Acqua di casa: tutte le opzioni per bere, risparmiando

Gratis ed ecologica, l’acqua del rubinetto batte quella in bottiglia. Con i sistemi di filtraggio, poi, diventa più buona: ecco come sceglierli.

Chi sfrutta l’acqua del rubinetto riduce l’inquinamento e al tempo stesso risparmia, eppure nel nostro Paese ci si continua a mostrare diffidenti nei confronti “dell’acqua del sindaco”. Secondo una recente indagine condotta da ITI Census, l’80% delle famiglie nostrane consuma prevalentemente acqua in bottiglia. Si parla, in un anno, di circa 1314 bottiglie, con i conseguenti problemi di smaltimento e l’accumulo di rifiuti plastici (si stima che negli Oceani si siano create “isole” di plastica con una superficie totale di16 milioni di km²). Una scelta, quella degli italiani, che secondo Legambiente comporta una spesa a testa di circa 160 euro l’anno. Vediamo come ottenere il meglio dall’acqua della propria casa, riducendo così la spesa domestica.

Bere acqua del rubinetto non fa male. L’acqua del rubinetto non fa male alla salute ed è di alta qualità: lo dimostra una ricerca di Altroconsumo realizzata prelevando 35 campioni d’acqua da altrettante fontanelle pubbliche in tutti i capoluoghi di regione e in altri centri particolarmente popolosi. Le acque potabili più apprezzate e sicure dal punto di vista igienico arrivano dalle falde acquifere profonde: nel nostro Paese il 70% delle acque potabili ha proprio quest’origine.

I kit fai da te per il controllo dell’acqua in casa. Il controllo dell’acqua è sostanzialmente affidato al gestore del servizio idrico, che ne verifica sistematicamente i parametri base. Esistono, però, anche kit fai da te per il controllo domestico dell’acqua (su Amazon e nella grande distribuzione si trovano a poche decine di euro). Si tratta di set molto semplici da utilizzare, utili per misurare la qualità dell’acqua dai propri rubinetti soprattutto nelle case vecchie, nelle quali con il tempo possono crearsi infiltrazioni nei tubi. I parametri più importanti da tenere sott’occhio sono l’acidità (ph compreso tra 6,5 e 9,5), la durezza (il calcio tra 15 °F e 50 °F), i nitrati (inferiori o uguali a 50mg/l), i solfati (massimo 250 mg/l) e i cloruri (massimo 250 mg/l).

I sistemi di filtraggio migliorano il sapore dell’acqua. Perché si spende quando si potrebbe bere l’acqua del rubinetto, controllata e garantita in quasi tutto il territorio nazionale? Spesso non è una questione di fiducia nella bontà dell’acqua che arriva nelle nostre case, ma più semplicemente di sapore. Anche a questo, però, c’è un rimedio: i sistemi di filtraggio domestico. Per decidere cosa usare bisogna prima conoscere i parametri dell’acqua della propria zona, riportati sulla bolletta (se si vive in condominio, la riceve l’amministratore) o disponibili su cheacquabeviamo.it. L’acqua è dura, sa di calcare o di cloro? A ogni cosa c’è il suo rimedio. Ecco una panoramica completa delle alternative disponibili.

