Vegetali o animali, in alcuni casi i prodotti biologici hanno prezzi più elevati di quelli tradizionali. Colpa di metodi di coltivazione e di allevamento più costosi, ma anche di un mercato ancora piccolo. Eppure, risparmiare è possibile....
Prodotti bio, una definizione. Vegetali e animali, i prodotti biologici si ottengono con metodi di coltivazione e di allevamento ben precisi. Si differenziano da quelli convenzionali poiché nella loro produzione si riduce al minimo l’uso di sostanze chimiche (concimi, pesticidi, farmaci ecc.). Tuttavia, è importante ricordarlo, questo non significa che i prodotti convenzionali siano meno sicuri: la legge vieta la presenza di sostanze pericolose per la salute in tutti i prodotti in commercio, siano essi biologici o convenzionali. La bioagricoltura, e questa è una delle maggiori differenze, è meno intensiva e più rispettosa dell’ambiente ed è l’unica ad avere regole precise stabilite dalla legge.
Occhio all’etichetta. Per riportare la dicitura “biologico” un prodotto deve contenere almeno il 95% di ingredienti certificati bio. Se la percentuale è minore, la dicitura “biologico” può essere indicata solo nella sezione dedicata agli ingredienti. Sull’etichetta devono essere indicate anche altre informazioni, come la modalità di conservazione, la scadenza, il logo dell’organismo di controllo e l’operatore.
Consumi in crescita. In questi anni il consumo dei prodotti biologici in Italia ha registrato una vera e propria impennata, con un aumento del 9% nel 2011 e del 6,1% nel 2012. Secondo l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, i prodotti più acquistati sono dolciumi, biscotti, snack, frutta, verdura e uova. Il consumo si concentra soprattutto al Nord Italia e, in misura minore, al Centro.
I prezzi, tasto dolente. Il principale tasto dolente in materia di prodotti biologici è costituito dai prezzi. La comparazione del costo al consumo di ortaggi, frutta, uova e altri prodotti alimentari di uso comune rivela che la differenza di prezzo tra i prodotti bio e quelli tradizionali può raggiungere l’85%. Colpa di tanti fattori. Come accade anche per i prodotti convenzionali, poi, i prezzi dei prodotti biologici sono strettamente legati alla stagionalità: un chilo di mele biologiche, in un negozio specializzato, costerà anche più di tre euro a ottobre, meno di due un mese dopo, quando inizia la stagione delle mele.
Coltivare bio costa (di più). Altri elementi che determinano l’impennata dei prezzi dei prodotti biologici sono il fatto che coltivare in modo biologico costa di più e il fatto che il mercato del bio è ancora piccolo e poco organizzato. Spiega Rosario Provino, presidente del Consorzio agrobiologico siciliano: “Coltivare con metodi biologici costa molto di più, da un 20% per limoni e carote a un 50% per la frutta zuccherina come pesche e uva. Nell’agricoltura biologica si possono usare solo concimi naturali come il letame, che costano più dei concimi chimici e garantiscono una resa di gran lunga inferiore. E usare concimi naturali non basta. Per coltivare un campo in modo biologico serve molta più attenzione e molto più lavoro, quindi più manodopera”.
Una filiera complessa, dai costi elevati. Sebbene i maggiori costi che comporta il metodo biologico si facciano sentire al momento della produzione, è nella fase finale della filiera che i prodotti bio allungano le distanze da quelli convenzionali. La colpa è delle dimensioni, troppo piccole, del mercato dell’agricoltura biologica e di un’organizzazione, quasi assente, dell’offerta. Altra questione, il fatto che la maggior parte della produzione biologica avviene al Sud, mentre la maggior parte del consumo si concentra al Nord: far incontrare la domanda e l’offerta diventa difficile e costoso. Secondo l’Ismea nei passaggi dal campo al punto vendita il prezzo dei prodotti biologici cresce in media del 125%. Saltando i passaggi intermedi si può risparmiare oltre il 50%.
Il bio non mette tutti d’accordo. Ultima osservazione, il fatto che comunque i prodotti biologici non mettono tutti d’accordo. Una ricerca dell’università di Stanford, infatti, dice che non sono migliori di quelli tradizionali da un punto di vista nutritivo né presentano vantaggi sul piano della salute. La ricerca è il risultato di un’analisi condotta su 240 studi pubblicati negli ultimi anni su questo tema e ha messo insieme i dati sulla presenza di vitamine, pesticidi e contaminanti negli alimenti e quelli sull’impatto del consumo di cibo biologico nell’organismo umano. Ebbene, nel rapporto, poi pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, si legge: nessuna vitamina in più, né maggiori concentrazioni di proteine. Tuttavia, coloro che consumano abitualmente prodotti biologici, non hanno dubbi: tutto ciò che non è biologico ha un sapore uniforme, cambia solo la consistenza, solo mangiando un prodotto bio se ne scopre il vero sapore. E chi li consuma abitualmente assicura: la salute ringrazia
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