Quest’anno l'ultima scadenza per la dichiarazione dei redditi è stata il 30 settembre: ora che tutto è stato consegnato, ti spieghiamo come dovrai comportarti nel caso in cui le verifiche evidenzino degli errori nei dati inseriti
Dopo la presentazione del Modello 730, la parola passa all’Agenzia delle Entrate, che inizia la sua attività di controllo per verificare i dati comunicati all’interno della tua dichiarazione dei redditi. Vediamo insieme come procedere in caso di comunicazioni dell’Amministrazione.
Controlli, come si muove l’Agenzia delle Entrate. L’attività di verifica sulle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti viene svolta dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate con l’obiettivo principale di analizzare la correttezza dei dati inseriti.
Esistono tre tipologie fondamentali di controllo, nello specifico:
– la liquidazione delle imposte sui redditi a tassazione separata (TFR, arretrati, ecc.) per i quali non sono previsti interessi e sanzioni nel caso in cui tu – e tutti i contribuenti come te – effettui il pagamento entro 30 giorni.
– automatico, controllo destinato a tutti i dichiarativi presentati e ha l’obiettivo di esaminare gli elementi già in possesso dell’Erario (es. dati sugli immobili, terreni ecc.)
– formale, controllo che riguarda un numero inferiore di contribuenti selezionati in base a specifici criteri di rischio. Il riscontro in questo caso mira a constatare la corrispondenza tra i dati inseriti e i documenti che attestano la relativa correttezza (es. spese mediche, ristrutturazioni edilizie ecc.).
Controlli automatici, come comportarti. Partiamo dalle verifiche che interessano, in generale, tutti i contribuenti. L’attività di controllo svolta dall’Agenzia delle Entrate può generare una comunicazione di regolarità o di irregolarità in presenza di errori.
Nell’eventualità, i documenti saranno inviati direttamente presso il tuo domicilio fiscale o ai tuoi intermediari (CAF, professionisti abilitati come ad esempio commercialisti ecc.), attraverso il canale Entratel e, in caso siano riscontrati errori e quindi si richieda il versamento delle cifre dovute, conterranno già il modello F24 precompilato.
Davanti al caso di criticità sollevate dall’Amministrazione, se le accetterai, avrai 30 giorni a disposizione per pagare l’imposta dovuta, gli interessi e la sanzione che è il 10% della maggiore imposta.
Dovrai effettuare il pagamento tramite modello F24 con i codici tributo individuabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Al contrario, se non riconoscerai l’errore segnalato, potrai contestare le pretese dell’Agenzia delle Entrate e far valere le tue scelte. Come?
– rivolgendoti ad un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, fornendo adeguata documentazione a supporto;
– chiamando i Centri di assistenza (numero verde 800.90.96.96) e inoltrando i tuoi giustificativi;
– accedendo online al servizio Civis, canale telematico a disposizione dei contribuenti.
Controlli formali, tutte le istruzioni. L’attività di ispezione può, come spiegato prima, essere anche di carattere ‘formale’.
In questo caso la sanzione prevista (con pagamento effettuato entro 30 giorni) è il 20% della maggiore imposta.
Se volessi procedere con la contestazione della comunicazione, dovrai rivolgerti all’ufficio di competenza o a quello che ha trasmesso la comunicazione.
Trascorso il trentesimo giorno, l’ufficio intraprenderà il procedimento ordinario di riscossione con relativa sanzione calcolata in misura piena (30%).
Occorre infine sottolineare che qualora tu ti sia rivolto ad un intermediario per la presentazione della tua dichiarazione dei redditi e la comunicazione sia notificata al professionista, il termine di 30 giorni per le sanzioni ridotte decorrerà dal sessantesimo giorno successivo a quello di trasmissione telematica dell’invito inoltrato dall’Agenzia delle Entrate.
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