App e tecnologia, da distrazioni ad alleate nello studio

Smartphone e gadget possono essere usati anche come strumenti per trascrivere appunti, memorizzare, ripetere. Come usarli al meglio per imparare

Nel liceo “San Benedetto” di Piacenza l’anno 2018/2019 sarà il primo “smartphone free”. In questa scuola superiore, gli studenti dovranno inserire i loro telefoni in un involucro che blocca il segnale, e che crea – quindi – una barriera tra alunni e le distrazioni prodotte da videogame e social network. È una risposta, per certi versi drastica, a una delle domande più pressanti di insegnanti e genitori: come si può governare la tecnologia, ormai pervasiva? I rischi sono tanti, soprattutto per i più piccoli: come abbiamo scritto su VoceArancio, i gadget possono diventare un “ciuccio emotivo”. Ma le opportunità possono superare le paure. Se i ragazzi – guidati dai genitori – scoprono come usare la tecnologia per fare meglio qualcosa di “serio” e quotidiano (come studiare) potranno diventare adulti più consapevoli, in un mondo in cui l’informatica e Internet sono la strada per acquisire nuove conoscenze. E allora ecco una serie di strumenti che i genitori possono suggerire ai propri figli per studiare meglio e, magari, prendere voti migliori.

Si parte con gli appunti. Trascrivere le lezioni non è affatto banale: si rischia di essere incomprensibili perfino a sé stessi. In questo caso, prima della tecnologia, è utile segnalare il Metodo Cornell (qui è spiegato come funziona): invita a spezzettare i concetti in unità di senso, lascia spazio per sintetizzare le idee, dà la possibilità di esprimere le proprie impressioni. Una volta compreso il sistema, potete passare alle app con cui usare questo schema: OneNote di Microsoft è un’ottima opzione gratuita, con la possibilità di sincronizzare gli appunti tra molti dispositivi. In questo settore, però, la regina è Squid Notes, purtroppo solo parzialmente free.

Un diario digitale. I compiti, gli orari e gli impegni scolastici possono essere confusi o dimenticati. MyHomework è una soluzione multipiattaforma per tenere traccia di tutta la vita scolastica e condividere con facilità gli esercizi da fare tra studenti. Anche il docente può partecipare al “diario collettivo di classe” e segnalare con precisione quali pagine studiare.

Memorizzare concetti, giocando. Spesso l’intuito non basta: storia, lingue e matematica, hanno bisogno del lavoro mnemonico per fissare date, vocabolario e formule. Tutto ciò può diventare noioso o essere trasformato in un videogame. In questo caso, tra gli strumenti più efficaci ci sono le flashcard. Con Quizlet si possono creare schede digitali personalizzate per mettere alla prova le proprie conoscenze. I “set” di card possono essere condivisi con la classe. E così la tecnologia non isola, ma stimola l’apprendimento collettivo.

Smartphone e tablet, oltre i libri di testo. Poi ci sono moltissimi software educativi, per dare ai ragazzi risorse di studio in più rispetto a Wikipedia. Eccone alcuni.

  • DeAgostini ha realizzato “Studia Super Facile” una collezione di app che riassumono concetti complessi, dalla letteratura latina alla chimica. Basta inserire questa chiave di ricerca sugli store dei dispositivi per trovare quelle più utili.
  • Anche per la matematica ci sono strumenti digitali interessanti: iMatematica (qui la versione per iOS e qui per Android) è “un assistente personale” per testare le proprie conoscenze dall’aritmetica alla geometria analitica. Con moderazione, si può usare Photomath (qui la versione iOS e qui per Android): un’app che risolve equazioni inquadrandole con il telefono. Non è un programma per “barare” negli esercizi, ma sa dare indicazioni sui passaggi da rifare in un’espressione sbagliata.
  • Durante lo studio, la tecnologia può servire per battere strade alternative per risolvere i problemi. Da questo punto di vista, un esempio interessante è Trucchi Matematici, che suggerisce modi per fare calcoli complessi a mente.
  • A volte serve un po’ di pratica in più, perché gli esercizi scolastici non bastano. Da questo punto di vista, Latinux è un’ottima app: permette di svolgere 18 mila esercizi per comprendere meglio le sottigliezze grammaticali della lingua di Virgilio.

Un aiuto a non distrarsi e a gestire il tempo. I dispositivi non sono il solo fattore di distrazione: un ambiente rumoroso o la tv accesa da un altro componente della famiglia possono togliere la concentrazione necessaria ad affrontare un capitolo di economia aziendale. Allora Tide può aiutare i ragazzi a focalizzarsi: ha un set di audio rilassanti e, in più, ha un timer per scandire il tempo. Se abbinata alla tecnica del Pomodoro (che abbiamo spiegato qui), può essere un buon modo per alternare studio a quelle pause necessarie per finire senza stress tutti i compiti.

Ma il coding? Nessuno lo mette in dubbio: imparare a programmare è una delle abilità del futuro. Internet pullula di guide ma, spesso, la difficoltà più grande è muovere i primi passi. Dedicato ai più piccoli, c’è Scratch: un software realizzato dall’MIT che, con una logica “a blocchetti”, permette di realizzare software e comprendere, in modo divertente, i meccanismi di quelle parole esoteriche che fanno funzionare pc e dispositivi: loop, if, while, ecc.

E voi? Avete sperimentato app che migliorano il rendimento scolastico? Qual è il mix ideale tra digitale e apprendimento “vecchio stile”?

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