Il candidato repubblicano ha battuto l’avversaria democratica conquistando la Casa Bianca. Perché i mercati non sono crollati? E cosa conviene fare con i propri risparmi?
Contro ogni pronostico, Donald Trump è stato scelto come nuovo presidente degli Stati Uniti, battendo l’avversaria del partito Democratico, Hillary Clinton. Una doppia vittoria per i Repubblicani, che sono anche stati in grado di mantenere il controllo sia al Senato che alla Camera dei rappresentanti, consentendo così al nuovo presidente di avere, almeno per un paio di anni, un potere istituzionale molto forte. E contro ogni pronostico, la reazione dei mercati globali, dopo un’iniziale incertezza, è stata tutt’altro che drammatica. Subito dopo l’esito del voto i futures sugli indici USA hanno perso terreno e il peso messicano è crollato dell’8% sul dollaro USA. L’indice di Borsa giapponese Nikkei ha lasciato sul terreno oltre il 5% e le Borse europee hanno aperto in rosso, mentre l’oro, bene rifugio per eccellenza, ha fatto un balzo in alto. Ma poi la situazione è inaspettatamente rientrata: Wall Street è partita incerta, ma ha poi girato in positivo, trascinando con sé anche le piazze del Vecchio Continente. E le quotazioni dell’oro hanno invertito la rotta dirigendosi verso il basso.
Insomma, che cosa succede? Facciamo un passo indietro e diamo un’occhiata alle promesse fatte da Trump in campagna elettorale: sul fronte economico il programma del neo presidente contempla un’ampia riforma fiscale a favore della crescita, con decisi tagli delle imposte sul reddito delle famiglie e delle imprese. In campo commerciale invece propone una virata protezionista per “rimettere l’America al centro”: barriere alle importazioni, niente partnership transpacifica (TPP), e rinegoziazione del NAFTA, un accordo di libero scambio commerciale stipulato tra Stati Uniti, Canada e Messico, a favore degli stessi USA. Trump sostiene inoltre un approccio piuttosto duro sull’immigrazione, promettendo d’avvantaggiare i cittadini americani rispetto agli stranieri nel mondo del lavoro e di ridurre gli ingressi incontrollati. Tra le sue idee ci sono anche la creazione di un muro di 3200 chilometri al confine con il Messico, nonché l’eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita. Nel suo primo discorso istituzionale però, il neopresidente ha decisamente smorzato i toni rispetto a quelli usati in campagna elettorale: ha assicurato che sarà il presidente di tutti gli americani e ha auspicato alleanze, e non conflitti, con il resto del mondo. Così gli investitori sembrano aver accantonato, almeno per ora, i timori sulla fattibilità programma politico ed economico di Trump, a tratti incerto e vago. Hanno iniziato invece a sperare che il governo repubblicano riesca a dare nuovo impulso all’economia, alimentando i consumi e l’inflazione. Al netto delle reazioni di breve termine comunque, bisognerà attendere l’insediamento di Trump e della sua squadra alla Casa Bianca a gennaio, e valutare attentamente le sue mosse, per capire come l’eccentrico imprenditore deciderà di interpretare il ruolo che gli è stato assegnato. Va tenuto a mente in ogni caso che Trump non sarà un “uomo solo al comando”: gli Stati Uniti sono una democrazia, anche se il presidente ha poteri rilevanti. Inoltre storicamente, tra le promesse elettorali e le azioni effettive dei presidenti eletti ci sono state ampie discrepanze: è probabile che succeda anche in questo caso.
Che fare con i propri risparmi? Niente panico, in nessun caso: probabilmente i mercati saranno un po’ disorientati per qualche mese all’uscita di notizie inattese sulle mosse del neopresidente, ma con ogni probabilità si ristabilizzeranno in breve tempo, com’è successo immediatamente dopo l’elezione di Trump. Questo è il tempo in cui più che mai è bene avere portafogli diversificati, per navigare tranquilli. E di tenere gli occhi aperti, nel caso si palesasse qualche opportunità interessante.
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