Piccoli ostacoli che ti fanno spendere più del dovuto, spesso senza motivo: riconoscili, superali e ritrovati a fine anno con 2000 euro in più...
145 euro al mese senza sapere perché. Secondo un’indagine svolta qualche anno fa dall’istituto Astra, ogni mese 145 euro – 1.800 a fine anno – lasciano i portafogli italiani senza che i proprietari sappiano il perché. Colpa delle tante, piccole spese cui non si fa caso ma che, messe insieme, rappresentano un ammanco nel proprio bilancio. Una buona strategia può far riuscire in un’impresa che a prima vista sembra impossibile: risparmiare fino a duemila euro l’anno. Lungo la strada ci s’imbatte in alcune trappole: eccole, ed ecco come aggirarle.
Prima trappola: sopravvalutare le entrate.
Nonostante i buoni propositi, trovarsi senza un centesimo in tasca prima del nuovo stipendio è tutt’altro che impossibile. Il fatto è che, quando ci si trova una certa somma tra le mani, si fatica a pensare a quando saremo agli sgoccioli. Per evitare di arrivare con difficoltà alla fine del mese è bene:
1) Non fare affidamento su fonti di reddito incerte. Per calcolare quanto puoi spendere, fai riferimento a ciò che effettivamente hai, senza considerare ciò che potresti avere “se”… Un finanziamento a rate, l’anello d’oro che potresti vendere, il rimborso che aspetti dal Fisco, l’aumento che ti hanno promesso da mesi sono fonti potenziali, i soldi veri sono quelli che hai in tasca.
2) Riconosci le responsabilità e circoscrivile. Una situazione che comporta una spesa improvvisa può trasformarsi in un alibi per spendere in modo incontrollato. Mettititi a tavolino e valuta, voce per voce, quali sono le fonti di spesa riconducibili a questa circostanza ed eliminale.
3) Non spendere fino all’ultimo centesimo. Se pochi giorni prima dell’arrivo del nuovo stipendio ti trovi con qualche banconota extra, non sentirti in dovere di spenderla. Chiudi il mese mettendo via qualche soldo: alla prima spesa improvvisa ti aiuterà.
Seconda trappola: cedere agli acquisti d’impulso.
Risparmiare, in sé, è facile: compri solo quello che vuoi, nessuno ti obbliga ad acquistare altro. Spesso, però, siamo vittime d’impulsi non razionali che ci invogliano a spendere. Per questo motivo, prima di tirare fuori i soldi, è bene far mente locale sui fattori che potrebbero aver favorito la scelta, inducendo a una spesa avventata. Di solito siamo influenzati da:
1) La moda. Gli esperti di consumi li chiamano “gruppi di riferimento”: in pratica, per sentirci in sintonia con un gruppo ci vestiamo in un determinato modo, ascoltiamo una particolare musica, consumiamo alcuni alimenti invece di altri. Per puro spirito di emulazione potremmo essere indotti a fare una scelta più costosa o, addirittura, comprare un oggetto di cui non abbiamo veramente bisogno. Meglio riflettere prima di acquistare.
2) L’effetto regalo. Promozioni e offerte speciali sono un grosso vantaggio per chi vuole risparmiare. Ma quando ti imbatti in una svendita sottocosto o in un volantino che pubblicizza prezzi bomba a caratteri cubitali, non fare di tutta l’erba un fascio. Il fatto che il venditore “butti fuori” merce a un prezzo per lui poco conveniente non ti impone l’acquisto. Quindi, separa ciò che è conveniente da ciò che ti serve.
3) L’effetto scarsità. Davanti a beni che danno l’impressione di finire da un momento all’altro (basti pensare alle frasi “offerta limitata”, “2000 pezzi disponibili” che spesso troviamo nei volantini pubblicitari), fermati: a meno di avere la certezza si tratti dell’affare della vita, meglio capire se quello che ci vogliono vendere è quello che ci serve davvero.
4) Il packaging. Ancora prima che lo acquistiamo, con le sue confezioni colorate ogni oggetto suscita in noi decine di sensazioni. Quando fai la spesa, tieni presente il proverbio «non è l’abito che fa il monaco».
5) Valori e credenze. Tante volte le buoni occasioni di risparmio (e non solo) ci sono precluse perché siamo diffidenti nei confronti delle novità. Un piccolo sforzo per pensare al di fuori degli schemi e un atteggiamento positivo nei confronti delle novità potrebbero fruttare un bel risparmio.
Terza trappola: il rubinetto gocciolante.
Le spese, di qualunque tipo esse siano, sono come l’acqua che sgorga da un rubinetto. Quando il rubinetto è aperto a tutta potenza per diversi minuti si ha la consapevolezza che si sta consumando una grande quantità d’acqua. Questo è quello che succede quando si fa un acquisto importante: chi spende tanto, ha (di solito) la consapevolezza di farlo. Se però il rubinetto gocciola e il proprietario non lo aggiusta, l’acqua che esce sarà altrettanto abbondante. Le gocce che cadono dal rubinetto sono le piccole e quasi invisibili spese quotidiane che, messe insieme, arrivano a pesare quanto i grandi acquisti. Tieni sempre a mente la regola del rubinetto gocciolante: tante gocce messe insieme valgono quanto un getto pieno di pochi minuti.
Quarta trappola: non essere informato.
Per risparmiare devi conoscere: tieni gli occhi aperti, guarda le insegne, i negozi, i cartelloni pubblicitari: il paesaggio urbano è pieno di potenziali affari e opportunità per spendere meglio. Inoltre, informarsi significa non fermarsi alla prima soluzione, anche se sembra la migliore, ma cercare le alternative, e confrontarle.
Quinta trappola: pensare in lire.
Un sondaggio svolto in occasione del secondo anniversario dell’entrata in vigore dell’euro rivelava che oltre il 70% della popolazione italiana pensava ancora in lire. L’abitudine di moltiplicare tutto per duemila, radicata ancora in moltissime persone, alla lunga non è solo poco pratica: è costosa. Rimanendo ancorati alla vecchia valuta si tende a ragionare per unità, perdendo la cognizione dei centesimi, considerati erroneamente spiccioli di poco conto. In più, a chi è attaccato alla lira, riesce difficile associare a un banale conio bicolore, tanto simile alle vecchie 500 lire, quattro banconote da mille: il valore della moneta da due euro, però, è quasi questo.
Sesta trappola: essere negativi.
Elimina dalle scelte di risparmio la sensazione di costrizione. Gli atteggiamenti negativi non servono a risolvere il problema, anzi, lo trasformano in un peso. Essere più attenti nelle spese non è sinonimo di privazione o d’indigenza, serve ad amministrare meglio il proprio denaro.
Settima trappole: risparmiare senza un metodo.
Il modo più sicuro per raggiungere i propri obiettivi di risparmio è avere un metodo. Quando un ragazzo ha un rendimento insufficiente a scuola, i professori dicono: «Si applica, ma non ha metodo». Non è una frase fatta, il metodo è l’insieme di regole pratiche che permette di raggiungere un obiettivo nel modo più veloce e possibile facendo meno fatica. Avere un metodo, in più, è il modo migliore per scansare le trappole di spesa, individuare gli errori e correggerli. E trovarsi alla fine dell’anno con 2000 euro in più senza aver fatto grossi sforzi sarà una piacevolissima realtà.
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