L’ingegnere perugino che progetta grattacieli green, l’architetto milanese che offre il proprio terreno agli agricoltori della domenica, e poi l’ente bolognese e le Fate di Palermo: orti urbani in giro per l’Italia...
Agricoltori per passione. Dal piccolo terreno del casale di famiglia a terrazzi e giardini. La passione che gli italiani mostrano verso l’agricoltura e, più in generale, verso il mondo green, non conosce battute d’arresto. Dieci milioni i contadini della domenica, 40 mila gli ettari destinati in giro per l’Italia agli orti coltivati per diletto. Spiega Silvia Zucconi, coordinatore dell’area Agricoltura e industria alimentare di Nomisma: “Gli italiani sono un popolo di agricoltori non solo perché in Italia ci sono 1,6 milioni di agricoltori di professione le cui aziende agricole coinvolgono altri 1,3 milioni di persone (coniuge o altri familiari) ma anche perché ha grande rilievo l’agricoltura per passione”.
Gli orti di via Chiodi di Claudio Cristofani. In giro per l’Italia ci sono decine d’iniziative. L’attività di Claudio Cristofani, per esempio, ribattezzato, a ragione, “imprenditore più verde di Milano”. Dieci anni fa Cristofani ha avuto l’idea di investire in un settore che ancora non esisteva e che, in qualche modo, non essendoci un piano regolatore dedicato, non esiste ancora. L’architetto aveva ereditato dalla famiglia un terreno di 25 mila metri quadrati in via Chiodi, nel quartiere Barona. In attesa che il Comune decidesse se annetterlo o meno al vicino parco Teramo, Cristofani ha deciso di trasformarlo in un orto privato. Quel terreno è stato diviso in 180 lotti, affittati a tariffe che partono da 360 euro l’anno Iva compresa per il pezzo standard (75 metri quadrati circa). Un successo clamoroso, inaspettato. In lista d’attesa, per avere uno spazio, ora ci sono 220 famiglie. Dice Cristofani: “Costiamo circa il doppio di un orto comunale ma con notevoli vantaggi: gli orti comunali sono destinati unicamente ai pensionati. Io recluto in modo indifferenziato: chi si collega al sito è messo in lista, punto”. Se, però, chi si è iscritto in lista ha perso il lavoro o si trova in difficoltà, non paga. Prosegue Cristofani: “Adesso ci sono tre famiglie che mi hanno spiegato la loro situazione e lavorano l’orto gratis”. I disoccupati, poi, pagano con servizi alternativi, cioè attraverso piccoli lavoretti di manutenzione. Oggi gli Orti di via Chiodi sono il più vasto insediamento di orti urbani di iniziativa privata esistente a Milano e probabilmente in Italia. Tutte le info sono disponibili su angoliditerra.org. Per quanto riguarda gli orti comunali, invece, le regole cambiano da amministrazione in amministrazione: le informazioni, quindi, si trovano sui siti internet dei vari municipi.
Gli orti del Caab di Bologna. Sul sito del Caab (centro agroalimentare di Bologna), è disponibile il modulo per accedere all’assegnazione di 108 orti urbani da 25 metri quadrati ciascuno nel territorio di Bologna. 100 orti andranno a giovani e a famiglie con bambini, otto saranno usati da studenti e da ricercatori dell’università di Bologna. In questi spazi si potranno coltivare frutta e verdura destinate al sostentamento personale. Il risparmio calcolato, spiega Andrea Segrè, presidente del Caab, si aggirerebbe intorno ai 600 euro l’anno. I futuri agricoltori potranno fare “orto-sharing”, scambiando prodotti con gli altri agricoltori, e avranno anche la possibilità di vendere i propri prodotti all’interno della struttura. Infine, chi otterrà l’orto potrà usufruire dei controlli sanitari Asl all’interno del Caab e della formazione messa a disposizione dai docenti di Agricoltura Urbana e Biodiversità dell’Università di Bologna. Il contributo mensile richiesto è di 15 euro.
Le fate di Palermo. Procedendo verso Sud, i progetti non mancano. A Palermo, per esempio, poco più di un anno fa hanno fatto la loro comparsa gli orti delle Fate, 7000 metri quadrati divisi in tanti orti recintati e dati in locazione con contratto d’affitto. Tutto è partito dall’iniziativa della signora Elena Piazza, che proprio non sapeva che fare del terreno a due passi dall’aeroporto di Boccadifalco ereditato dal nonno, e dal suo amico Fausto Terranova, imprenditore specializzato in impiantistica con la passione per i campi. Oggi per l’affitto dei lotti si pagano 60 euro al mese. La quota dà diritto ad acqua, sorveglianza, semenzaio, serra, pollaio e persino uno spazio per le grigliate all’aperto. Unico obbligo da rispettare: la chimica è bandita, gli orti delle fate si coltivano solo biologicamente. Per informazioni qui il sito.
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