Cottura a castello, uso del coperchio, pentole in pietra ollare: suggerimenti pratici per consumare di meno e preparare la cena in modo green.
Cuocere senza coperchio? 5 euro in più. Utilizzare una pentola tradizionale anziché la pentola a pressione? 8 euro. Asciugare i piatti con il programma della lavastoviglie invece che naturalmente? 18 euro. Chiudere male il frigorifero o il freezer? 21 euro. Questi sono gli sprechi annuali di una famiglia italiana tipo nella propria cucina. E se prestassimo più attenzione al modo in cui cuociamo le pietanze? Quanto risparmio “bolle in pentola” in una cucina ecologica? In una cucina intelligente con pentolame adeguato (e soprattutto non tossico) si può servire un piatto ricco di salute, risparmio energetico e risparmio economico. Ecco i nostri semplici consigli quotidiani.
- Questione di pentole e fornelli. La partita del risparmio in cucina non si gioca tutta nella dispensa. La quantità di energia investita nella cottura degli alimenti fa la sua parte. È consigliabile scegliere la pentola in base alle dimensioni del fornello. Per una buona resa del fornello, infatti, la pentola non deve mai superare di due centimetri il diametro della fiamma. Viceversa, quando si vedono uscire lingue di fuoco dal fondo della pentola significa che si sta sprecando gas. In ogni caso è sempre preferibile una pentola larga su un fornello grande, rispetto a una pentola stretta e alta su un fornello piccolo.
- Usare il coperchio. L’utilizzo del coperchio è sempre fondamentale, non solo per la bollitura dell’acqua. Evita infatti la dispersione di calore, garantisce cotture più uniformi e diminuisce la quantità di gas necessaria per cuocere i cibi. Un buon coperchio costa poche decine di euro, in funzione di dimensioni e materiali.
- Pentola a pressione, risparmio assicurato. La pentola a pressione può essere a buon titolo considerata lo strumento principe di una cucina ecosostenibile per il suo contributo alla riduzione dei consumi nella cottura dei cibi (consuma il 25% in meno di gas di una normale pentola). Dal momento del caratteristico sibilo della valvola, infatti, basta ridurre al minimo la fonte di calore e iniziare a contare i minuti di cottura. La pressione formata all’interno permette di cuocere in meno tempo esaltando i sapori degli ingredienti cucinati, con un conseguente risparmio di energia. Una pentola a pressione su Amazon costa dai 20 euro in su.
- La magia della cottura a vapore. La cottura al vapore a castello permette la preparazione contemporanea di più pietanze utilizzando un unico fornello, la cui fiamma può essere mantenuta sempre bassa e addirittura spenta alcuni minuti prima del termine della cottura, quando ormai si sarà sviluppato vapore a sufficienza per portarla a termine. All’interno della pentola potrete cuocere ad esempio, del riso integrale o dei legumi, e riservare la cottura a vapore agli ortaggi da posizionare nei cestelli. Anche in questo caso la spesa per un cestello parte da poche decine di euro, mentre su Unieuro ci sono pentole a 3 piani per massimo 49 euro. E per impratichirsi con la cucina a vapore abbondano i siti di ricette.
- I materiali da evitare. Cucinare delle pietanze all’interno di recipienti in rame può essere dannoso per la salute perché durante la cottura questo metallo rilascia sostanze tossiche. Lo stesso vale per le pentole in coccio e terracotta, spesso rivestite da smalti e colori utilizzati per dare maggiore brillantezza e diminuire i difetti sulle superfici dopo la cottura. Con le alte temperature e a contatto con gli alimenti acidi come frutta, aceto, formaggi e verdure potrebbero rilasciare residui di materiali tossici come piombo ma anche cadmio, selenio, antimonio, arsenico e uranio. Se scegliete stoviglie di terracotta, dunque, assicuratevi che siano state impiegate vernici atossiche. No anche alle pentole rivestite in politetrafluoroetilene (meglio noto come Teflon o Fluon), materiale realizzato con l’acido perfluoroctanoico, tossico per gli esseri umani e per l’ambiente. In alternativa si può optare per le padelle atossiche ed ecologiche, come quelle in alluminio riciclato (in genere da 50 a 200 euro).
- Riconoscere le pentole in ceramica ecologica. Quando si compra una pentola quindi meglio leggere bene l’etichetta su cui è riportata la composizione dei materiali (al di là di scritte come “bio”, “green” e “eco” che spesso campeggiano sulle confezioni dei prodotti per attirare la clientela) e preferire le ceramiche ecologiche, nella cui composizione rientrano sostanze alcaline naturali, come calcio, bario, boro, sodio e potassio, che non rilasciano sostanze nocive nei cibi (anche in questo caso i prezzi variano in genere da 50 a 200 euro).
- Sì alle pentole naturali in pietra ollare. Si tratta di una pietra refrattaria che resiste bene alle alte temperature. Ha la peculiarità di passare direttamente dalla fiamma alla tavola, senza risentire degli sbalzi termici, trasformandosi così da pentola per cucinare a vero e proprio piatto di portata senza dover impiegare altre stoviglie e tagliando anche i costi del lavaggio (il prezzo parte da piastre a 20 euro, fino ad arrivare a pentole a 230 euro).
- Non sprecare nel lavaggio. Anche la pentola migliore va lavata, ma ci sono dei trucchi per risparmiare la preziosa acqua, ad esempio raccogliere l’acqua della pasta e usarla per lavare i piatti (l’amido rilasciato dalla pasta aiuta ad eliminare l’unto dei piatti), ricordarsi di mettere le stoviglie in ammollo e applicare ai rubinetti i pratici rompi getto che permettono di limitare i consumi di acqua (sono capaci di contrarre i consumi idrici del 50%).
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