  1. Il filtro a carbone attivo. Questo tipo di filtro si istalla sul rubinetto o sotto il lavello: trattiene le sostanze inquinanti, cloro e pesticidi in testa, e migliora l’odore dell’acqua, tuttavia non elimina eventuali batteri o nitrati e non agisce sulla durezza dell’acqua, cioè sul contenuto di sali di calcio e magnesio. In ogni caso, un sistema del genere conferisce all’acqua un sapore migliore, ha costi abbastanza contenuti (circa 100 euro) e l’impianto prevede una doppia uscita che permette di scegliere se filtrare l’acqua o no. Il filtro a carbone attivo necessita di una pulizia accurata e va sostituito ogni due mesi (costa circa 6 euro): si tratta dell’apparecchio più adatto a chi vive in una zona in cui l’acqua ha un forte sapore di cloro e desidera filtrare anche l’acqua che usa per cucinare.
  2. La caraffa filtrante. Tra i sistemi di filtraggio più economici (nella grande distribuzione si trovano modelli a partire da 10 euro), la caraffa filtrante è molto semplice da usare: si riempie con l’acqua del rubinetto che, passando attraverso il filtro, viene purificata. Oltre a trattenere il cloro e altre sostanze inquinanti, è in grado di ridurre la durezza dell’acqua. Anche in questo caso il filtro va cambiato spesso, almeno una volta al mese (prezzo, circa 6 euro). Altro aspetto da tenere presente, il fatto che la caraffa filtrante agisca solo su un litro e mezzo di acqua alla volta (è questa la sua capacità massima). Tempo fa si parlava della possibilità che all’interno delle caraffe si sviluppassero batteri: Altroconsumo dice che la questione è stata risolta e chi vuole acquistare una caraffa filtrante per bere più volentieri l’acqua di casa ora non ha più seri motivi per non farlo.
  3. L’addolcitore anticalcare. Un problema frequente dell’acqua di casa è la sua durezza. Per risolverlo si può installare un addolcitore anticalcare, da posizionare vicino al contatore o nel punto d’ingresso dell’acqua nell’appartamento. Questo trattiene calcio e magnesio e rilascia iodi di sodio. La funzione anticalcare dell’apparecchio evita che si formino incrostazioni e fa sì che gli elettrodomestici consumino una quantità di energia inferiore. L’acqua dura, infatti, non fa soltanto ingrigire i capi bianchi, porta anche grandi quantità di carbonato di calcio e di magnesio nei tubi e nelle serpentine degli elettrodomestici e ne aumenta i consumi. Con l’acqua addolcita, invece, ogni tipo di lavaggio risulterà più rapido poiché ci sarà una quantità di calcare inferiore. La durezza dell’acqua addolcita, tuttavia, non deve comunque andare al di sotto dei 15°F (la durezza dell’acqua si misura in gradi francesi): in caso contrario si rischia di corrodere le tubature. La scelta e le dimensioni di un addolcitore per uso dimestico dipendono dalla durezza dell’acqua, dal consumo giornaliero e dal numero degli abitanti dell’immobile, il costo parte comunque da 800 euro.
  4. L’impianto a osmosi inversa. È uno dei sistemi più diffusi al mondo, separa l’acqua in due flussi (da una parte quella purificata, dall’altra quella scartata) ed è in grado di riequilibrare il gusto e la qualità originale dell’acqua, assicurando l’assenza di odori e sapori sgradevoli.  Si tratta del sistema di filtraggio domestico più completo: agisce sia sui metalli pesanti (piombo, cromo, rame e arsenico) sia sui nitrati. Tuttavia, si tratta di un impianto molto costoso – circa 3 mila euro –, adatto a chi vive in località di mare o in aree in cui è stata rilevata la presenza di sostanze inquinanti.

Consumare l’acqua in giornata. Un consiglio importante per chi decide di bere l’acqua del rubinetto è quello di consumare le bottiglie riempite nell’arco di una giornata e di non fare scorte: bottiglie e caraffe, anche se ben lavate, non sono sterili e potrebbero favorire la formazione di batteri in grado di deteriorare la qualità dell’acqua.

Per chi ama l’acqua gasata. Oltre ai dubbi sulla bontà dell’acqua e sul sapore, un terzo fattore spinge gli italiani a comprare l’acqua imbottigliata: la passione per le bollicine. Anche per questo ci si può attrezzare a livello casalingo. In commercio esistono gasatori domestici che permettono anche di creare bevande e cocktail, evitando così di farsi carico del peso delle bottiglie ed eliminando gli sprechi. Quelli di SodaStream, per esempio, hanno un range di prezzi dai 70 ai 150 euro.

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