Arriva una misura che punta anche alla semplificazione della vita di tutti i giorni. Dalla digitalizzazione, cui viene dato più spazio, alla gestione dei rifiuti in Campania, le novità introdotte dall’esecutivo...
Un decreto per rilanciare l’economia. Il 15 giugno è entrato in vigore il provvedimento urgente n. 69/2013, meglio noto come “Decreto del fare”, una serie di disposizioni che si ispira alle raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione europea in tema di semplificazione amministrativa, liberalizzazioni, scuola, infrastrutture ecc.
Misure per imprese e per cittadini. “Il Decreto – fanno sapere dal ministero dello Sviluppo economico – contiene misure volte a eliminare alcuni costi e alcune complicazioni. Ci siamo concentrati prima di tutto sui costi della bolletta elettrica, semplificando e rimuovendo una serie di oneri impropri e di rendite. Stimiamo un risparmio potenziale a beneficio di tutti i consumatori pari a oltre 500 milioni di euro all’anno a partire dalla seconda metà del 2013”. Misure e incentivi, quindi, per cittadini e imprese. Vediamo i principali.
Semplificazioni per la vita di tutti i giorni. Il decreto – 80 articoli in tutto – punta a semplificare la vita di tutti i giorni. Si parte dallo snellimento della procedura per il cambio di residenza o domicilio, necessario anche per il calcolo della tassa sui rifiuti. Via libera alle certificazioni in lingua inglese dei titoli di studio e degli esami sostenuti all’università o in istituti equiparati. Più spazio, poi, alla digitalizzazione: il formato elettronico sarà l’unico possibile per i certificati di gravidanza, parto e per le richieste di aggiornamento degli archivi elettronici del Pubblico registro automobilistico. Previsto anche il cosiddetto “domicilio digitale” che, assieme alla carta d’identità elettronica, prevede la possibilità di indicare alle pubbliche amministrazioni un indirizzo di posta elettronica certificata da utilizzare per le comunicazioni.
Potenziato il Fascicolo sanitario elettronico. Restando in ambito sanitario, il decreto prevede anche l’implementazione del FSE, il Fascicolo sanitario elettronico, che ha lo scopo di fornire a tutti i medici, in qualunque momento, una visione clinica della salute dei cittadini. Prevista anche l’abolizione dei certificati di sana e robusta costituzione per i dipendenti pubblici e per molte categorie di lavoratori non a rischio. La visita medica obbligatoria per il rientro al lavoro dopo la malattia rimane in vigore soltanto per alcune patologie pericolose.
Bollette. Il “Decreto del fare” prevede che le bollette della luce diventino meno care. Per le famiglie italiane – che per l’elettricità, in media, spendono 511 euro l’anno – si calcola un risparmio di circa quattro/cinque euro entro la fine del 2013, il doppio dall’anno successivo. In totale – stima Nomisma Energia – un taglio di 500 milioni di euro, ottenuto dalla riformulazione delle tariffe che si applicano all’energia prodotta in impianti alimentati da fonti rinnovabili e dalla sforbiciata agli incentivi al biocombustibile. Gli effetti del taglio, però, potrebbero non essere visibili a causa dei rincari disposti dall’Autorità dell’energia ed entrati in vigore il I luglio.
Per le imprese semplificazioni amministrative. Venendo incontro alle richieste delle imprese, il decreto prevede due sole date nell’arco dell’anno per far scattare gli obblighi fiscali, il I luglio e il I gennaio. Agevolazioni sono previste per le prestazioni lavorative di breve durata o che impiegano poche persone.
Rifiuti in Campania e accisa sul gasolio. Novità in arrivo anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti in Campania. L’esecutivo ha deciso di accelerare la realizzazione degli impianti di trattamento già previsti. Obiettivo, evitare la multa di almeno otto milioni di euro al giorno che potrebbe essere comminata all’Italia dall’Unione Europea in caso di inadempienza. Altra misura contenuta nel decreto sul fronte dell’ambiente, il taglio dell’accisa sul gasolio usato per riscaldare le serre. La nuova legge prevede che l’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, cui attualmente si applica la stessa accisa prevista per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli (22%), sia ridotta a 25 euro per mille litri, a condizione che i richiedenti siano coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
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