L’Indagine Internazionale ING Bank mostra che il 37% degli italiani si aspetta un rialzo dei prezzi delle case nei prossimi 12 mesi. E la situazione abitativa influenza anche le scelte di vita.
Convinti che la casa sia il bene per eccellenza e che per i prezzi degli immobili non possano crollare, anche in un mercato dove i costi sono in calo, ma al tempo stesso tra i meno soddisfatti in Europa della propria situazione abitativa: ecco come appaiono gli italiani nella quinta edizione dell’Indagine Internazionale di ING “Case e Mutui”, svolta su un campione di circa 15.000 individui di 15 paesi tra Europa, Stati Uniti e Australia, che ha analizzato le percezioni delle persone sul tema della casa in relazione ai prezzi, alla capacità di far fronte ai bisogni abitativi e alla soddisfazione rispetto alla propria situazione. Cresce infatti la percentuale degli italiani che pensano che i prezzi delle case saliranno nel prossimo anno, un dato che comunque resta sotto la media europea (37% vs 56%), mentre circa tre italiani su dieci fanno fatica a gestire i pagamenti del mutuo e persiste la difficoltà dei più giovani ad andare a vivere da soli (29%).
Il 37% italiani ritiene che il prezzo delle case salirà. In Italia, il 37% degli intervistati crede che nei prossimi 12 mesi i prezzi delle case aumenteranno, contro una media europea del 56%. Il dato italiano è il più basso tra i paesi interessati dalla rilevazione, anche se l’andamento segna un incremento del 4% rispetto al 2015. Quasi la metà degli intervistati in Italia crede ancora che i prezzi delle case non possano crollare (a fronte di una media europea del 42%). “La bassa percentuale di Italiani che si aspetta un aumento dei prezzi delle case nei prossimi dodici mesi riflette l’attuale stato del mercato immobiliare” – commenta Paolo Pizzoli, Senior Economist ING Bank Italia. Il 47% degli italiani intervistati concorda sul fatto che ‘i prezzi delle case non scendono mai’, un dato che “sorprende”, continua Pizzoli, considerando che i prezzi medi nazionali delle case in Italia sono in discesa da quattro anni: una “distorsione che potrebbe incoraggiare le persone a sottostimare il rischio connesso all’acquisto di una proprietà immobiliare.”
La situazione immobiliare impatta sulle scelte di vita. L’indagine ha evidenziato anche come lo stato del settore immobiliare influenzi le decisioni di singoli e famiglie, come quella di andare a vivere da soli, avere figli o andare in pensione. In Italia il 29% degli intervistati dichiara di non potersi permettere di andare a vivere da solo, in linea col dato europeo. Il 20% afferma anche di rimandare la decisione di avere figli a causa delle condizioni abitative (contro la media europea del 16%) e il 15% si vede costretto a rinviare il momento della pensione (a fronte di una media del 12%). Tra i fattori che avrebbero la maggiore incidenza sul prezzo delle abitazioni, gli italiani hanno indicato soprattutto il fisco, citato dal 22% degli intervistati: un dato doppio rispetto alla media europea dell’11% e pari solo a quello della Spagna.
Italiani tra i meno soddisfatti della propria situazione abitativa. Gli italiani sono tra i meno soddisfatti rispetto alla propria situazione abitativa: solo il 68% dei proprietari di casa si dichiara contenta di dove abita, contro una media europea del 77%. La percentuale scende al 52% (contro una media del 57%) per chi vive in affitto. Cresce anche la difficoltà nei pagamenti di rate di mutuo o affitto, rispetto al 2015, che aveva registrato un miglioramento su questo fronte: in Italia il 27% di chi ha un mutuo dichiara di fare fatica a gestire le spese per la rata mentre il 38% degli affittuari ha difficoltà a far fronte al canone mensile. In entrambi i casi, gli italiani mostrano comunque maggiori difficoltà rispetto al resto d’Europa, dove solo il 26% dei mutuatari e il 24% degli affittuari segnalano difficoltà nel far fronte agli impegni mensili.
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