L’ultima rilevazione dell’Indice di ING DIRECT mostra una migliore percezione del benessere finanziario, grazie al ritorno della crescita e a condizioni di finanziamento più favorevoli.
Migliora la percezione del benessere economico degli italiani. L’ultima rilevazione dell’Indice di benessere finanziario di ING Bank, effettuata con GFK a Novembre, segnala un deciso miglioramento dell’Indice, che sale a 44 (era a 42.5 lo scorso aprile), il valore più elevato da giugno 2012. L’Indice, calcolato su una scala da 1 a 100, è un indicatore sintetico del grado di comfort dei consumatori rispetto a sei dimensioni della finanza personale: debiti a breve termine, debiti a lungo termine, reddito, capacità di risparmio, soddisfazione per gli investimenti, capacità di fare fronte alle spese/bollette mensili.
Reddito e mutui trainano il cambio di passo. Dopo avere segnato un minimo nella primavera del 2013, l’Indice aveva registrato una serie di incrementi marginali, ma gli ultimi dati segnalano finalmente un miglioramento più deciso. Cosa ha determinato questo cambio di passo? I numeri disaggregati indicano che a contribuire in misura maggiore sono stati il sotto-indice del reddito e quello dei debiti a lunga durata (principalmente mutui), aumentati rispettivamente di 3 e 4 punti rispetto alla rilevazione dello scorso aprile. Buon progresso anche per il comfort relativo al risparmio, più contenuti quelli relativi a investimenti e bollette.
Il reddito beneficia del mercato del lavoro più dinamico. Il recupero della componente reddito trova una spiegazione economica nel miglioramento del mercato del lavoro avvenuto nel corso del secondo e del terzo trimestre del 2015. Come confermato recentemente dai dati definitivi dell’Istat, nello stesso periodo l’occupazione, corretta per la stagionalità, è aumentata di circa 145mila unità. Il numero dei disoccupati, cioè di coloro che non avevano un’occupazione ma che la stavano cercando attivamente, è diminuito della stessa entità. Il miglioramento è almeno in parte riconducibile all’impatto combinato degli incentivi fiscali inseriti nella legge di stabilità dello scorso anno e dell’entrata in vigore a pieno regime del cosiddetto “Jobs Act”, impatto verosimilmente potenziato dal minor ricorso da parte delle imprese alla cassa integrazione guadagni. L’inversione di tendenza del quadro occupazionale, con una quota crescente di nuovi assunti a tempo indeterminato, è stata probabilmente percepita come un fenomeno non temporaneo, con riflessi positivi duraturi sul reddito. Buona corrispondenza fra le due indagini anche nella disaggregazione per età, laddove il primo aumento dell’occupazione in oltre venti trimestri per i 15-34-enni registrato dall’Istat trova riscontro in un buon progresso della sub-componente reddito dell’indagine ING per la stessa classe di età.
Mutui meno costosi, più comfort sui debiti a lungo termine. Il comfort sul fronte dei debiti a lunga durata riflette invece il miglioramento delle condizioni di finanziamento di mercato per i debitori. Il semestre di riferimento ha visto la discesa in campo della BCE con l’avvio dell’espansione quantitativa (spesso indicato come QE): gli acquisti mensili di titoli di stato (e non solo) hanno spinto verso il basso i tassi di interesse anche sulle scadenze più lunghe. Liquidità abbondante e margini di interesse in discesa hanno indotto le banche ad accelerare il passo sul fronte degli impieghi, rivitalizzando l’erogazione di prestiti alle famiglie, e soprattutto dei mutui. L’aumento della concorrenza fra i vari istituti di credito si è tradotto in una riduzione degli spread applicati, che ha a sua volta abbassato ulteriormente il costo di finanziamento per nuovi sottoscrittori di mutui o surroghe. Maggior offerta di mutui e costi di finanziamento più bassi si sono quindi verosimilmente tradotti in un aumento del comfort percepito da parte dei consumatori.
2016, partenza con ottimismo. Guardando avanti, sembra ragionevole attendersi una prosecuzione del miglioramento dell’Indice di benessere finanziario anche nella prossima rilevazione della primavera del 2016, grazie a ulteriori progressi delle componenti reddito e finanziamenti a lungo termine. Se è vero che gli ultimi dati del mercato del lavoro di ottobre e novembre hanno segnalato una pausa, le intenzioni di assunzione da parte delle imprese, in particolare di quelle dei servizi, continuano a puntare verso l’alto. D’altra parte, il previsto mantenimento da parte della BCE di condizioni monetarie espansive dovrebbe continuare a mantenere i tassi dei finanziamenti a tassi storicamente bassi. Eventuali sviluppi positivi sul fronte dei crediti bancari in sofferenza potrebbero eventualmente migliorare il quadro, liberando spazio nei bilanci delle banche per nuovi prestiti.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.