La convenienza della procedura dipende dalla storia assicurativa di ogni lavoratore. Ma, soprattutto, bisogna avere un bel gruzzoletto da parte ...
Le novità sul riscatto della laurea. La legge sul welfare n. 247/2007, in vigore dal 1° gennaio 2008, ha introdotto delle novità sul riscatto della laurea ai fini della pensione:
– la possibilità di pagare, in dieci anni e senza interessi, l’onere richiesto per le domande di riscatto inoltrate dal 1° gennaio 2008;
– la possibilità anche per i giovani in cerca di lavoro, che non hanno ancora iniziato a versare i contributi ad alcun ente, di poter riscattare gli anni di laurea.
La recente riforma del sistema pensionistico del governo Monti non ha fatto nessun riferimento alla questione e, di conseguenza, il riscatto degli anni di laurea è ancora previsto e possibile. Esso consiste nel pagare all’Inps la somma che si sarebbe dovuta versare se il soggetto avesse lavorato in quegli anni anziché studiare. Ma qual è il costo?
Il costo. Il costo del riscatto degli anni di laurea rientra nell’ordine delle decine di migliaia di euro, in alcuni casi anche delle centinaia. Prima di vedere nel dettaglio a quanto ammonta la cifra necessaria, bisogna tenere in considerazione che è ammesso il riscatto solo per chi ha conseguito il titolo di studio; inoltre, non vengono calcolati i periodi di iscrizione fuori corso.
Cosa posso riscattare? Ecco cosa il cittadino può riscattare (dal sito dell’Inps):
– i diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre);
– i diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni);
– i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
– i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
– i titoli accademici introdotti dal decreto n. 509 del 3 novembre 1999, cioè: Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale, e Laurea specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale cui si accede con la laurea.
È possibile riscattare anche i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, ma solo i corsi attivati a partire dal 2005/2006.
La documentazione. Per presentare la domanda all’Inps, bisogna allegare un certificato dell’università che attesti:
– il conseguimento della laurea;
– gli anni accademici di frequenza;
– gli anni fuori corso;
– la durata legale del corso di laurea.
Come si calcola l’onere di riscatto? Si legge sul sito dell’Inps che «l’onere di riscatto è determinato con le norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto».
In linea di massima si distingue tra (da Investireoggi.it):
– periodi da riscattare che si collocano fino al 31 dicembre 1995 (l’importo della somma da versare sarà determinata con i criteri di “riserva matematica”);
– periodi da riscattare che si collocano dopo il 31 dicembre 1995 (l’onere è determinato applicando l’aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda di riscatto).
Riscattare la laurea, quanto costa? Altroconsumo – Soldi&Diritti ha condotto un’inchiesta a gennaio su quanto convenga riscattare gli anni di laurea. Il primo passo per capire come funziona il sistema è sapere come viene calcolata la pensione e distinguere tra sistema contributivo (si applica a tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996); sistema retributivo (si applica a coloro che avevano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995); sistema misto (si applica a chi aveva meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; in questo caso la pensione viene calcolata per questi anni sulla base del sistema retributivo e per quelli successivi in base al sistema contributivo). Di conseguenza, ecco tre esempi di spesa necessaria per il riscatto della laurea:
– un lavoratore dipendente di 58 anni, con 35 anni di contributi al 31 dicembre 2011, con 5 anni da riscattare e retribuzione lorda annua costante di 50 mila euro: ha diritto a una pensione calcolata con il sistema retributivo. Senza scendere nel dettaglio del calcolo aritmetico, il costo si ottiene come differenza tra la pensione senza riscatto e quella con il riscatto, moltiplicata per il coefficiente di “riserva matematica”, ed è di quasi 119 mila euro;
– un lavoratore dipendente di 51 anni, con 29 anni di contributi al 31 dicembre 2011, con 5 anni da riscattare e retribuzione lorda annua costante di 50 mila euro: ha diritto a una pensione calcolata con il sistema misto. Costo del riscatto: 241 mila euro circa;
– un lavoratore dipendente di 31 anni, con 9 anni di contributi al 31 dicembre 2011, con 5 anni da riscattare e retribuzione lorda annua costante di 50 mila euro: ha diritto a una pensione calcolata con il sistema contributivo. Costo del riscatto: quasi 82 mila euro.
Sul sito dell’Inps è possibile trovare tutta la documentazione necessaria e le spiegazioni più dettagliate per calcolare caso per caso il costo del riscatto degli anni di laurea (vedi qui). Ognuno può compilare da sé la domanda, oppure rivolgersi a un commercialista per il calcolo dei costi (a meno che non si è registrati al sito, in questo caso è possibile trovare il calcolatore nella sezione del “cassetto previdenziale”). Qui, invece, il link con altri esempi di riscatto (basati su casi reali di persone che hanno presentato la domanda all’Inps), che vanno dai 28 mila euro circa per una donna di 27 anni con 1 anno di anzianità contributiva ai 59 mila euro circa di un uomo di 40 anni con 11 anni di anzianità contributiva.
E i giovani? Con le novità introdotte dal 2008 anche chi non ha ancora iniziato a lavorare può chiedere il riscatto degli anni di laurea. Il calcolo si basa sul minimo contributivo previsto per i commercianti e il costo, per 4 anni di riscatto, è di circa 19 mila euro. Nel caso di giovani che vivono ancora a carico di mamma e papà (cioè coloro che hanno un reddito annuo inferiore ai 2.840,51 euro lordi), i genitori possono usufruire di alcuni benefici fiscali.
In conclusione, riscattare la laurea conviene o no? Dire in modo assoluto se riscattare gli anni di laurea convenga o no non è possibile: bisogna valutare la storia assicurativa di ciascun lavoratore e gli sviluppi futuri della propria attività, oltre che pensare a eventuali cambiamenti nel campo legislativo. Una risposta alla domanda da Fiba-Cisl Bergamo:
– per chi è nel sistema retributivo la convenienza sta «sia nella possibilità di raggiungere in anticipo il diritto alla pensione di anzianità sia all’incremento dell’importo della rendita futura. Per questo motivo, per valutare se sia o meno vantaggioso pagare l’onere richiesto per riscattare la laurea occorre confrontare quest’ultimo con il numero delle rate mensili di pensione che potremmo riscuotere in anticipo rispetto al raggiungimento dell’età pensionabile e con il maggior importo della prestazione pensionistica che ci verrà liquidata»;
– per chi è nel sistema contributivo, la convenienza va valutata solo per il maggiore importo della prestazione che verrà liquidata: «la somma pagata per il riscatto, infatti, andrà a incrementare il montante dei contributi versati sul quale si calcola poi la pensione».
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