Ciclisti e pedoni, d’amore e d’accordo

Scendere dal taxi senza urtare chi si sposta su due ruote, non dimenticarsi dei sensi unici, non portare la bici in metro nell’ora di punta: aspettando le modifiche al Codice della strada, ecco le regole di convivenza tra chi va in bicicletta e chi cammina a piedi...

Ciclisti e pedoni, separati in casa. Uniti nella lotta contro smog, traffico e automobilisti indisciplinati, separati nel rispetto delle regole. Ciclisti e pedoni non sempre vanno d’accordo. Colpa, in molti di casi, d’una certa distrazione e di un’errata convinzione che le regole del Codice della strada non si applichino a chi si sposta sulle due ruote o a piedi.

Il bike sharing a New York. Quando, il 27 maggio scorso, a New York è stato inaugurato un sistema di bike sharing simile a quello di altre città del mondo, il settimanale online Slate ha pubblicato il decalogo della convivenza pacifica tra pedoni e ciclisti. Il motivo? Non tutti i newyorkesi hanno accolto la notizia con entusiasmo e quando si sono resi conto che le strade si sarebbero presto riempite di diecimila nuove biciclette e di 600 stazioni hanno cominciato a lamentarsi.

Il decalogo di Slate. Slate si è rivolto a due donne, cittadine di New York, rappresentanti delle due fazioni: Aisha, autista di metropolitana, rappresentava i pedoni, Laura, pendolare in bicicletta tra i quartieri di Brooklyn e Lower Manhattan, dava voce ai ciclisti. Al di là del contesto newyorkese, le regole di Slate valgono per tutte le città del mondo.

Le cinque regole per i pedoni

1. Non sostare sulla pista ciclabile mentre cerchi di attraversare la strada: esiste il marciapiede. Non lasciarti distrare dalla musica che probabilmente stai ascoltando, tieni sotto controllo quello che succede intorno a te.

2. Guarda davanti e dietro ogni volta che scendi da un taxi, prima di aprire la portiera: se scendi dalla parte di una pista ciclabile, eviterai di colpire il ciclista che sta percorrendo la sua corsia senza preoccuparsi di dover fare slalom o acrobazie inaspettate.

3. Non camminare sulla pista ciclabile, a meno di particolari ed eccezionali circostanze. Se proprio devi farlo, invadi la corsia dei ciclista camminando in senso contrario, cioè guardando i ciclisti in faccia mentre arrivano.

4. Prima di attraversare una pista ciclabile guarda, come fosse una strada.

5. Non offenderti se i ciclisti suonano il campanello per richiamare la tua attenzione, non lo fanno – almeno la maggior parte delle volte – per insultare o cercare lo scontro: il campanello è come il clacson, un avvertimento di un pericolo imminente.

Le cinque regole per i ciclisti

1. Renditi visibile al buio, per evitare guai ben più gravi: lo scontro con un pedone un po’ distratto dai fanali delle macchine è sempre dietro l’angolo. Attrezza la bici con le dovute misure di sicurezza (luce davanti, luce dietro, giubbotto catarifrangente).

2. Non andare in senso contrario di marcia nelle strade a senso unico, perché i pedoni attraversano la strada guardando solo dalla parte da cui arrivano le macchine. In molti paesi (Italia compresa) rischi pure di prendere una multa.

3. Non pedalare, mai, sul marciapiede. Se nelle città più piccole, senza grandi folle per le strade, questa regole potrebbe anche essere oggetto di qualche eccezione – anche per mancanza di valide alternative come piste ciclabili o automobilisti che guidano a velocità controllate – nelle grandi città invase da turisti il marciapiede deve essere rispettato per la sua funzione.

4. Affronta i semafori rossi con cautela. È molto diffusa tra i ciclisti l’abitudine di ignorare i semafori rossi: evita sempre.

5. Non portare la bicicletta in metropolitana nelle ora di punta, soprattutto d’estate: occupa spazio, crea molto fastidio e costringe le persone intorno a schiacciarsi le une con le altre.

Le modifiche proposte dall’Anci. Tornando alla realtà italiana, una nota: nel Codice della strada la bicicletta si chiama ancora “velocipede”. Segno che è arrivato il momento di rimettere mano al testo. A pronunciarsi a favore delle modifiche è stata l’Anci, l’Associazione che riunisce tutti i comuni italiani. Obiettivo, tutelare ciclisti e pedoni, gli utenti deboli della strada. In una bozza consegnata al ministero dei Trasporti, oltre al ribaltamento dell’onere della prova, in caso di incidente, a carico del veicolo pesante,  i sindaci hanno proposto anche il posizionamento avanzato dei semafori e una lanterna specifica per i ciclisti rispetto agli altri veicoli; doppio senso di circolazione “sempre ammessa e senza vincoli di larghezza minima” per le biciclette in vie a senso unico; cessazione dell’obbligo di uso delle piste ciclabili, così come di quello di pedalare sul bordo della carreggiata (quindi sorpasso autorizzato). Nella bozza, poi, è sciolto anche il nodo dell’infortunio in itinere: “Lo spostamento in bici casa-lavoro e per ragioni di servizio – si legge nel documento – deve essere riconosciuto dall’Inail alla pari del trasporto pubblico”. Si favorisce anche il parcheggio negli spazi condominiali, togliendo al condominio la potestà di vietarlo, e si propone l’abbassamento del limite di velocità in ambito urbano da 50 a 30 km/h. Il testo integrale della bozza Anci con le proposte di modifica al codice della strada è disponibile qui.

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