Libretto d’impianto, come ottenerlo

Arriva una nuova certificazione – che affiancherà la vecchia - relativa agli impianti di climatizzazione e condizionamento. A rilasciarla, un tecnico specializzato. Ecco i requisiti per essere a norma e i controlli da fare

Una carta d’identità per gli impianti di casa. Il 15 ottobre 2014 è entrato in vigore il nuovo “libretto d’impianto”, la carta d’identità di tutti gli impianti presenti nelle abitazioni degli italiani. Per impianti non si intendono soltanto caldaie e sistemi di riscaldamento, ma anche le informazioni relative a sistemi di climatizzazione, impianti solari e così via. Obiettivo del libretto: valutarne efficienza, sicurezza e igiene. Il libretto, in pratica, sarà un’ulteriore garanzia di sicurezza per chi abita in casa: con i controlli necessari al suo rilascio assicurerà che gli ambienti siano sicuri, salubri e dotati di sistemi energeticamente efficienti.

Nessuna corsa al libretto. La normativa prevede infatti che, a partire da quella data e in base alle scadenze fissate dalle Regioni, ogni cittadino dovrà dotarsi del libretto d’impianto che affiancherà le vecchie certificazioni. Non è quindi scattata la corsa al nuovo libretto. In ogni casa, quindi, ci saranno due documenti: uno in cui registrare le prestazioni degli impianti, l’altro per l’uso e la manutenzione per la sicurezza, con gli interventi di controllo.  Il vecchio libretto, quindi deve essere conservato perché contiene tutto lo storico dei propri impianti.

I controlli? Circa 200 euro. Per effettuare i controlli necessari al rilascio del libretto d’impianto bisogna rivolgersi a manutentori o installatori in possesso dei requisiti richiesti dalla legge (quindi abilitati a operare su impianti di riscaldamento, di climatizzazione e idrosanitari). Durante il sopralluogo il tecnico dovrà esaminare caldaie, generatori di caldo e freddo e ogni componente dell’impianto. Per un intervento di controllo una famiglia con una caldaia collegata a cinque caloriferi e un impianto di climatizzazione con due o tre split spenderà in media 200 euro. La spesa dovrà essere sostenuta da chi vive nell’abitazione (nel caso di casa in affitto, quindi, dall’inquilino dell’appartamento).

Cosa deve fare l’inquilino. Se il controllo rileva la necessità di un intervento, per esempio di una riparazione, l’inquilino deve inviare al proprietario di casa una copia del libretto d’impianto con la richiesta del tecnico delle opere di manutenzione straordinaria. Il libretto è un vero e proprio documento di garanzia in cui si registrano non solo i dati dell’occupante, ma anche quelli del proprietario: gli enti preposti saranno quindi a conoscenza delle responsabilità riconducibili a ciascuno soggetto.

Multe fino a 3mila euro. Per chi non effettua i periodici interventi di controllo è prevista una sanzione compresa tra 500 e 3 mila euro. Anche per l’installatore che comunica in maniera errata o incompleta l’esito del controllo è prevista una multa, che va dai mille ai 6 mila euro. La manutenzione per l’efficienza, e quindi la sua periodicità, è a discrezione delle Regioni e potrebbe variare dai due ai quattro anni (salvo indicazioni diverse).

Controlli non a campione. Il rapporto di controllo sarà inviato dal manutentore agli enti preposti. Le verifiche non avverranno a campione, si parte da coloro che non hanno effettuato gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al catasto.

Il modello disponibile sul sito dello Sviluppo economico. Il libretto d’impianto può essere scaricato dal sito del ministero dello Sviluppo economico. Lo si può anche compilare online seguendo una guida online attraverso il sito del Comitato Termotecnico Italiano. In caso di controlli, però, il libretto dovrà comunque essere stampato.

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