Vendo e rivendo online, anche sotto le feste

Dall'armadio di casa ai mercatini dell'usato, dagli scaffali ai carrelli virtuali. Come guadagnare dagli oggetti che non ci piacciono più...

Julian Assange. Ormai al verde, il fondatore di Wikileaks vende su eBay dieci suoi cimeli con offerte minime che vanno dai 315 dollari per la bustina di caffè a 6 mila dollari per un computer portatile utilizzato per preparare i cablogrammi da inviare ai media.

Un settore in espansione. Il volume delle vendite online è in costante aumento. Negli ultimi anni stanno crescendo sia il numero di prodotti in vendita sia le forme di compravendita su internet. E, chiaramente, cresce il giro di affari intorno all’eCommerce.

La passione per l’usato. Molte le ragioni, su tutte il risparmio. E gli acquirenti stanno progressivamente mettendo da parte la diffidenza di qualche anno fa quando l’acquisto online era considerato più rischioso. Anche la diffusione geografica è omogenea: le regioni leader nel commercio on line sono Lombardia e Lazio con, rispettivamente, il 14,8 e il 13,8 per cento di imprese che vendono più online che tradizionalmente.

Oggetti d’arte. Charles Saatchi, il più influente e spregiudicato collezionista d’arte contemporaneo, ha scritto sulle colonne di The Guardian che la principale funzione dell’arte contemporanea è creare oggetti da «acquistare e rivendere sottoponendoli a disinvolte speculazioni».

Vendite in proprio. Oltre ai siti di vendita on line più conosciuti, da qualche tempo sempre più italiani, sia commercianti che privati, decidono di vendere i propri oggetti in modo autonomo. L’idea è semplice: crearsi una nicchia all’interno del commercio online senza passare attraverso i più noti marketplace.

La diffusione in Italia. L’eCommerce in Italia nel 2011 ha segnato un incremento del 19 per cento rispetto al 2010.

Tutti possono aprire un negozio virtuale. Si chiama social commerce e favorisce la condivisione degli oggetti in vendita. Chi vende può condividere con gli acquirenti le opinioni sui differenti prodotti grazie a Facebook, dando dunque un tono di socialità differente dal classico feedback. Il vantaggio per l’acquirente è quello di entrare in chat con chi ha appena acquistato il prodotto in questione. E ciò significa condividere informazioni e consigli e, soprattutto, evitare fregature. I vantaggi ci sono anche per chi vende: aprire un negozio su Facebook permette una promozione veloce, efficace e gratuita. E permette anche di studiare le preferenze dei potenziali acquirenti attraverso l’uso del tasto “like”.

Presto 30 miliardi. Forrester Research stima che il fenomeno dei negozi virtuali su Facebook al livello mondiale crescerà dagli attuali 5 miliardi di dollari ai 30 miliardi nel 2015. Con un aumento del 56 per cento annuo.

Le app commerciali. L’applicazione Facebook commerce più diffusa la mondo si chiama Payvment. In poche semplici mosse chiunque può mettere in vendita i propri prodotti on line attraverso Facebook. L’applicazione consente di caricare i singoli oggetti, con fotografie e schede tecniche, e di promuoverli attraverso i classici strumenti dei social network, primo tra tutti lo sharing.

I settori più diffusi on line. La Camera di Commercio di Milano fa la classifica dei settori merceologici in cui ci sono più transazioni on line. Oltre il 57 per cento di acquisti e vendite on line in Italia riguarda mobili e complementi d’arredo. Al secondo posto, al 25 per cento, capi d’abbigliamento e, infine, il mercato dei libri con il 7,4 per cento del totale.

I nuovi rigattieri. Facile e conveniente trasformarsi in un rivenditore di abbigliamento in proprio. I capi d’abbigliamento che non vogliamo più indossare li possiamo rivendere on line. E sul carrello virtuale rimarranno di certo meno tempo che nel guardaroba di casa. Infatti, nel primo trimestre del 2011, il 5,6 per cento degli italiani ha cercato abbigliamento usato on line.

Semplice come il blogging. Pochi mesi di vita e già tanti clienti per Blooming. Da un lato il sito offre spazi di vendita gratuiti on line, dall’altro propone – sempre gratuitamente – software che permettono a qualsiasi venditore di aprire blog inerenti al proprio prodotto e di gestirne i commenti. Ma anche di rendere più “social” la propria pagina attraverso sondaggi e iniziative di promozione di vario genere.

Come funziona. Le fasi sono tre: ci si iscrive al sito, si caricano le foto e le informazioni tecniche di ciò che si vuole vendere e il sito inizia a sponsorizzare il prodotto attraverso un codice. Un codice che verrà linkato sui social network e su qualsiasi altro sito sia inerente al prodotto.

Regali stravaganti. Un riuso creativo che viene molto apprezzato dai clienti dei mercatini dell’usato in Italia riguarda le pipe. Che nascono a nuova vita, più salutare e creativa. E si trasformano in un regalo singolare e innovativo che si sta diffondendo sempre più. Non sembrerà dunque strano vedere il cannello (cioè lo stelo) di una pipa trasformato in una chiavetta usb o il fornello in un piccolissimo vaso per un orto pocket.

Vendesi musica. L’utente medio usa non più del 20 per cento della musica archiviata sul proprio computer. Partendo da questa stima, è nato ReDigi, il primo mercato dell’usato digitale. Chi ha legalmente acquistato musica on line, ha tutto il diritto di rivenderla attraverso vie legali. E lo può fare facilmente iscrivendosi a Redigi, creando un account e caricando la musica che vuole vendere. E ReDigi si è impegnato a versare alle case discografiche una percentuale degli introiti.

EBay Christmas boutique. A Londra, a pochi passi da Oxford Street, sono in esposizione all’interno di questo vero e proprio negozio ibrido nel periodo natalizio oltre 300 oggetti selezionati tra i più venduti on line in Inghilterra attraverso eBay. Ogni oggetto ha un codice a barre a matrice dove è memorizzato un indirizzo internet. L’acquirente avvicina il suo smarphone al codice e viene immediatamente connesso alla pagina web di eBay dove appare la scheda tecnica e i pareri che riguardano il prodotto.

Riciclare a Natale. L’anno scorso il 44 per cento dei regali di Natale sono stati riciclati secondo le stime di Tns International. Nel 2011 oltre quattro milioni di italiani li hanno rivenduti attraverso i mercatini dell’usato.

La rete dei mercatini. In Italia si può fare affidamento al network di mercatopoli che aiuta a vendere qualsiasi oggetto abbiamo a casa: mobili, elettrodomestici, abbigliamento, calzature, oggetti da collezione etc etc…L’esposizione è gratuita e dura 60 giorni. Il prezzo viene scelto di comune accordo tra venditore e negoziante e i ricavi sono così ripartiti: nel caso dei mobili il proprietario incassa il 65 per cento del prezzo di vendita, per gli altri articoli il 50. Dopo due mesi di esposizione, i prodotti vengono venduti a metà prezzo, fatta eccezione per l’abbigliamento che viene dato in beneficenza. Il consiglio, per venditori e acquirenti, e di passare periodicamente al punto vendita più vicino.

Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.