L’ultimo arrivato è Echo, con cui Amazon ha lanciato la sua sfida a Siri, Cortana e Google Now. Che cosa sono, a cosa servono e come ci semplificano la vita: tutto quello che bisogna sapere sui “voice assistant”
La battaglia degli assistenti vocali. Siri, Google Now, Cortana, Echo: gli assistenti vocali virtuali sono il terreno su cui i colossi del settore – Apple, Google, Microsoft e Amazon – si contendono il favore degli utenti digitali. Ma che cos’è un assistente vocale? In pratica si tratta di uno strumento che permette di parlare con il proprio smartphone (o con il tablet) e di comandarlo utilizzando un linguaggio naturale. Il principio di fondo che ispira questi prodotti è identico: affiancare il consumatore digitale nella vita quotidiana, assicurandogli tutte le risposte del caso, dalle informazioni legate al meteo a curiosità di carattere scientifico. La battaglia si combatte sulle capacità elaborative dell’assistente, e quindi sul livello dell’intelligenza artificiale e della qualità dei dati cui ricorre per parlare con gli utenti.
Echo di Amazon, l’assistente vocale da salotto. L’ultimo arrivato nel panorama degli assistenti vocali è Echo di Amazon, per ora in vendita negli Usa a 99 dollari per gli utenti abbonati al servizio Prime (poi entrerà a listino per tutti a 199 dollari). Echo è un dispositivo Wi-Fi formato da un tubo cilindrico di 23,5 centimetri, dotato di sette microfoni, che risponde se interrogato. Il suo campo d’azione più ampio, e questa caratteristica lo distingue da tutti gli altri assistenti vocali, è la musica: basta una richiesta e parte la riproduzione dei brani scaricati da Amazon Music Library, Prime Music, iHeartRadio e TuneIn Plus o quelli disponibili su Spotify. Avere alle spalle la piattaforma cloud di Amazon permette a Echo di avere aggiornamenti costanti e di assimilare continuamente nozioni e funzionalità. Rispetto a Google Now, Siri e Cortana, Echo è un device sempre in ascolto, che per rispondere ai comandi non necessita lo sblocco del dispositivo.
Cortana, assistente per Windows Phone. Cortana, l’assistente vocale di Microsoft, è disponibile su Windows Phone a partire dalla versione 8.1. Si tratta dell’assistente vocale più nuovo e meno conosciuto dei tre, ma anche di quello che più di tutti prova a entrare in sintonia con l’utente. Al momento della configurazione, infatti, Cortana richiede informazioni personali per migliorare l’identificazione dell’utente e diventare così un assistente quasi su misura. Come con gli altri assistenti vocali, con Cortana si possono avviare chiamate, inviare sms, aggiornare i social network, impostare sveglie, prendere appunti ecc. Il sito ufficiale spiega che con Cortana si può anche chattare: “Falle delle domande che faresti a un nuovo amico e dille come ti senti. Cortana ha delle opinioni e delle storie da raccontare. Potrà anche raccontarti una barzelletta”.
Siri, la voce amica di Apple. Apple è statopioniere del settore. Presentato da Tim Cook nell’ottobre 2011, già un anno dopo l’assistente vocale dal nome che in norvegese, significa “bella donna che ti porta alla vittoria”, ha cambiato la vita degli Apple addicted. Siri oggi è disponibile su iPhone 4S o versioni più recenti, su iPad di terza generazione o successivi, su iPad mini e iPod touch (quinta generazione). Spiega il sito Apple: “Siri è l’assistente personale intelligente che aiuta a fare tutto: basta solo chiedere”. Rivolgendosi a Siri con un tono di voce naturale si possono inviare sms, telefonare, postare messaggi sui social network, fissare promemoria e appuntamenti, ricevere indicazioni stradali ecc. Siri riconosce le parole e le trasforma in un testo scritto. Domandando, per esempio, “ho impegni per venerdì?”, Siri consulta l’agenda e risponde. In più, l’assistente vocale Apple interagisce con la maggior parte delle app.
Google Now, l’assistente vocale di Android. L’assistente digitale per i dispositivi Android – compatibile anche con Apple iOS – permette di interagire con smartphone e tablet utilizzando un linguaggio abbastanza naturale. Qualcuno rileva come Google Now adotti un approccio meno empatico rispetto a Siri e sia, almeno apparentemente, più distaccato. Attivato pronunciando la frase “Ok Google”, Google Now risponde alle domande, gestisce gli impegni della giornata, esegue azioni, dà suggerimenti, consulta il web, avvia chiamate.
Qual è il migliore? La parola agli esperti. Esistono diversi studi indipendenti che hanno provato a confrontare le capacità di risposta di Google Now, Siri e Cortana. Secondo la società di consulenza Stone Temple, il servizio più affidabile sarebbe Google Now, che, nella ricerca delle risposte, presenterebbe meno inesattezze rispetto a Siri e a Cortana. Per gli studiosi di Stone Temple, in pratica, Google Now offrirebbe a livello quantitativo il doppio di risultati rispetto a Siri e quasi tre volte quelli di Cortana. Meno evidente, invece, sarebbe la differenza fra i tre servizi per quanto riguarda la completezza dei dati offerti in risposta agli utenti: Google arriva all’88% delle risposte esaurienti, Apple si ferma al 53% e Microsoft al 40%. Secondo Paaist (acronimo che sta per “Personal Assistant Artificial Intelligence Strength”), altro test valutativo cui sono stati sottoposti gli assistenti vocali, invece Google Now ne sa di più dei concorrenti ma garantisce, stando alle risultanze del test in questione, risposte corrette solo nel 33,3% dei casi (contro il 26% di Siri e il 12% di Cortana).
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