Il baratto a misura di bambino

I bambini usano gli abiti per così poco tempo che difficilmente li consumano: spazio quindi allo scambio fra genitori, sempre più attenti alla spesa. Anche grazie alla nascita di siti che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta.

La parola inglese sharing è ormai entrata a far parte del nostro vocabolario. La crisi ha aperto nuove frontiere di business che, grazie alla condivisione delle spese, ci permettono di avere un buon livello di servizio a prezzi inferiori. Pensiamo al car-sharing o allo scambio di case per le ferie , così come accade nel bel film natalizio “L’amore non va in vacanza”.

L’idea di barattare beni e servizi come in un lontano passato è a dir poco geniale, soprattutto quando si parla di bambini. Vuoi perché alcune cose servono per un periodo di tempo limitato (una sdraietta, una vaschetta per il bagnetto…) o perché  non si consumano davvero mai.  Soprattutto se parliamo di quei vestitini “da principe o principessa”, cui noi mamme non sappiamo dire di no, ma che finiscono per essere indossati dai nostri pupi sì e no un paio di volte.

Lo swapping alla conquista dell’Italia. Se fino a qualche anno fa il baratto in Italia era affidato all’iniziativa privata delle mamme – che ancora continuano a incontrarsi in svariati gruppi su facebook o forum come Niente Soldi e allora barattiamo e quello dedicato alle fasce portabebè, oltre alla frequentatissima piazza di AlFemminile.com – negli ultimi anni anche le aziende hanno cominciato a capire il valore non solo economico ma anche morale, del baratto.

Armadio Verde, per scambiare abiti di qualità. Barattare, infatti, non fa bene solo al portafoglio ma anche alla Terra, stressata da produzioni sempre più massive in risposta a bisogni ingiustificati. Fra i primi a fare propria questa filosofia e a pensare all’idea di baratto quando si parla di abbigliamento bambino 0-10 spicca L’Armadio Verde, sito dedicato allo scambio di vestiti di alta qualità per bambini, che punta a dare una seconda vita a capi di un certo valore che comprati nuovi costerebbero parecchio. Il sistema è semplicissimo: una volta iscritti, vi verrà inviata a casa una busta vuota all’interno della quale dovrete inserire i vestiti che volete scambiare. Questi verranno poi valutati dal personale dell’Armadio Verde, che assegnerà a ognuno di essi delle “stelline”. Queste stelline saranno il vostro “denaro virtuale” che vi permetterà di scegliere fra i tanti capi presenti sul sito e iniziare a scambiare. Se poi vorrete continuare a scambiare dovrete pagare un piccolo abbonamento, che varia in base a quanti scambi volete effettuare oppure alla durata nel tempo. Se, per esempio, volete scambiare per 3 mesi, pagherete una quota di 100 euro e potrete barattare senza limiti, con 4 spedizioni comprese nel prezzo, mentregni invio successivo costerà 9 euro. Davvero più facile a farsi che a dirsi! Perché usare un servizio come l’Armadio Verde? Per vestire bene i propri bambini  senza spendere una fortuna e senza sprecare, ma risparmiando anche tempo.

Clicca qui per scoprire il vantaggio che Armadio Verde ha riservato ai lettori di VoceArancio

Spazio anche all’usato. Da segnalare anche un altro sito, Babybazar.it, specializzato soprattutto nella compravendita di abiti usati – uno dei primi! – ma che ogni tanto apre anche allo swapping, in occasione di particolare eventi o fiere. Seguite sul blog le tante iniziative segnalato man mano dai numerosi punti vendita presenti in tutta Italia.

Non solo vestiti. Su E-barty.it potete scambiare davvero di tutto, vestiti ma anche libri, giocattoli, oggetti di puericultura. Nei negozi della catena Mercatopoli è attiva la bellissima iniziativa gratuita Girolibri: portate un libro dei vostri bambini e ne ritirate un altro usato.

Sul sito EcoRiciclo.it trovate un elenco esteso dei tanti mercatini e fiere dedicati al baratto presenti nelle principali città; il più importante è sicuramente il Festival del Riuso e del Baratto, che in passato ha fatto tappa a Milano e a Pisa (iscrivetevi alla newsletter del sito per rimanere aggiornati sulle prossime tappe).

Più responsabili con il risparmio. La richiesta di beni di seconda mano continua a salire, tant’è che nel nostro Paese l’intero comparto muove un giro d’affari annuo di 18 miliardi di euro, pari all’1% del nostro prodotto interno lordo. Questo la dice lunga sul bisogno estremo di risparmiare. Tuttavia, come dimostrano queste iniziative, oggi risparmiare non significa per forza dover rinunciare alle cose belle. E’ proprio vero che il bisogno aguzza l’ingegno o forse stiamo semplicemente diventando più furbi e responsabili. A voi la scelta!

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