Dal cibo al lavoro, spunti per ripensare i consumi e risparmiare dalla fiera degli stili di vita sostenibili di Milano. Ecco i più utili.
L’economia circolare è il modello di sviluppo economico adottato dalla Commissione Europea a fine 2015: punta a evitare gli sprechi, grazie a un approccio olistico che copre ogni fase del consumo, da produzione e trasporto di un prodotto fino al suo smaltimento e riuso. E proprio di circular economy si è parlato alla tredicesima edizione di Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo nel weekend dal 18 al 20 marzo a Milano. Amministrazioni e cittadini sono invitati a cooperare per realizzare quella che viene già definita come new economy: si comincia col baratto amministrativo, nato per ripagare le tasse con lavori utili, che nel prossimo futuro verrà inteso in senso sempre ampio come scambio di risorse tra pubblico e privato. Ma molto può essere fatto già adesso: ecco 5 consigli per mettere in pratica l’economia circolare.
1. Lavoro, puntare sulla bioeconomia. Quello della green economy è uno dei settori più in crescita: in Toscana ha già fatto assumere 4000 dipendenti in un anno, in Liguria creerà 4500 posti di lavoro nei prossimi 15 anni. Come approfittarne? Il portale dell’Enea, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile indica percorsi accademici, borse di studio, bandi di gara e opportunità di occupazione per chi vuole lavorare nel settore della biotecnologia, dell’energia e dell’economia sostenibile. Secondo la Commissione Europea, i nuovi obiettivi dell’economia circolare permetteranno di creare 580mila nuovi posti di lavoro.
2. Dalla differenziata al compostaggio. Il nostro territorio vanta importanti traguardi nella differenziata: l’Italia è tra i principali produttori mondiali di carta riciclata, mentre sul fronte della raccolta dell’organico a Milano si è raggiunto il 50%, un caso praticamente unico al mondo. Quali sono le mosse più innovative per impegnarsi nello smaltimento dei rifiuti? Innanzi tutto imparare a smaltire i rifiuti elettronici, sfruttare i buoni spesa per la differenziata, e cominciare a fare il compost in casa. Il compostaggio domestico è più difficile a dirsi che a farsi. Il Consorzio CIC ha stilato una guida e consiglia di approfittare di questa stagione, che è quella in cui si riinvasano piante e fiori. Per avvicinare i cittadini al compostaggio, Novamont e Lavazza hanno collaborato a un progetto tanto tecnologico quanto semplice: hanno realizzato le capsule compostabili che si trasformano in concime. C’è anche un kit per coltivare funghi usando il terreno delle capsule e vedere subito i risultati.
3. Riusare, non buttare. Vendere, scambiare o regalare quello che non si usa più è il modo più immediato per produrre meno rifiuti. Nel caso della vendita dell’usato, rappresenta anche una fonte di guadagno con una fetta di mercato da 18 miliardi di euro solo in Italia. Dall’acquisto di una macchina usata al baratto di abitini e accessori per bambini tra neomamme, il riuso copre ogni esigenza. Online, i siti e le app più utilizzati in Italia sono Subito.it, eBay, Depop, a Milano c’è la mappa di Giacimenti urbani, a Roma c’è il negozio di baratto Armadio verde, a Bolzano ha aperto il negozio tutto gratis Passamano.
4. Seguire una food strategy in casa. Di solito le strategie alimentari vengono approvate dai comuni, incoraggiando orti urbani, mercati rionali e produzione locale, ma anche i privati nel loro piccolo possono adottare una food strategy. Come? Basta scegliere di seguire alcune linee guida. Acquistare prodotti vicini alla scadenza o con difetti estetici a prezzo scontato con le app per la spesa social (per farlo si può usare la neonata app Last Minute Sotto Casa o aspettare il debutto, tra qualche settimana, di MyFoody); condividere il cibo in eccesso con amici e vicini di casa, o con sconosciuti usando app come iFoodShare e Ratatouille; evitare l’acqua del supermercato, rifornendosi alle Case dell’acqua o usando i sistemi filtranti per l’acqua di rubinetto come AQ System; sfruttare gli orti urbani o coltivare ortaggi in casa, se si possiede un giardino o un terrazzo; preferire i mercati agricoli cittadini alla grande distribuzione. E infine, i consigli di Slow Food: cucinare con gli avanzi, come insegnano le ricette della tradizione, e fare la spesa “poca ma spesso”, senza caricarsi troppo, col rischio di far scadere i cibi in eccesso acquistati.Con questo semplice cambio di mentalità, secondo Slow Food, ogni famiglia risparmierebbe 1600 euro all’anno.
5. Sfruttare il conto termico. A Fa’ la cosa giusta è stato presentato il nuovo conto termico per le amministrazioni, ma i privati possono già accedere alle energie rinnovabili. Scegliendo il solare termico, i pannelli o gli impianti fotovoltaici si risparmiano energia e denaro e si usufruisce di incentivi per l’installazione. Tra le agevolazioni e il risparmio in bolletta, gli interventi si ripagano in pochi anni e permettono di trasformare anche un vecchio edificio in una casa “a zero emissioni”.
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