Vuoi diventare attivista per l’ambiente ma non sai come fare? Parti da qui

Se hai deciso di impegnare il tuo tempo e le tue risorse nella battaglia per il futuro della Terra, ecco qualche prezioso consiglio su dove e come cominciare

Uno degli slogan più efficaci dei Fridays for Future è questo: «Siamo l’ultima generazione che può salvare il mondo». L’idea ovviamente vale per ogni generazione, non solo per gli studenti che negli ultimi anni hanno scelto di scioperare e prendere la parola nella battaglia per contrastare i cambiamenti climatici. Quali siano la tua età e il momento della tua vita, questo è anche il momento di agire. Un primo livello di azione sono le abitudini e gli stili di vita, fare la differenza come consumatore o consumatrice, nelle scelte di ogni giorno. Ma potresti aver voglia di fare anche qualcosa in più, di dedicare parte del tuo tempo e delle tue energie per impegnarti in una delle tante cause legate all’ambiente e all’ecologia, scegliendo la strada del volontariato o dell’attivismo.

Volontariato o attivismo? I percorsi come volontario e come attivista non sono da pensare come completamente distinti. Spesso nelle organizzazioni più consolidate l’attivismo è un approdo naturale dopo un impegno umile e costante come volontario. Lo spiega bene una delle organizzazioni più importanti e visibili nelle lotte ambientali in tutto il mondo, Greenpeace. Non si può entrare e immaginarsi subito a bloccare una baleniera in un porto. Si comincia quasi sempre volontari e volontarie, figure fondamentali per Greenpeace come per ogni altra organizzazione ambientalista, per fare volantinaggio, partecipare alla raccolta firme per le petizioni, fare attività di informazione e sensibilizzazione. È anche un modo per conoscere a fondo i valori, le pratiche e le tecniche di protesta. Gli attivisti, per Greenpeace, «sono persone che scelgono di impegnarsi in prima persona, attraverso azioni creative che, rifiutando il ciclo della violenza, si oppongono in modo determinato a soprusi e ingiustizie». Un approdo che richiede tempo e fiducia reciproca. «L’attivismo, prima ancora che una scelta, è un percorso che comincia con il volontariato e la conoscenza dei gruppi locali e prosegue con una formazione specifica».

Think global, act local. L’impegno ambientalista è sempre stato un ottimo modo per viaggiare in modo sostenibile e utile e osservare il mondo da una prospettiva diversa. Negli ultimi anni, le proposte di campi di eco-volontariato si sono moltiplicate. Ovviamente l’attuale pandemia in corso ha cambiato le prospettive, quindi queste iniziative sono al momento in buona parte sospese. Per farti un’idea delle possibilità, puoi consultare la piattaforma Projects Abroad. Uno dei valori storici dell’ecologismo è «pensa globalmente, agisci localmente», quindi non tutte le battaglie importanti sono a distanza di volo intercontinentale. Prova a studiare la situazione sul territorio dove vivi, a capire quali sono le problematiche intorno a te, è probabile che troverai piccole associazioni o semplici comitati di cittadini che sono al lavoro da anni su questioni locali. Può essere una campagna di pulizia delle spiagge o dei sentieri, il contrasto agli sversamenti di una fabbrica o all’uso troppo intensivo del suolo. Qui troverai un atlante delle associazioni locali che in tutta Italia si battono a difesa dei territori e del paesaggio, mentre qui ci sono i comitati spontanei nati negli ultimi anni contro l’inquinamento.

Guardia giurata dell’ambiente o volontario europeo. Se invece desideri confrontarti con una grande organizzazione globale, il WWF è tra quelle che si sono dimostrate più inclusive e pronte a incanalare l’energia e la voglia di impegnarsi dei nuovi iscritti. Le possibilità sono tante, c’è per esempio quella di diventare un «turtle hero», e lavorare in uno dei centri di recupero per la tartarughe marine, con campi attivi in diversi punti delle coste del sud Italia (Calabria, Basilicata, Puglia). Oppure puoi diventare una guardia giurata WWF, un volontario che collabora con le forze dell’ordine nel monitoraggio concreto dei territori, contro il bracconaggio, il maltrattamento degli animali, il commercio illegale di flora e fauna, l’inquinamento di fiumi e mari, gli scarichi abusivi o gli incendi. I nuclei attivi sono 50 in tutta Italia, si tratta di un impegno di tempo importante, 145 ore annue in media a guardia giurata. Un’altra possibilità concreta è il servizio di volontariato europeo, un programma della Commissione Europea per cittadini tra i 18 e i 30 anni, che copre un ampio spettro di temi, e tra questi c’è l’ambiente. A differenza di molti campi di volontariato internazionale, in questo caso le spese di viaggio, vitto e alloggio sono coperte ed è prevista anche un’indennità di rimborso.

E la politica? E poi ovviamente ci sono i Fridays for Future, la novità più importante e innovativa nel mondo dell’ecologismo. Non pensare che solo studenti e ragazzi possano partecipare, i Fridays for Future dichiarano apertamente che «le studentesse e gli studenti sono i protagonisti e il cuore di FFF ma, essendo la nostra una battaglia universale, persone di ogni età e categoria si sono unite per sostenerli, alcuni offrendo il loro aiuto ed organizzandosi in gruppi “paralleli». Ci sono per esempio gli insegnanti o i genitori a sostegno dei ragazzi ma, come in ogni battaglia, ogni tipo di aiuto coerente con i valori dei gruppi è ben accetto. Qui c’è una mappa dove trovare quello più vicino a te e un elenco di cose che puoi fare per renderti utile. E poi c’è la buona, vecchia politica. Anche se non è mai riuscito a sfondare a livello elettorale come successo in Francia o in Germania, in Italia c’è uno dei partiti ambientalisti con più esperienza in Europa. I Verdi sono nati a metà degli anni ’80 intorno al rifiuto del nucleare, e da allora non hanno smesso di combattere. Oggi si chiamano Europa Verde, perché hanno deciso di coniugare i valori dell’ecologia a quelli dell’europeismo, e il tesseramento è sempre aperto.

Hai già avuto esperienze di attivismo o volontariato ecologista? Come sono andate?

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