Ha le stesse caratteristiche di quella tradizionale ma al suo interno non c'è traccia di petrolio. Pregi (e difetti) di un materiale tutto made in Italy...
Voglio. «Amo la plastica, voglio essere di plastica» (Andy Wharol).
L’uso di materie rispettose per l’ambiente, fondamentale. In un mondo sempre più affollato e con risorse che si stanno lentamente erodendo, è fondamentale l’uso di materie che non siano dannose per l’ambiente. In questo senso vengono anche adottati diversi provvedimenti dalle autorità: tra le altre cose, dal 1° gennaio 2011 sono obbligatori i bio-shopper, i sacchetti biodegradabili. Ma qual è la situazione della plastica vegetale? Quanto e per cosa si usa?
Plastica, una parola per dire più cose. Se nel linguaggio comune usiamo la parola “plastica” riferendoci a più cose, in realtà ci sono vari tipi e classificazioni di materie plastiche: polietilene, polistirene, PET, PVC ecc. In modo diverso, tutte queste materie non sono perfettamente smaltibili in tempi brevi.
Bioplastica, una plastica diversa. Bioplastica, prodotto che deriva da materie prime rinnovabili o che è biodegradabile o che ha entrambe le caratteristiche. Può avere stesse capacità e usi della normale plastica, ma la sua origine è diversa.
Mater-Bi, la plastica che deriva dal mais. Mater-Bi, materia prima derivata dall’amido di mais, alla base delle plastiche biodegradabili, quelle delle nuove buste di supermercati e negozi. È stata ricavata partendo dal granturco da un gruppo di ricercatori guidati da Catia Bastioli nella Novamont SpA, azienda di Novara nata nel 1990. 21 anni fa si producevano 4000 tonnellate di Mater-Bi l’anno, il doppio nel 1997 e 16.000 tonnellate nel 2001.
Utili anche come concime. Oltre alla Mater-Bi, ci sono molte altre bioplastiche prodotte a partire da amido di mais, grano, tapioca e patate (Biolice, Bioplast, Cereplast Compostables, Biotenomais, Vegemat, Solanyl ecc.). È possibile ottenere materiali simili anche dagli zuccheri o dalla cellulosa. I vantaggi sono molteplici: dal facile smaltimento di plastiche, più semplici da collocare (volendo anche in discarica visto che sono biodegradabili), alla breve durata di decomposizione. In più, le bioplastiche si possono usare anche come concime.
Bio Bottle, la bottiglia che si biodegrada in 80 giorni. Che le cose stanno finalmente cambiando, con una scelta decisa verso il riciclabile e i prodotti biodegradabili, lo dimostra anche l’uso e la produzione di sempre più prodotti. Tra gli altri, una bottiglia (Bio Bottle il suo nome) che si biodegrada completamente in 80 giorni negli appositi siti di compostaggio. Prodotta con una plastica sintetizzata in laboratorio a partire da fibre naturali (amido di mais o canna da zucchero), si può smaltire indistintamente nella plastica o insieme all’umido. Il tappo però non è biodegradabile, essendo fatto di polietilene (che è un derivato del petrolio). Altroconsumo ne ha fatto notare anche alcuni difetti, come la «capacità di conservazione limitata, dovuta al materiale meno stabile» e «il costo elevato: 60 centesimi per una confezione da un litro e mezzo».
Un materiale, mille usi. Altre applicazioni del Mater-Bi, oltre ai sacchetti biodegradabili per la raccolta dei rifiuti già piuttosto diffusi: le stoviglie monouso, le nanoparticelle per il rinforzo degli pneumatici (che consentono di risparmiare carburante e diminuire le emissioni di gas effetto serra), cotton fioc biodegradabili, imballaggi ecc. Il Mater-Bi è stato poi utilizzato in maniera sperimentale anche per la creazione di costumi teatrali.
I giocattoli in plastica vegetale. Gli oggetti fatti di bioplastica sono in costante aumento. Tra questi sono molto numerosi i giocattoli, come le costruzioni biodegradabili al 100% fatte con amido di mais non geneticamente modificato, acqua e colori alimentari. I prezzi sono molto competitivi: una confezione da cinquanta pezzi costa poco più di tre euro.
Quibio.eu per comprare prodotti biodegradabili. Come poter acquistare prodotti in plastica biodegradabile? La rete in questo senso è un ottimo alleato. C’è per esempio Quibio, il primo sito di e-commerce italiano dedicato ai prodotti usa e getta biodegradabili e compostabili al 100%. Qui si possono comprare dai sacchetti al nastro da imballaggio, passando per le posate e le vaschette tipo tupperware.
Tempi. Tempo di decomposizione di un normale sacchetto in plastica: dai 100 ai 400 anni o anche di più in alcuni casi; di un sacchetto in Mater-Bi: poche settimane.
Modelli virtuosi di collaborazione. Se la base della Novamont è a Novara, è nella bioraffineria di Terni che i progetti diventano realtà. Il tutto avviene in stretto collegamento con l’imprenditoria agricola della zona che fornisce la materia prima, come mais e oleaginose. Lo stesso modello virtuoso di collaborazione attiva con il territorio dovrebbe essere esportata a Porto Torres, dove, secondo quanto annunciato a inizio di quest’anno, dovrebbe sorgere un polo della Chimica Verde, in partnership con Eni. Un progetto ambizioso da 1,2 miliardi di euro.
Inventore europeo dell’anno. Catia Bastioli e il suo team (Vittorio Bellotti, Luciano Del Giudice, Roberto Lombi) nel 2007 hanno vinto il premio “Inventore europeo dell’anno” istituito dall’Unione Europea. Questa la motivazione: «Hanno brevettato le prime bioplastiche da fonti rinnovabili di origine agricola da cui sono stati ricavati decine di prodotti».
Un futuro sempre più vicino. In un futuro sempre più prossimo, grazie allo sfruttamento massiccio delle bioplastiche, sarà possibile ridurre radicalmente la presenza di oggetti, e quindi di rifiuti plastici sul nostro pianeta, garantendo non solo la salute della terra e dei suoi mari, sempre più invasi da “arcipelaghi di plastica”, ma anche la produzione di compost, utile alla sostituzione dei fertilizzanti.
«L’importante è crederci». «La battaglia per la plastica verde non è una partita di calcio. L’importante è crederci, dimostrare che insieme si può ancora costruire. Molti pensavano che io volessi giocare e all’inizio qualcuno mi ha anche osteggiato. E invece…» (Catia Bastioli).
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