Se vi serve un macchina, ora potete prendere in prestito quella del vicino. Sbarca anche in Italia il car sharing peer to peer (letteralmente da pari a pari), un metodo innovativo di noleggio auto tra privati. Negli ultimi mesi sono infatti nate nel nostro Paese due start up, Dryfe e Car2Share, con l’obiettivo di offrire questo nuovo servizio di mobilità. Il meccanismo è semplicissimo: i proprietari mettono a disposizione le proprie macchine, gli utilizzatori – attraverso un app o navigando sul sito – trovano l’auto più vicina e con un clic prenotano e usano il mezzo per spostarsi verso la propria meta.
Ma cosa significa peer to peer?
Nelle scorse settimane vi avevamo già parlato delle nuove tendenze in tema di car sharing. Semplificando la tematica, un’azienda mette a disposizione degli utenti la propria flotta e consente alle persone di noleggiare in modo pratico le vetture sparse in giro per la città (per approfondire costi e modalità di servizio, leggete il nostro approfondimento su Car2Go) Nella modalità peer to peer proprietari e clienti invece sono sullo stesso livello: il noleggio avviene infatti tra privati senza la presenza di un’azienda che fornisca i mezzi. Le persone possono agire un giorno da proprietari e quello successivo da clienti, o viceversa. Il P2P (peer to peer, ndr) rappresenta dunque la massima espressione di rete in tema di noleggio auto.
Nuovi servizi, grande risparmio
Secondo una ricerca redatta dalla società di consulenza AlixPartners su suolo americano, queste soluzioni di mobilità possono addirittura incidere sulla scelta di acquistare una nuova auto. Ogni veicolo di una flotta di car sharing sostituisce 32 acquisti e ben il 51% degli intervistati ha ammesso di non aver acquistato una nuova macchina grazie ai nuovi servizi di noleggio.
Car sharing chiama P2P, Italia risponde
In Italia sono al momento presenti oltre 37 milioni di veicoli immatricolati, 59 ogni 100 abitanti. Negli ultimi mesi però due startup stanno cercando di cambiare lo scenario introducendo il car sharing P2P nel nostro Paese. Nello specifico ecco i due progetti:
Car2share Gli utenti, dopo aver indicato il modello di macchina desiderato e i Km da percorrere, devono diventare soci Car2share e fornire i seguenti documenti:
– telefono e email;
– immagine della patente;
– documento d’identità;
– carta di credito o conto Paypal.
Proprietario e utente si possono poi confrontare al telefono per decidere quando organizzare un incontro, firmare il contratto e definire la consegna delle chiavi.
Dryfe Guadagno, risparmio, ambiente e sicurezza sono i 4 elementi cardine di Dryfe. Sul sito ufficiale del servizio, si scopre come gli utilizzatori abbiano la possibilità scegliere tra tantissimi modelli di auto disponibili, totalmente assicurati. I proprietari possono guadagnare denaro extra affittando la propria auto.
Fuori confine scelta vincente
In alcuni mercati esteri, il car sharing peer to peer ha già ottenuto ottimi risultati. Qualche esempio oltreconfine:
Getaround ‘Un mondo con meno auto, meno traffico e meno inquinamento’ è l’obiettivo di Getaround, servizio molto apprezzato negli Stati Uniti. Senza tasse di iscrizione, gli utenti possono scegliere tra una flotta di oltre 1000 auto condivise da vicini e abitanti del quartiere. Nessun pensiero neanche per i proprietari, visto che patente e carte di credito dei clienti sono controllate dal sito in meno di 60 secondi.
Tamyca 45.000 utilizzatori in Germania e copertura assicurativa completa, con un servizio di customer service sempre a disposizione. Questi i numeri e i servizi di Tamyca, idea nata nell’estate del 2010 e oggi molto attiva in terra tedesca. Grazie ad un listino trasparente gli utenti possono conoscere tutte le tariffe in modo pratico e semplice.
Buzzcar Spostiamoci in Francia. Con oltre 73 mila utenti e una flotta di poco inferiore alle 8 mila unità, Buzzcar è un ottimo esempio di noleggio auto tra privati di successo. La tariffa giornaliera per un modello base è di soli 26 euro, un piccolo sforzo per un grande servizio.
Il car sharing diventa un affare tra privati: siete pronti al cambiamento?
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