Deduzioni fiscali, previdenza, congedi e tanto altro. Ecco tutte le novità del Jobs Act per il lavoro autonomo
Quando si pensa di cambiare lavoro, oltre alle domande da porsi prima di intraprendere una scelta importante, è necessario conoscere l’evoluzione del mercato lavorativo anche dal punto di vista normativo. Con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 45 astenuti, a maggio il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge n. 2233-B recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, già approvato dalla Camera lo scorso 9 marzo.
Previdenza e congedi, cosa cambia. Un grosso capitolo dello Statuto del lavoro autonomo è dedicato alla previdenza: la novità più rilevante riguarda l’estensione dell’assegno di disoccupazione (Dis-Coll) per i collaboratori iscritti alla gestione separata Inps in via esclusiva (anche oltre il 30 giugno 2017, data di scadenza della misura). In questa categoria rientrano anche assegnisti di ricerca e dottorandi. Per quanto riguarda il congedo parentale passa da tre a sei mesi e si può usufruirne oltre il primo anno di vita del bambino, in particolare fino al compimento dei tre anni. Nel complesso, però, i genitori potranno fruire di un congedo di sei mesi massimo. Le nuove regole inerenti al congedo parentale mirano a contrastare l’abbandono del lavoro dopo la nascita di un figlio, dato che attualmente riguarda il 15% delle donne autonome lavoratrici. Parafrasando, verrà meno l’obbligo di astensione dal lavoro durante la maternità obbligatoria.
Le spese di formazione si possono detrarre. Un altro interessante capitolo è quello che riguarda la detrazione delle spese, specialmente quelle per la formazione: sarà possibile dedurre fino a 10.000 euro per spese relative a corsi di aggiornamento, congressi, convegni, lezioni ecc. Per i servizi di certificazione delle competenze, ricerca e sostegno dell’autoimprenditorialità il limite è di 5 mila euro.
Più tutela dei lavoratori autonomi per le fatture pagate in ritardo. Anche in merito alla tutela in caso di mancato pagamento o ritardo nel saldo fatture, il Jobs Act ha un occhio di riguardo per i lavoratori a partita IVA. Qualunque clausola contrattuale che stabilisca il pagamento dopo 60 giorni dall’emissione della fattura o dalla sua richiesta sarà considerata abusiva e, in aggiunta a questo, il committente non potrà né recedere senza preavviso dal contratto prestazione continuativa né apportare unilateralmente modifiche alle clausole.
Smart working in rampa di lancio. Nel DDL approvato dalla Camera lo smart working è in rampa di lancio; l’accordo sul lavoro agile può essere a tempo determinato o indeterminato:
- nel caso di tempo indeterminato, per tornare indietro rispetto alla modalità lavoro agile, è richiesto un preavviso non inferiore a 30 giorni, che sale a 90 giorni nel caso in cui il rapporto di lavoro agile riguardi un lavoratore disabile;
- nel caso di tempo determinato o indeterminato, la presenza di un giustificato motivo consente di recedere senza preavviso dall’accordo.
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