Chiusi i cancelli del sito di Expo Milano 2015 facciamo il punto sui numeri dell'Esposizione universale, sui vincitori e sulle prospettive future.
Dopo la grande festa animata da migliaia di visitatori, con centinaia di eventi e premiazioni organizzati per la chiusura di Expo Milano 2015, si è conclusa sabato 31 ottobre la stagione dell’Esposizione Universale. Adesso si ragiona sul futuro del maxi-evento che ha attirato più di venti milioni di visitatori.
Il futuro dell’area da 1 milione di metri quadrati. Il primo lavoro in calendario è quello di chiudere e smontare padiglioni e cluster e va fatto entro il 30 giugno 2016. Il piano del governo per il futuro del sito espositivo prevede la costruzione di un polo scientifico della tecnologia e della ricerca con la partecipazione dell’Istituto Italiano di tecnologia, mentre il Villaggio Expo a Cascina Merlata diventerà il più grande quartiere italiano di housing sociale. Grandi aspettative per il simbolo di Expo, Palazzo Italia, che non sarà abbattuto, ma diverrà un campus universitario o un polo scientifico e tecnologico. Anche il Padiglione Zero, l’Albero della Vita e, probabilmente, l’Open Air Theatre sono destinati a rimanere nell’area di Rho-Pero.
Il riuso dei padiglioni. Per quanto riguarda gli altri padiglioni, c’è chi ha deciso di riportare la struttura in patria e chi ha immaginato una seconda destinazione per un uso sociale o umanitario. Ad esempio, il Padiglione del Principato di Monaco, dopo essere stato smontato, viaggerà per più di 5mila chilometri e sarà utilizzato in Burkina Faso come sede operativa della Croce Rossa locale. Mentre lo smantellamento più insolito toccherà all’Austria, che si troverà a dover smontare un bosco: per ricreare un ecosistema efficiente (con nidi di uccelli, funghi, farfalle) il padiglione ha accolto oltre dodicimila piante, alcune trasportate appositamente, altre nate in loco. Adesso sono destinate a un’area boschiva nei dintorni di Bolzano. La Svizzera, invece trasformerà i suoi silos del cibo in serre urbane nei cantoni elvetici (circa il 75 per cento del materiale utilizzato potrà essere recuperato alla fine dell’evento), mentre le esposizioni dei partner (San Gottardo “Acqua per l’Europa”, Nestlé “Feed your mind“, Ginevra) continueranno a vivere in Svizzera e in Italia. È il caso del modello delle Alpi svizzere in scala 1:25.000 scolpito in una roccia metamorfica chiamata gneiss, cuore della mostra sui fiumi del Gottardo (Rodano, Ticino, Reno e Reuss) tornerà in tutte le sue 22 tonnellate di peso alla ditta ticinese che lo ha costruito, che si occuperà della sua nuova casa.
La classifica del BIE, i padiglioni più belli. L’Ufficio Internazionale delle Esposizioni ha assegnato i trofei ai padiglioni migliori. I premi sono stati destinati a chi ha saputo interpretare meglio di altri l’architettura e il paesaggio, gli allestimenti e lo sviluppo del tema, in base a tre tipologie di strutture: cluster, padiglioni sotto i 2 mila metri quadrati, padiglioni sopra i 2 mila metri quadrati. Il primo premio per i cluster nella sezione “Allestimenti” è andato al Montenegro per “i valori didattici dei suoi display”; per quanto riguarda la sezione “Sviluppo del tema”, il BIE ha deciso di premiare l’Algeria per la “meravigliosa combinazione di elementi tradizionali e ricca informazione sulla varietà agricola del Paese”. Per i padiglioni Expo 2015 sotto i 2mila metri quadri vince nella sezione “Allestimenti” l’Austria per “l’audacia dell’esperienza sensoriale nella quale i visitatori sono coinvolti”. “La chiarezza e sobrietà con le quali il tema espositivo è proposto nei suoi eventi quotidiani” ha fatto vincere il padiglione della Santa Sede nella sezione “Sviluppo del tema”. Medaglia d’oro invece al Regno Unito per l’architettura, grazie alla “unione tra contenuti, display ed esperienza spaziale”. Per i padiglioni sopra i 2mila metri quadri non poteva mancare il Giappone, premiato per l’allestimento migliore grazie alla “armoniosa combinazione tra la rappresentazione della natura e l’innovazione tecnologica”. Per il migliore “sviluppo del tema” vince invece la Germania per “l’efficacia nella trasmissione di contenuti innovativi in merito all’agricoltura, al cibo e allo sviluppo”. Grazie all’“innovativo concetto di un mercato del cibo coperto e di un paesaggio vivace ed aperto” vince per la sezione “Architettura” la Francia.
I padiglioni più fotografati. Il più ammirato e immortalato è stato quello della Cina: la sua architettura esterna e la sua distesa di fiori all’ingresso hanno contribuito a renderlo uno dei padiglioni più fotografati e apprezzati dal punto di vista estetico. Il secondo posto spetta al Brasile, con la sua attrattiva rete elastica. Particolarmente amato è stato anche il padiglione del Regno Unito, grazie alla sua struttura ad alveare, che gli ha permesso di ricevere il Premio Internazionale per le architetture di Expo Milano 2015. Chiudono la top five il Giappone e la Corea del Sud.
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