possiede un contratto d’affitto. La Tari viene calcolata su qualsiasi tipologia di locale, sia a uso abitativo che commerciale, che sia soggetto alla produzione di rifiuti urbani. In caso di occupazione temporanea non superiore ai sei mesi, pensiamo a un contratto di affitto breve, la Tari deve essere versata dal proprietario dei locali e non dall’affittuario. La Tari si distingue in due tipologie, a seconda del locale a cui fa riferimento: Tari casa – utenze domestiche, che spetta ad abitazioni, box auto, cantine e garage, e Tari lavoro – utenze non domestiche, che riguarda attività commerciali, artigianali, industriali, professionali, onlus, ospedali ecc.

Quando la tassa non è dovuta. È esonerato dal pagamento della Tari chi possiede locali di altezza inferiore a 1,5 metri e sono esclusi dal calcolo anche vani tecnici come cabine elettriche, locali ascensore e contatori. Sono esonerati dal pagamento della Tari balconi, terrazze scoperte, posti auto scoperti, giardini e parchi. Anche per le aree condominiali comuni come androni, ascensori, scale o altri luoghi di utilizzo comune e non occupati in via esclusiva non è dovuto il pagamento della tassa rifiuti. Sono infine esonerati dal pagamento i locali all’interno dei quali si producono in via continuativa rifiuti speciali non assimilati, al cui smaltimento provvedono direttamente i produttori dei rifiuti.

Il 31 ottobre scadono i termini per il saldo del 2019. Entro quando effettuare il pagamento? La situazione varia a seconda della località di residenza e in base al sistema di raccolta dei rifiuti. In buona parte dei comuni italiani, la Tari è stata ripartita in tre rate: la prima con scadenza il 30 aprile, la seconda il 31 luglio e il saldo entro la fine dell’anno. Per chi ha scelto di versare la Tari in un’unica soluzione, invece, scadono il 30 settembre i termini per effettuare il pagamento di quanto dovuto per l’intero anno. In altri Comuni, come per esempio Milano, si è optato per il pagamento in due tranche: la prima entro lo scorso 31 luglio e il saldo deve essere versato entro il 31 ottobre.

Come viene calcolata e come effettuare il versamento. L’avviso di pagamento della Tari viene inoltrato automaticamente a tutti i cittadini che presentano la dichiarazione di occupazione di immobili entro 90 giorni dalla data di acquisto o di affitto del nuovo immobile. Se non dovesse essere arrivata via posta all’indirizzo di residenza, è possibile rivolgersi all’ufficio comunale. È bene considerare che alcuni Comuni – come per esempio Milano – hanno messo a disposizione dei cittadini servizi online per controllare la propria posizione. L’importo da pagare viene calcolato sommando una parte variabile, conteggiata in base a quante persone occupano l’immobile, a una parte fissa che si ottiene moltiplicando la tariffa per la superficie calpestabile dell’abitazione: elementi che devono essere indicati nella dichiarazione di occupazione di immobili. Le modalità di pagamento, così come i termini per effettuare i versamenti, dipendono da Comune a Comune. In linea generale, è possibile provvedere al pagamento tramite modello F24, con bollettino postale, tramite MAV o tramite pagoPA, un sistema di pagamenti elettronici realizzato per rendere più semplice, sicuro e trasparente qualsiasi pagamento verso la Pubblica Amministrazione. Consigliamo, in ogni caso, di consultare quanto approvato in materia di Tari dal proprio Comune di residenza.

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