Il prossimo 16 giugno i contribuenti verseranno l'acconto IMU per l'anno in corso. Ecco come procedere.
Entro e non oltre il 16 giugno prossimo, i contribuenti dovranno pagare l’acconto 2015 per l’IMU e la Tasi, mentre il saldo è previsto per il 16 dicembre. L’importo da riconoscere all’Erario per l’IMU 2015 è suddiviso al 50% tra il primo e secondo versamento. Le metodologie di calcolo sono identiche a quelle dell’anno appena concluso: nel caso in cui la situazione patrimoniale del soggetto sia rimasta invariata rispetto al 2014, in sede di primo acconto, sarà quindi sufficiente versare la metà della cifra totale corrisposta negli scorsi dodici mesi. Cerchiamo di capire però su quali immobili debba essere riconosciuta l’imposta e quali calcoli effettuare per verificare la correttezza del pagamento.
Su quali immobili si paga l’IMU. Gli immobili interessati dall’Imposta Municipale Propria (IMU) sono tutti i fabbricati (seconde case, uffici, negozi ecc.) ad esclusione dell’abitazione principale e delle sue pertinenze. La prima casa è soggetta al pagamento dell’imposta solo ed esclusivamente nel caso in cui si tratti di edifici di pregio, accatastati nelle categorie A/1, A/8 e A/9. È possibile individuare la categoria riferita ai propri immobili all’interno della visura catastale.
Cos’è l’abitazione principale. Si considera abitazione principale l’immobile «nel quale il possessore e il suo nucleo familiare» dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Le condizioni indicate devono essere entrambe rispettate. Vediamo insieme qualche caso particolare:
– non si può considerare abitazione principale l’appartamento dato in affitto a un’altra persona che vi abiti;
– il proprietario di un’abitazione e la moglie, proprietaria a sua volta di un’abitazione nello stesso Comune, non possono “spacchettare” la famiglia stabilendo la loro residenza e dimora «in immobili diversi situati nel territorio comunale», duplicando il trattamento agevolato che spetta all’abitazione principale. Il beneficio spetterà infatti ad un solo soggetto;
– nel caso che due coniugi, proprietari ciascuno di un’abitazione, abbiano la residenza in Comuni diversi è possibile per entrambi considerare la propria come abitazione principale, a condizione che abbiano dimora effettiva ciascuno nel Comune in cui hanno la residenza.
Come calcolare l’IMU. Per calcolare il valore dell’imposta bisogna partire dalla rendita catastale dell’immobile che risulta dall’atto di acquisto o che può essere richiesta all’Agenzia del territorio (l’ex Catasto). La rendita va quindi rivalutata del 5% (ovvero: valore della rendita x 1,05). Il risultato deve essere poi moltiplicato per un coefficiente – stabilito dall’art. 13, comma 4, D.L. 201/2011 – che nel caso delle abitazioni e delle cosiddette pertinenze (cantina, soffitta, box auto) è pari a 160. La cifra ottenuta è la base imponibile, cioè il valore dell’immobile sul quale si calcola in percentuale l’imposta.
Aliquota IMU. La cifra ottenuta va infine moltiplicata per l’aliquota IMU definita dal proprio Comune. La percentuale standard delineata a livello statale è pari al 7,6 per mille, ma ogni Ente Territoriale può aumentare l’aliquota fino al 10,6 per mille o abbassarla fino al 4,6 per mille.
Un esempio di calcolo
Un signora vive con il marito nell’appartamento di proprietà di quest’ultimo. Anche lei ha una casa di proprietà, nello stesso Comune, la cui rendita catastale è di 1.000€. Di IMU nel 2015 dovrà pagare: 1.000 x 1,05 (rivalutazione) x 160 (coefficiente di maggiorazione) x 0,76% (aliquota sulla seconda casa) = 1.276,80€. Il primo acconto sarà pari al 50% di tale importo, quindi 638,40€.
Come si paga l’IMU. Il contribuente può scegliere di pagare l’Imposta Municipale Propria attraverso bollettino postale o con il Modello F24 . Il sito di Poste Italiane ha realizzato un vademecum preciso con lo scopo di fornire tutte le indicazioni utili ai contribuenti sia in termini di compilazione che eventuali costi del servizio. Per quanto riguarda invece il pagamento mediante Modello F24, il contribuente è chiamato a compilare le seguenti sezioni:
– codice ente/codice Comune: ogni Comune ha un codice identificativo, composto da una lettera e 3 cifre. È possibile consultare l’elenco completo sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
– numero di immobili: il soggetto deve inserire il numero di edifici su cui paga l’imposta all’interno del medesimo Comune;
– codice tributo: anche in questo caso, consultare la tabella dei codici tributo fornita dall’Agenzia delle Entrate;
– acc.: barrare la casella per indicare che si tratta del primo acconto;
– anno di riferimento: 2015;
– importo da versare: inserire l’importo calcolato ai fini del primo acconto IMU 2015.
I vantaggi di pagare con l’F24 sono rappresentati dalla possibilità di compensare il proprio debito con eventuali crediti a disposizione del contribuente e il raggruppamento di versamenti destinati a diversi Comuni all’interno di un unico modello di pagamento. C’è inoltre da considerare la possibilità di pagare contestualmente all’Imposta Municipale Propria anche la Tasi. La modalità di compilazione dell’F24 è praticamente identica, ma attenzione al codice tributo, che in questo caso è ovviamente differente da quello previsto per l’IMU.
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